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AUTOMOTIVE

Motori, la Magneti Marelli di Modugno piattaforma leader dell’elettrificazione

Per il momento è una nicchia, destinata a crescere nei volumi nel corso dell’anno: si tratta dei componenti elettronici per motori ibridi prodotti nello stabilimento Magneti Marelli di Modugno, in provincia di Bari, destinati ai nuovi Ram 1500, i nuovi pick up lanciati sul mercato poche settimane fa dal Gruppo Fiat Chrysler. Dal punto di vista produttivo, i volumi stanno crescendo e il lavoro in linea, riferiscono i sindacati, è passato da pochi giorni da 18 a 20 turni a settimana. La produzione è destinata agli stabilimenti americani di Fiat Chrysler dove vengono assemblati i pick up del Gruppo.

I volumi

Insieme a Jeep e ai brand italiani del lusso, Alfa Romeo e Maserati, Ram rappresenta il quarto pilastro del piano industriale presentato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne a Balocco il primo giugno scorso. E le motorizzazioni ibride, sviluppate su propulsori a benzina, promettono di trainare la crescita del brand americano, terzo per consistenza sul mercato statunitense ma con l’ambizione di crescere da qui al 2022. Per questo la nicchia produttiva italiana in capo a Magneti Marelli per le motorizzazioni ibride può giocare un ruolo chiave nel futuro sviluppo del powertrain Made in Italy, principalmente focalizzato sulle motorizzazioni tradizionali, diesel e benzina.

Proprio lo stabilimento di Modugno è tra i principali in capo alla controllata FCA destinato alla produzione di componenti per i motori, in particolari pompe e iniettori. Con l’avvio della nuova linea di produzione, dunque, conquista il ruolo anche di leader plant per l’elettrificazione. Ci lavorano un migliaio di addetti, 200 dei quali impegnati sulla linea dei motori ibridi. Qui si realizzano i kit completi che vengono poi assemblati direttamente sulla linea di assemblaggio dei Ram: mille kit al giorno per un totale di 254mila pezzi programmati nel corso dell’anno. Una linea produttiva, quella destinata ai componenti per i nuovi motori ibridi del Gruppo, destinata comunque al raddoppio a partire dal mese di ottobre, come l’azienda ha già comunicato ai sindacati, con un investimento che dovrebbe raggiungere i 20 milioni di euro.

Il piano industriale

Quello di Modugno è uno stabilimento storicamente votato alla produzione di componenti per i motori, rilanciato oltre un anno fa dopo un periodo di forte calo dei volumi. In piena crisi del diesel, dunque, fa il salto verso le nuove motorizzazioni ibride, a traino di uno dei brand core di Fiat Chrysler sul mercato americano, Ram. La strategia industriale del Gruppo sui pick up è stata illustrata da Michael Manley, brand manager per Jeep e Ram e membro del Gec, durante la presentazione del piano industriale a Balocco. Manley ha ricordato gli otto anni di crescita ininterrotta delle vendite per il marchio Ram, dalle 263mila unità del 2009 alle 770mila previste per il 2018. In prospettiva, l’obiettivo è la crescita dei volumi di vendita, stimata tra il 20 e il 30% al 2022, crescita che in valore assoluto si aggira sulle 200mila unità.

L’avvio del piano di elettrificazione spiegato nel dettaglio a Balocco prenderà le mosse, per il brand Ram, dal comparto light duty e, nella visione del Lingotto, andrà di pari passo con la previsione dell’aumento dei volumi per il brand dei pick up. Di fatto, dopo l’esperimento con l’elettrificazione del motore della Chrysler Pacifica – modello su cui il Lingotto sta inoltre concentrando lo studio e lo sviluppo delle soluzioni per la guida autonoma insieme a Waymo, del Gruppo Google — Ram è il secondo brand su cui Fiat Chrysler scommette già nei prossimi mesi, per testare il debutto sul mercato delle nuove motorizzazioni ibride. Con caratteristiche tecnologiche comunque diverse: nel caso della vettura Chrysler (Pacifica), si tratta di una vettura ibrida plug-in mentre per il Ram 1500 parliamo di soluzioni mild hybrid dotate di motore elettrico a 48 volt.

Il Powertrain Made in Italy

Per il tessuto industriale italiano è importante in questa fase essere presente nella partita dell’elettrificazione dei motori, per sviluppare competenze e mantenere volumi e livelli occupazionali. Anzitutto in relazione al piano per l’elettrificazione dei motori annunciato da Fca e illustrato nel dettagio il primo giugno scorso da Harald Wester, Chief Technical Officer. Un percorso che interesserà anche la Fiat 500 – con l’avvio della produzione di una city car full electric destinata prevalentemente all’area Emea – e che coinvolgerà soprattutto i brand Jeep e Maserati a partire dalla fine 2019, con 9 miliardi di euro di investimenti programmati fino al 2022. Altrettando importante è implementare le competenze sui motori elettrici e ibridi in capo a Magneti Marelli, destinata come confermato dallo stesso Sergio Marchionne nelle settimane scorse, al futuro spin-off.

L’esigenza di convertire una parte dell’automotive italiano focalizzato sul powertrain diesel, destinato a ridimensionarsi sul mercato, è comunque una priorità industriale. La stessa Fiat Chrysler ha due stabilimenti in Italia concentrati sulla produzione di motori diesel: Pratola Serra, dove nascono i diesel destinati alle medie cilindrate, e Cento, in provincia di Ferrara, dove si producono i diesel V6 e V8 per le vetture di alta cilindrata. In totale 460mila propulsori – è la stima della Fim Cisl – e oltre 3mila addetti.

La futura trasformazione industriale naturalmente riguarderà l’intero indotto italiano che vale nel complesso almeno 5 miliardi di euro – stima del Sole 24 Ore e dell’Anfia – e che rappresenta uno dei punti di forza anche dell’export: l’Italia esporta motori e parti di motore per circa 4 miliardi all’anno, il 20% del totale delle esportazioni della componentistica auto.

L’avvio delle produzioni di componenti elettriche per motori ibridi nel plant di Modugno aggiungerà al powertrain italiano una nuova rotta verso gli Stati Uniti, era stato così già per i diesel di grossa cilindrata prodotti alla Vm di Cento e destinati alle Jeep vendute in America, ora la scommessa è tenere il tessuto produttivo italiano nella partita dei motori elettrici e ibridi, a partire dal car maker “di casa”.

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