Elettrico ma non solo. La corsa all’innovazione nel settore automotive riguarda anche i motori a combustione che sembrano prepararsi a una controffensiva. Già perché i temi sono maturi per tornare a parlare di carburanti sintetici.
Non a caso Bosch ha annunciato lo sviluppo di un combustibile di questo tipo. Realizzato in laboratorio, produce idrogeno dall’acqua e lo combina con il carbonio per realizzare carburante liquido. Un carburante che riduce praticamente a zero la produzione di fuliggine. E che potrebbe impiegare l’attuale rete di distribuzione.
Oltre al fatto che il combustibile che si ottiene può essere benzina, diesel, gas, o addirittura cherosene. Quindi adatto a qualunque tipo di motore endotermico. Un fattore da tenere in considerazione quando si tratta di sviluppo di propulsori a combustione interna, in riferimento ai sistemi di trattamento dei gas combusti, che avrebbero il “lavoro” facilitato. Tenendo presente che una vettura elettrica ha circa la metà del margine di autonomia di un’automobile a combustione interna.
Va detto che a dispetto degli annunci “elettrizzanti” le novità concrete in vetrina allo IAA 2017 sono quasi tutte relative ad auto normali con motori a benzina e diesel. Sono quasi tutti suv compatti. Infatti, è questo il segmento che cresce a doppia cifra dove si concentra lo scontro competitivo tra i costruttori.
A Francoforte si celebra ad esempio lo sbarco lungamente atteso di Volkswagen nel settore dei B-Suv con il T-Roc, un modello che nei numeri vuole rimpiazzare la Golf. E si parla anche delle nuove alleanze tecnologiche come quella che vede unite Fca, Bmw e Intel (con la “divisione Mobilye) sul fronte dei sistemi per la guida fortemente assistita, un settore cruciale che pur mediaticamente sovraesposto, rappresenta il futuro prossimo dell’auto. Non a caso Magneti Marelli che potrebbe essere scorporata da Fca o ceduta, si è resa più appetibile acquisendo quote e know-how tecnologico di una società canadese specialista in sistemi Lidar (gli occhi digitali per le auto che guidano da sole).
In vetrina a Francoforte c’è anche il colosso tecnologico americano Harman che, acquisito da Samsung per 8,3 miliardi di dollari, promette di rivoluzionare nel futuro prossimo il rapporto tra auto e hi-tech facendo cambiare pelle alla casa coreana molto di più di quanto la rivale Apple sia riuscita a fare.
Harman intanto risponde a Bosch anche sul fronte delle smartcar svelando una tecnologia che trasforma lo smartphone in una chiave per tutte le auto.
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