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Diesel Euro 6 accusati a torto, resta problema rinnovo parco

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Diesel Euro 6 accusati a torto, resta problema rinnovo parco

  • – di Ansa
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ROMA - Anche se a lungo termine e per specifiche aree, il futuro della mobilità è già tracciato e passa per una fase di transizione che prevede l'utilizzo di tutte le tecnologie di propulsione oggi disponibili sul mercato, compreso naturalmente il diesel, che è stato scaraventato (a torto) sul banco degli imputati. Lo sostiene il sito Dealerlink - il punto di riferimento sul web per i concessionari auto - che riporta dichiarazioni e approfondimenti di esperti del settore.
“In questa fase intermedia tra le motorizzazioni tradizionali e la propulsione elettrica - ha recentemente detto Massimo Nordio, amministratore delegato del Gruppo Volkswagen nel nostro Paese -, il diesel sarà una delle opzioni disponibili insieme a metano, ibrido e benzina. Una soluzione allo stesso livello, e per alcuni parametri addirittura migliore, rispetto alle altre tecnologie tradizionali dal punto di vista delle emissioni e dell'impatto ambientale”.
Dealerlink si chiede come sia possibile spiegare la vera e propria guerra dichiarata al diesel, con tanto di blocchi alla circolazione dedicati. Secondo Nordio, esiste un grave “problema di comunicazione, e quindi di percezione della realtà” e oggi “va di moda penalizzare il diesel”.
La questione davvero importante riguarda piuttosto i vecchi diesel. L'ampiezza del fenomeno 'rinnovo' del parco circolante a gasolio è rilevante, dato che, in Italia, sono sulle strade - all'interno del totale di 37 milioni di veicoli - ben 2 milioni di Euro 0, Euro 1 e Euro 2. Mezzi obsoleti e inquinanti, con oltre 10 anni di vita e caratteristiche quasi 10 volte più inquinanti rispetto a un'auto diesel Euro 6 di oggi.
Lo conferma anche un vero esperto del settore, Enrico De Vita. “Il diesel viene accusato di essere più cancerogeno di un motore a benzina. Non è vero, lo è almeno come tutto ciò che brucia”. Ma allora perché tutto questo accanimento contro le auto a gasolio? De Vita sostiene che uno dei principali imputati è l'America. “Ha fatto di tutto per tenerle lontano dal suo mercato, al punto che mentre oggi in Europa si vendono quasi 10 milioni di vetture diesel, in America lo scorso anno sono state vendute solo 95mila automobili a gasolio”.
Le auto a gasolio di oggi, ribadisce l'esperto, sono molto più pulite rispetto ai motori a benzina di ultima generazione.
“Da un diesel di oggi si possono respirare tutti i gas senza sentire odore né vedere fumo nero. Se mi metto dietro a un benzina modernissimo - dice De Vita - si sente una puzza che non finisce più”. E conclude affermando che “la contribuzione del diesel alle polveri è molto bassa. A Milano oggi il totale delle polveri nell'aria è nettamente inferiore al 1968, quando non c'erano motori diesel nelle auto”. (Ansa)

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