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Dossier McLaren Senna guida la carica delle emozioni

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Dossier | N. 39 articoliAuto, tutte le novità di primavera marca per marca

McLaren Senna guida la carica delle emozioni

Esclusiva per la pista. La versione GT3 della McLaren Senna (dedicata al pilota brasiliano) è stata tirata in solo 75 esemplari  da 1,5 milioni di euro. Modificato il 4.0 V8 biturbo che   eroga   ora 825
Esclusiva per la pista. La versione GT3 della McLaren Senna (dedicata al pilota brasiliano) è stata tirata in solo 75 esemplari da 1,5 milioni di euro. Modificato il 4.0 V8 biturbo che eroga ora 825

Parlando di auto possiamo (e dobbiamo) ancora far riferimento anche ai bolidi sportivi che sono in grado di scatenare emozioni e passione. Al salone di Ginevra da poco concluso è bastato un nome per riaccendere l’entusiasmo di molti appassionati (e non): Senna. Alla kermesse svizzera McLaren ha portato l’ultima essenza realizzata a Woking: la McLaren Senna Gtr.

Un prototipo che prende il nome del pilota brasiliano tre volte campione del mondo di Formula Uno. È la più performante biposto mai realizzata dal costruttore inglese e vedrà la luce in soli 75 esemplari ovviamente solo per la pista e realizzati a mano dal 2019. La scocca è in fibra di carbonio (la stessa Monocage III della Senna) e permette di contenere la massa a circa una tonnellata.

Ha un aspetto aggressivo con una carreggiata importante e nuovi paraurti anteriori e posteriori insieme a numerosi elementi aerodinamici che in movimento le permettono di avere un carico fino a 1000 kg per tenere l’auto incollata al suolo. Il motore è un 4.0 litri V8 biturbo da 825 cavalli.

Rimanendo in tema di grandi classici, e questa volta con un marcato coinvolgimento italiano, l’attenzione cade sulla Mta Stratos, la reinterpretazione dell’iconica Lancia Stratos che negli anni settanta ha fatto sognare migliaia di appassionati con il debutto nel 1972 al Tour de Corse con Sandro Munari e vincendo il Campionato del Mondo Rally nel 1974, 1975 e 1976.

Nel 2018 si riaccende l’entusiasmo (se mai si fosse spento) per questo modello con la reinterpretazione moderna di Manifattura Automobile Torino (fondata da Paolo Garella, ex capo progetti speciali in Pininfarina) su licenza inglese della New Stratos GbR. Realizzata a partire dalla Ferrari 430 Scuderia, rispetto alla “classica” la scocca è stata accorciata di 20 centimetri per una lunghezza di quasi 4 metri e una massa di 1.246 kg grazie al largo uso di fibra di carbonio.

Come la storica che montava un motore ereditato dalla Ferrari Dino 246, la moderna monta un propulsore centrale posteriore Ferrari, questa volta adottato dalla 430 Scuderia: il V8 4,3 litri da 540 cavalli. Questo è abbinato a un cambio sequenziale a sei marce. Qualità che le permettono una performance 0-100 in 3,3 secondi e una velocità massima di 330 km/h.

E farcendo un salto oltralpe, Bugatti ha presentato la Chiron Sport, una versione aggiornata dal punto di vista del comportamento dinamico della Chiron. Assetto più rigido e riduzione del peso di 18 kg grazie all’ampio uso di carbonio, addirittura anche sui tergicristalli. Il motore è rimasto lo stesso della Chiron del 2016, montato in posizione centrale il 16 cilindri 8 litri quadriturbo con 1500 cavalli di potenza e una performance 0-100 in 2,5 secondi.

Già conosciuta ma di elevato appeal è la Aston Martin Vantage vista nel mese di novembre, fa ora la sua prima apparizione in Europa. La sportiva di Gaydon presenta la classica piattaforma in alluminio utilizzata su tutte le Aston Martin, anche se in questo caso è stata appositamente modificata del 70%. La massa è di circa una tonnellata e mezza ed è distribuita 50-50 tra anteriore e posteriore. A darle dinamismo, il V8 4.0 biturbo da 510 cavalli e con una coppia massima di 685 Nm, si tratta di un motore di origine Mercedes-Amg.

Le performance non si lasciano attendere: uno spunto 0-100 in 3,7 secondi e una velocità massima di 314 km/h. Questo è abbinato, per la prima volta, ad un cambio robotizzato ZF a otto rapporti montato nel posteriore.

Concludiamo questo breve (ma intenso) excursus sulle sportive che più ci hanno colpito in questo periodo con la Rimac C Two.

Un’auto dalle alte prestazioni che al posto del sound dei motori con pistoni e bielle lascia il posto al sibilo del motore elettrico. Esteticamente non dà l’idea che sia un’auto alla spina anche se alcuni dettagli lasciano presagire che l’aerodinamica sia stata studiata per massimizzare l’energia della batteria.

Per contenere la massa (circa 2 tonnellate), si è fatto abbondante uso di carbonio già dalla monoscocca e nella porte con apertura alare. Impressionanti sono i suoi numeri: 1914 cavalli e 2300 Nm di coppia. Ogni ruota è dotata di un motore elettrico che uniti permettono di raggiungere una velocità massima di 412 km/h e uno spunto 0-100 km/h in 1,97 secondi. Una curiosità è che la trasmissione è doppia: un cambio a velocità singola davanti e uno a doppia velocità dietro.

Per dare energia a questa super sportiva è presente una batteria integrata alla scocca al Litio Manganese Nichel da 120 kWh che assicura, secondo i dati diffusi dalla casa, un’autonomia di 650 km. A concludere la dotazione anche sistemi di assistenza alla guida di livello 4. La produzione inizierà nel 2020, ne verranno realizzati solo 150 esemplari omologati per la circolazione stradale.

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