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Ginevra 2018, in vetrina l'industria dell'auto che cambia

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Ginevra 2018, in vetrina l'industria dell'auto che cambia

Ginevra - Elettrificazione, guida autonoma e la crisi del diesel sono i temi chiave sui quali l’industria dell’ auto si confronterà al Salone di Ginevra, in scena da martedì fino al 18 marzo.

Una sorta di “Stati generali della automotive”, alla vigilia di una nuova era per l’auto che deve sempre di più fare i conti con il rifiuto dei motori endotermici, in particolare ad alimentazione diesel e con il nascere della mobilità elettrica su larga scala. Secondo l’Automotive elettrification index l’autonomia delle auto elettriche negli ultimi anni è aumentata di oltre 6 volte, passando dai 7,3 milioni di km del primo trimestre 2013 ai 47,5 milioni di km del secondo trimestre 2017. Senza contare che sull’auto europea premono nuovi attori, da Tesla e le società hi-tech californiane, ma soprattutto dai brand dell’auto cinese che grazie all’elettrico contano di azzerare il gap competitivo che li separa dai marchi europei.

Come si prepara l’industria europea dell’auto ad affrontare una rivoluzione così epocale? Unendo forze e risorse. Il progressivo abbandono del diesel (Fca in questi giorni ha fatto trapelare anch’essa una via di uscita) trova ragione d’essere nel fatto che ormai costa troppo fare motori a gasolio rispettosi di normative spesso artificisiosamente esigenti. E così le case puntano sull’elettrificazione. E questo non vuol dire solo auto 100% alla spina ma soprattutto ibride, ibride plug-in e mild hybrid.

Sull’elettrico puro sono state unite le forze con una storica alleanza per ampliare la rete di ricarica in Europa. Si chiama Ionity, una sorta di “Airbus” del network di ricarica che vede la presenza di Bmw, Daimler, Ford e Volkswagen al gran completo. Il dieselgate ha accelerato la svolta elettrica del gruppo Volkswagen: 34 miliardi di euro investiti entro il 2022 per l’auto del futuro, elettrica, ma anche ibrida plug-in e dotata di sistemi di guida autonoma o semiautomatica per arrivare a vendite entro il 2025 un milione di elettriche l’anno e la leadership EV.

La risposta di Bmw non si è fatta attendere: 25 i modelli elettrificati che il brand di Monaco conta di lanciare entro il 2025, 12 dei quali saranno a trazione elettrica. Così Mercedes ha annunciato che entro il 2022 porterà l’elettrificazione nell’intero portfolio dei due brand Mercedes e Smart, offrendo una versione ibrida o elettrica per ogni modello in gamma. Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Alleanza Renault e Nissan con l’importante aggiunta di Mitsubishi: il piano industriale “Drive The Future” per il 2017-2022, punta decisamente a un aumento dell’offensiva sul fronte delle vetture elettriche e ibride plug-in con 8 nuovo modelli EV e 12 ibridi plug-in. Anche il piano di rilancio annunciato da Psa all’indomani dell’acquisizione di Opel ha un focus privilegiato su auto ibride ed elettriche: 4 le linee elettrificate entro il 2020 e tutta la gamma anche con la spina entro il 2024 con varianti ibride o alla spina.

Fra i gruppi automotive a livello mondiale più impegnati sull’elettrificazione sono in pole i coreani di Hyundai e Kia visto che entro il 2025, data prevista per un primo completamento della gamma elettrificata, Hyundai conta di aver lanciato ben 18 nuovi modelli elettrificati e Kia quasi altrettanti due soli in meno 16. In entrambi i casi oltre che ibridi ed elettrici si tratta anche di veicoli a idrogeno con alimentazione a celle combustibili. In questo scenario così ben delineato va poi inserito il “nodo” Fca e la domanda di questi mesi a cui nessuno sa ancora dare una risposta: dove finirà? Da un lato i possibili acquirenti. Tramontata, ma non del tutto, l’ipotesi dei cinesi di Geely che sembrano aver virato sul gruppo Daimler, un’ipotesi più volte smentita, ma che resta la più credibile potrebbe essere quella che porta al gruppo coreano Hyundai e Kia, intenzionato a scalare i piani alti delle classifiche mondiale, oltre che sempre più radicato nella realtà europea.

A fare da variabile ad una possibile intesa con i coreani potrebbe essere forse l’appetibilità del brand più internazionale del gruppo, Jeep, che ha piani sempre più ambizioni ben oltre i 2 milioni di vetture vendute entro la fine di quest’anno. Fca ha però la necessità di garantirsi in tempi rapidi un supporto per avviare l’elettrificazione dei suoi brand che i coreani potrebbe garantire. Un altro tema caldo in Fca è quello delle piattaforme. La prossima baby Jeep sarà realizzata sulla “small” di Panda, architettura che ha debuttato 15 anni fa, mentre l’unica nuova piattaforma che ha in casa il gruppo è la Giorgio sulla quale sono nate le nuove Alfa Romeo. Anche in questo caso un “aiuto” da parte dei coreani sarebbe gradito. Da parte sua il gruppo di Sergio Marchionne potrebbe portare in dote l’accordo con Google. La fusione, insomma, sarebbe da fare. Ma da qui a scriverla non è cosa semplice. Ne sapremo forse di più nel corso delle due giornate che precedono l’apertura del Salone di Ginevra.

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