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L’ibrido alla spina di Optima e Niro

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L’ibrido alla spina di Optima e Niro

Dopo Optima berlina, a scegliere la tecnologia dell’ibrido alla spina ci sono pure la familiare Optima Sw il crossover Kia Niro. Tutto si risolve in una semplice definizione: plug-in. Ossia quella particolare variabile dell’ibrido che prevede la possibilità di caricare “a parte” il pacco batterie.

Un vantaggio che si misura in un range “maggiorato” in elettrico, dovuto essenzialmente ad una batteria con una capacità maggiore (ma pure più grande e pesante). Un’eventualità che alleggerisce il lavoro del motore a combustione, non essendo più il solo ad occuparsi del pacco batterie, potendo essere ricaricato anche da una semplice presa domestica oppure da una colonnina di ricarica.

Per entrambe la tecnologia è simile, ma cubature e potenze in gioco sono differenti. Per la Kia Niro Plug-in il potenziale ibrido si realizza grazie ad motore ad aspirazione naturale di 1,6 litri accoppiato ad un’unità elettrica (schema ibrido parallelo). Il cambio è del tipo a doppia frizione a sei marce, mentre la potenza complessiva è pari a 141 cavalli. Punto di forza ovviamente i consumi, dato che il valore dichiarato nel ciclo combinato si limita ad appena 1,3 l/100 km, che corrisponde ad emissioni di CO2 pari a 29 g/km. Merito di un’autonomia in marcia elettrica di circa 58 km (dati ufficiali). In questo frangente la Niro può raggiungere una velocità massima di 120 km/h, dopodiché si attiva il motore endotermico. Il crossover coreano sfrutta le sinergie derivate dall’esperienza Hyundai Ioniq, con cui condivide il pianale. Ecco perché in un secondo momento arriverà sul mercato pure una variante totalmente elettrica di Kia Niro.

Di tutt’altra pasta la formazione proposta da Optima Sw, che ovviamente riprende i diktat della berlina. Motore 2.0 Gdi, unità elettrica e cambio automatico a sei marce. La potenza complessiva è pari a 205 cavalli e la coppia motrice a 375 Nm. Sulla familiare i consumi dichiararti sono intorno a 1,4 l/100 km e le emissioni di anidride carbonica si limitano a 33 g/km. In questo caso l’autonomia in elettrico sale sino a 62 km e il limite di velocità in questa modalità di guida è sempre 120 km/h.

Ma se i centimetri cubici differiscono per qualche unità, così come le performance, sono invece identici i sistemi d’infotainment. Kia sceglie la strada delle trasversalità: da Picanto sino a Optima i contenuti multimediali sono pressoché gli stessi. Lo stesso dicasi in chiave connettività: disponibili sia Android Auto che Apple CarPlay, che per l’occasione sono di serie su entrambi i modelli plug-in. Facili da usare, la posizione delle porte Usb non crea difficoltà agli utenti di bordo. Altrettanto semplice interagire con l’auto tramite comandi vocali.

Da sottolineare che su entrambe le plug-in Kia non sia presente un bottone per attivare da bordo la modalità solo elettrico. Questo perché il sistema tenderà sempre a privilegiare questo tipo di marcia. Ne è invece presente un’altro per far si che l’unità a combustione interna si occupi della ricarica delle batterie (utile in autostrada). I tempi di ricarica dalla presa di corrente sono gli stessi: sette ore da quella domestica (220 V) e tre ore da una colonnina pubblica.

Quanto a conformità tra Niro e Optima Sw, anche il sistema Eco Das. Sistema che opera in stretta collaborazione con il navigatore, suggerendo quando rilasciare il pedale del gas in prossimità di una curva.

Già disponibili presso la rete di vendita Kia, la Niro ha un prezzo full optional di 36.700 euro, mentre la Kia Optima Sw di 45.750 euro. Due pacchetti di accessori dedicati (2000 euro) alimentano un quadro già di per sé molto ricco.

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