Seconda generazione dell’auto elettrica più venduta del mondo con 280mila unità commercializzate, la nuova Nissan Leaf mira a diventare la prima auto a zero emissioni di massa, con prezzo abbordabile e autonomia accettabile. Svelata a settembre, siamo andati a guidarla a Yokohama, in Giappone.
Il design è piacevolmente ”normale”, al contrario del bizzarro stile della prima serie. Si presenta come una media di taglia abbondante (4,50 metri di lunghezza) e dall’abitacolo spazioso anche dietro. Del resto, la Leaf 2 vuole essere una berlina a 5 porte utilizzabile da una famiglia con relativi bagagli. È spinta da un motore elettrico da 110 kW/150 cv e 320 Nm di coppia. Monta una batteria a ioni di litio da 40 kWh, che assicura un’autonomia teorica di quasi 400 km (378 per la precisione), che si traducono in circa 300 in condizioni d’uso normale.I tempi di ricarica variano tra 8 e 16 ore, ma c’è anche la ricarica rapida (40 minuti per l’80% di autonomia).
La Leaf introduce una rivoluzione: si chiama e-Pedal e permette di guidare la vettura utilizzando esclusivamente il pedale dell’acceleratore senza usare il freno, il cui comando è comunque presente. Lo abbiamo provato nel traffico giapponese ed è straordinariamente comodo e intuitivo: basta sollevare il piede dall’acceleratore e la vettura rallenta in modo fluido fino all’arresto. Una soluzione davvero pratica nello stop & go cittadino.
Sul fronte della guida assistita, offre la tecnologia ProPilot, che messa alla prova su un’autostrada intorno a Yokohama si è dimostrata efficace: oltre alla funzione di cruise control adattivo, mantiene la vettura in carreggiata e con lo sterzo attivo segue le curve. Per le manovre di parcheggio automatiche c’è ProPilot Park: basta premere un pulsante e il cuore di software e silicio parcheggia la vettura. Il sistema funziona, ma non ci è parso molto veloce.
A bordo l’ambiente interno è piacevole e i materiali usati sono di qualità sufficiente con plastiche rigide anche nella parte superiore della plancia per contenere il prezzo, ma gli assemblaggi sono curati e la dotazione tecnologica è molto ampia. Spicca il retrovisore, composto da un display abbinato a una telecamera.
Criticabile il piantone dello sterzo, non regolabile in profondità. La strumentazione mostra un mix tra tachimetro meccanico analogico e display digitale multifunzione. Forse si poteva usare un unico display a cristalli liquidi.
In Italia dal prossimo anno, i prezzi partono da circa 37.500 euro per la versione di lancio.
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