Nel 2017 il comparto True fleets - che per Dataforce comprende le immatricolazioni a cliente aziendale “reale”, cioè gli acquisti diretti di imprese e professionisti con partita Iva, assommati ai veicoli dei noleggi a lungo termine - ha visto al vertice della graduatoria dei modelli preferiti ben cinque modelli Fiat; nell’ordine: Panda, 500, Tipo, 500X e 500L. Nelle immediate retrovie, Nissan Qashqai, Volkswagen Tiguan, Golf, Jeep Renegade (sempre del Gruppo Fca) e Ford Fiesta. La citycar Panda primeggia, distanziando le concorrenti di parecchio, come del resto avviene tra i clienti privati: 21.726 esemplari venduti nell’anno agli utenti business, con l’altra piccola da città, la sempre modaiola 500, che ha sorpassato brillantemente le dieci primavere, attestata a quota 12.043 unità immatricolate. Più ravvicinate le posizioni di Tipo e 500X, rispettivamente a 11.273 e 11.240 esemplari targati nei 12 mesi. Tutti gli altri modelli della top ten sono compresi tra poco più di 8.000 pezzi e appena meno di 7.000.
Balza subito all’occhio che tra i 10 modelli superstar nel comparto aziendale ben 4 sono suv/crossover, a conferma che questa tipologia di vetture è sempre più gradita dagli automobilisti. Scorrendo la classifica dei primi due mesi del 2018, invece, la vera novità è la seconda posizione assoluta della Ford Fiesta, pur a debita distanza dalla Panda, inavvicinabile come sempre. La nuova Fiesta è molto gradita dall’utenza aziendale, perché abbina dimensioni e prezzo contenuti a una dotazione di sicurezza, di infotainment e connettività molto alta: sono argomenti di sicura presa per chi trascorre molte ore al volante. Le posizioni successive sono appannaggio di un terzetto di Fiat, con la 500 sul terzo gradino del podio, mentre la 500X e la Tipo si sono scambiate le posizioni. Sesta la 500 L, seguita dalla Golf, dalla new entry Jeep Compass, dalla Nissan Qashqai e dall’Alfa Romeo Stelvio.
Quest’ultima è la sorpresa più gradita (anche se attesa). Il suv sportivo del Biscione è un’auto trasversale: piace ai privati, ma soprattutto alle flotte aziendali, perché ha caratteristiche distintive per gli “user chooser”. I suoi numeri di vendita sono stati, a gennaio e febbraio, molto vicini a quelli della Qashqai, nonostante appartenga a una categoria di prezzo decisamente superiore. La Stelvio ha immagine sportiva, prestazioni eccellenti, consumi contenuti, posizionamento centrato sia in termini di prezzo, sia di sconto fleet e anche di valore residuo. La Compass (un altro suv) ha preso il posto della Renegade, con cui condivide la meccanica. La graduatoria evidenzia anche che alle flotte aziendali piacciono i modelli nuovi: Tiguan è fresca di restyling, Qashqai pure, la Stelvio è una delle reginette tra le novità dello scorso anno e l’attuale edizione della Fiesta ha debuttato nella seconda parte del 2017.
Cosa succederà nei prossimi mesi? In esclusiva per Il Sole 24 Ore, lo anticipa il forecast di Dataforce per canale e modello, che può fornire una proiezione della classifica di fine anno: la Panda, va da sé, continuerà a mantenere la testa, ma la Fiesta consoliderà la sua marcia trionfale, anche perché, ed è notizia di questi giorni, a ingrossare le vendite sta arrivando la versione Active, cioè una Fiesta “suvvizzata”. Il mercato ha dimostrato in questi ultimi tempi quanto siano graditi suv e crossover di segmento B e la Fiesta Active aggancia giustamente questo trend. Per questo motivo, Dataforce ritiene che la Fiesta possa chiudere il 2018 con oltre 14mila unità vendute alle flotte aziendali. Al terzo posto nel forecast si piazza la Fiat Tipo, che potrebbe essere ulteriormente rivitalizzata dalla discesa in campo della tanto attesa versione ecologica a metano.
Il tema delle alimentazioni alternative, infatti, è la grande incognita del 2018. Con il diesel in calo anche sul nostro mercato (a marzo la prima pesante battuta d’arresto, con un arretramento delle immatricolazioni del 9%), gli utenti business stanno riflettendo sulle scelte d’acquisto prossime venture: l’elettrico sembra ancora fuori portata per molte aziende (in termini di prezzo e range di autonomia), l’ibrido appare la soluzione migliore, ma non sempre si dimostra competitivo sul versante dei consumi effettivi nelle percorrenze extraurbane (ossia quelle più frequentate dagli utenti di flotta), né è ancora confrontabile col diesel sul valore residuo (in attesa di un sempre più probabile drastico abbassamento delle quotazioni dell’usato delle auto a gasolio, che potrebbe rimescolare le carte). Il metano appare dunque una soluzione conveniente, per giunta nemmeno troppo transitoria: tant’è che anche i costruttori tedeschi hanno proposto, praticamente in esclusiva per l’Italia, delle valide versioni a metano delle quali, in alcuni casi, è stata chiusa l’ordinabilità, in quanto la produzione dedicata all’Italia è già andata esaurita. Un assist alla Tipo a metano, il fatto che i competitor tedeschi abbiano finito le loro auto a metano.
L’autore è country manager Dataforce Italia
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