Seat mira a diventare il marchio trainante del gruppo Volkswagen nell’ ambito della connettività, in virtù di una clientela che con un’ età media più bassa di circa 10 anni rispetto agli altri marchi della multinazionale è più vicina al mondo dell’ hi-tech e del digitale. Il brand catalano sta investendo per assumere dunque un ruolo di innovatore e pioniere. E lo ha dimostrato con diversi progetti con i quali da una parte mostra un cambio di marcia rispetto agli anni scorsi e dall’ altra, evidenzia il profondo legame tra il costruttore e il territorio . Ricordiamo che Seat ha motorizzato la Spagna.
Per quanto riguarda il primo punto, nel 2015 il colosso tedesco ha investito 3,3 miliardi di euro nel marchio spagnolo per la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per la mobilità. Riguardo il secondo, invece, è un tema molto importante e sentito, perché sono ben 14.500 le persone che lavorano in Seat (più l’indotto), contribuendo alla produzione di 2.200 veicoli al giorno che alla fine dello scorso anno hanno portato a un utile operativo di 143 milioni di euro e quasi 410mila unità vendute.
L’83% delle vetture prodotte nello stabilimento di Martorell viene esportato con un valore di quasi 7 miliardi di euro che equivalgono a circa il 3% delle esportazioni spagnole. Proprio questa relazione con il territorio è stata evidenziata durante l’ inaugurazione del Metropolis:Lab (uno dei sei hub tecnologici del gruppo Volkswagen). Situato a Barcellona è un incubatore di soluzioni per la mobilità e tecnologie che oggi vengono testate al fine di migliorare gli spostamenti nella città catalana per poi essere adattate ad altre realtà urbane.
«Questo laboratorio - ha dichiarato durante l’ inaugurazione Luca de Meo, ceo di Seat - unisce tecnologie mobili e Big data al fine di ottimizzare la relazione tra i cittadini, la città intelligente e i servizi di mobilità. Il nostro obiettivo è di migliorare la mobilità e fare in modo che la vita dei cittadini sia più sicura, sostenibile ed efficiente nelle smart city in cui viviamo».
Secondo lo Smart city index di Easypark (azienda svedese che sviluppa app per la mobilità), Barcellona si posiziona alla 53esima posizione tra le città intelligenti; l’ obiettivo è quindi di collaborare con le istituzioni locali e le start up per migliorare la posizione e la “vivibilità” della città. Questo spazio ha acceso i motori nel mese di aprile e in questi primi sei mesi è già stato portato avanti il primo progetto, presentato in occasione dello Smart City Expo Congress 2017, la fiera sull’ innovazione e la tecnologia applicata alla mobilità che si è svolta a Barcellona dal 14 al 16 novembre. In questo conteso, sono stati presentati anche altri progetti, tutti collegati ai quattro pilastri delineati dal Barcelona Council’ s Urban Mobility Plan: sicurezza, efficienza, sostenibilità e pragmaticità.
La sicurezza è stata trattata con Leon Cristobal, il concept più sicuro mai costruito dalla casa spagnola grazie a sei sistemi di sicurezza destinati principalmente ai giovani, come per esempio il drive-lock, un alcolimetro incorporato che blocca l’ accensione del motore in caso di risultato positivo. Il nome è un omaggio a San Cristoforo protettore dei guidatori.
La sostenibilità e l’efficienza vengono legate ancora una volta a Barcellona: nel primo caso con una app che ottimizza il traffico e, nel secondo, mettendo a disposizione 10 prototipi della elettrica eMii agli impiegati del Metropolis:Lab e del Pier 01 (il quartier generale delle start up di Barcellona). Infine, l’ innovazione non è tale se non apporta un reale beneficio. Per questo viene sviluppato un progetto Virtual Mobility Lab, un tool che simula e analizza gli impatti delle innovazioni sulla realtà.
Da queste iniziative, si comprende l’ evoluzione dl marchio spagnolo all’ interno del gruppo Volkswagen e nel suo territorio, riuscendo a ripensare il suo ruolo nel nell’ automotive, passando da product centric a customer centric con soluzioni in linea con le attuali esigenze in fatto di mobilità smart.
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