Motori elettrici, a combustione e alimentazione a idrogeno. Tre tecnologie, ma un’unica soluzione: gli Sport Utility Vehicle. Una scelta che Hyundai declina secondo tre nuovi modelli: Kona Electric, Santa Fe e Nexo. Ennesima dimostrazione di forza di un Costruttore che non lesina quanto a potenziale tecnologico.
Così la Kona rivela tutto il suo potenziale anche in ambito elettrico. Un elettrico che sulla carta può vantare un’autonomia di 482 chilometri per 204 cavalli di potenza massima. Numeri potenzialmente appetibili a chi l’auto la impiega anche fuori dalle mura urbane. Questi i dati delle versione più prestazionale, le cui performance sono assicurate da batterie da 64 kWh. Perché è disponibile una seconda variante, con batterie da 39,2 kWh, la cui unità elettrica sviluppa invece 136 cavalli, garantendo un’autonomia di 312 chilometri. La coppia motrice di 395 Nm è la stessa per entrambe le versioni.
La dimensione del bagagliaio lascia qualche litro per strada, per dare spazio al pacco batteria ai polimeri di litio. Il dato si attesta infatti a 332 litri di volume. Mentre le differenze stilistiche con le Kona tradizionali privilegiano l’efficienza aerodinamica. Infatti la calandra frontale risulta essere chiusa, mentre il quadro dimensionale prevede una lunghezza maggiorata di 15 millimetri.
Ridotte ai minimi termini anche le differenze a bordo. La presenza dei paddle al volante non ha nulla a che fare con il cambio, dato che il motore elettrico non ne ha alcuno. Bensì servono per regolare l’intensità della frenata rigenerativa. Quel “meccanismo” che vi consente di ricaricare la batteria durante la fase di rallentamento, senza quasi fare uso del pedale del freno.
La vita di bordo, così come il complesso multimediale e quello dei sistemi di assistenza alla guida, riportano direttamente alle Kona equipaggiate con motore a combustione interna. La grafica della strumentazione è specifica per il modello elettrico. Una vettura che, stando ai tempi di ricarica dichiarati dalla casa, dovrebbe impiegare 54 minuti per raggiungere l’80% del proprio potenziale da una stazione in corrente in continua da 100 kW. Dati che si riferiscono alla versione con pacco batterie da 64 kWh.
Non avrà la stessa tendenza alle basse emissioni di Kona Electric, ma la nuova generazione di Hyundai Santa Fe è certamente più efficiente che in passato. Un Suv che spicca per le dimensioni imponenti, cresciute di pochi millimetri in questa nuova edizione. Al di là delle disquisizioni sul design, il pacchetto Santa Fe annovera una serie di novità soprattutto a livello di sistemi di assistenza alla guida. Molte a dire il vero sono note e sono parte del patrimonio automotive da diverso tempo. Quindi la frenata automatica d’emergenza con rilevamento dei veicoli e dei pedoni non rappresenta la vera notizia. Piuttosto il sistema Rear Occupant Alert, che rileva la presenza di persone o animali sul sedile posteriore una volta che l’auto è stata chiusa. Un sensore a ultrasuoni monitora la seduta, oltre ad un messaggio di alert prima di spegnere la vettura.
La gamma motori si sviluppa su tre motorizzazioni, due a gasolio e una benzina. Molto probabile che quest’ultima non solcherà mai i confini nazionali, proprio come per l’ultima edizione. Il 2.0 Crdi è disponibile in due livelli di potenza: 150 e 182 cavalli. Mentre la versione da 2,2 litri eroga 197 cavalli, a cui si aggiunge il benzina da 2.359 centimetri cubici da 185 cavalli. Tre unità per due scelte di trazione: anteriore o integrale. Due anche le opzioni relativamente al cambio: manuale a sei marce oppure automatico a 8 rapporti. Si tratta di trasmissioni sviluppate internamente al Gruppo Hyundai.
L’ultima variabile proposta da questo trittico di novità è l’idrogeno in formato Sport Utility Vehicle. Nexo si presenta ai nastri partenza con una piattaforma dedicata, evolvendo la meccanica di ix35 Fuel Cell. Uno schema che comprende pacco batterie, serbatoio di idrogeno e motore elettrico. Una triade di elementi che assicura circa 800 km di autonomia, stando a quanto dichiarato da Hyundai. Nexo introduce il primo sistema di serbatoi unificati, che permette di ottimizzare gli spazzi sotto il pianale.
Il motore sincrono a magneti permanenti sviluppa 163 cavalli di potenza e 395 Nm di coppia motrice, che tradotti in prestazioni significa un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 9,2 secondi e una velocità massima di 179 km/h. Ma Nexo è anche il “laboratorio” di diverse sperimentazioni relativamente alla guida autonoma di livello 4, che la Casa coreana porta avanti in partnership con la tech-company americana Aurora, di cui vedremo i risultati non prima del 2021.
Ma la tecnologia futura di Hyundai si palesa anche in forma di prototipo. La concept Fil Rouge rivela alcune soluzioni stilistiche che vedremo prossimamente sui modelli del brand coreano. Si tratta di una concept che vanta un complesso sistema di proporzioni, sviluppato sul rapporto aureo. Ma che si palesa più semplicemente come una gran coupé a quattro porte molto filante. Portiere a libro e uno schermo flottante di fronte al conducente sono alcune delle specificità più originali.
La vita di bordo è un altro dei temi caldi che circolano in Hyundai. Grazie soprattutto all’Intelligent Personal Cockpit. Uno studio di plancia futurista, dominata da funzionalità che si rifanno al riconoscimento vocale basato sull’intelligenza artificiale (AI) e sull’internet delle cose (IoT). Che consente di riconoscere alla vettura una serie di comandi posti all’interno della stessa frase. L’idea è quella di creare un ambiente connesso, che permetta a chi si trova in abitacolo di regolare alcune operazioni legate alla propria casa direttamente dalla vettura (car to home). Inoltre una serie di sensori posti su volante e sedile, monitorano lo stato di salute del conducente.
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