Sarà stato anche un “concetto quasi osceno”, come aveva detto al salone dell'auto di Ginevra nel 2016, ma quasi due anni dopo una Ferrari elettrica non è più da escludere. Anzi, «potrebbe essere nel piano» industriale prossimo. Parola di Sergio Marchionne. L'amministratore delegato e presidente del Cavallino Rampante sa bene che l'esperienza di guidare una Ferrari sta nel suono aggressivo prodotto dal motore ma «se si deve costruire una super car elettrica, Ferrari sarà la prima a farla. È dovuto».
Il top manager italo-canadese non vuole dunque arrivare secondo. E ha anche confermato il lancio di un “Fuv”, ossia l'equivalente di un Suv, nel 2020, con cui intende certamente tenere fede al Dna della Ferrari e all'esclusività del marchio. L'azienda con sede a Maranello - scorporata da Fiat Chrysler Automobiles e quotata al Nyse con simbolo “RACE”, corsa - strapperebbe l'attenzione a Elon Musk, che con le sue Model S e Roadster ha definito il mercato di lusso delle auto elettriche ben prima degli avversari. Pur avendo espresso estrema cautela nei confronti dell'elettrificazione delle vetture, Marchionne ha giustificato l'adeguamento dicendo: «Lo facciamo perché dobbiamo farlo».
Rifiutandosi di fare grandi annunci dal Salone dell'auto di Detroit - cosa che invece ha fatto due giorni fa la rivale Ford, portando a 11 miliardi di dollari l'investimento al 2022 - colui che è anche Ceo di Fca ha spiegato che in generale il mercato europeo dell'auto elettrica anticiperà quello americano. Il motivo? La regolamentazione nel Vecchio Continente, che potrebbe portare i produttori di auto i ritirare da quel mercato le vetture che non rispettano gli standard sulle emissioni.
Matteo Renzi «mi è sempre piaciuto come persona, quello che gli è successo non lo capisco. Quel Renzi che appoggiavo io non l’ho più visto da un po'», ha detto Marchionne, a margine della presentazione di una nuova Jeep al salone dell'auto di Detroit.
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