Motori24

Dossier Volvo con la gamma Cross Country rilancia le sw e sfida la suv-mania

  • Abbonati
  • Accedi
    Dossier | N. 39 articoliAuto, tutte le novità in arrivo nel 2019: è boom di suv e ibride

    Volvo con la gamma Cross Country rilancia le sw e sfida la suv-mania

    Con l’avvento delle nuove generazioni dei modelli Volvo, diversamente da quanto accadeva in passato quando la sigla Xc accumunava station wagon “rialzate” e suv, la casa ha assegnato la denominazione Cross Country solo alle interpretazioni più muscolose e simil suv delle sue station wagon. Un filone in cui alla V90 ora si affianca la più compatta V60. Anch’essa si propone a chi, spesso, affronta tratti innevati e a bassa aderenza o, a volte, è costretto a escursioni fuori dalle strade asfaltate, ma preferisce guidare una grossa station wagon anziché un crossover o un suv di analoga taglia.

    La V60 Cross Country, naturalmente, è estrapolata dall’omonima station wagon. Da quest’ultima si distingue per le protezioni inferiori della carrozzeria e per la statura superiore, dovuta all’incremento dell’altezza da terra di 7,5 cm. Una soluzione destinata a evitare incontri ravvicinati con le asperità dei fondi più accidentati della norma. Territori sui quali la V60 Cross Country mette in gioco anche la trazione integrale, oltre che dispositivi e settaggi che ottimizzano l’affidabilità di marcia e la motricità sui fondi a bassa aderenza. Per il resto, la Cross Country si avvale di tutte le più recenti tecnologie sviluppate dalla Volvo: dall’architettura Spa alla rete elettronica, dal corredo rivolto a propiziare sia la sicurezza e l’ausilio alla guida sia il confort sino ai motori. Al riguardo va detto che l’ultima nata di casa Volvo debutta con il turbo a benzina di 2 litri da 250 cv, che origina la versione T5, e il turbodiesel di analoga cilindrata da 190 cv che genera la variante D4. Tuttavia, la famiglia è destinata ad ampliarsi. Infatti, in futuro arriveranno le V60 Cross Country ibrida plug-in e la mild-hybrid, ovvero dotata di un motore elettrico abbinato a una batteria agli ioni di litio destinato a recuperare energia nei rallentamenti per limitare i consumi.

    Proprio queste versioni ci spingono nel mondo dell’elettrificazione, al quale la casa svedese ammicca da tempo sebbene, ed è importante dirlo perché è stato recentemente dichiarato, senza rinnegare il diesel.

    Questo almeno per il momento. Infatti, la Volvo (di proprietà della cinese Geely) ritiene che il diesel sia ancora una soluzione efficientissima e che le realizzazioni più recenti abbiano ormai limitato ai minimi termini l’impatto ambientale. Lo sviluppo della mobilità a Emissioni Zero è affidato a Polestar, un tempo divisione sportiva della Volvo e autrice dei modelli di serie più prestazionali. Oggi, Polestar è diventato un brand al quale è affidato il compito di sviluppare le vetture elettrificate. La prima è già stata presentata, si chiama P1 ed è una coupé ibrida plug-in, mette in campo 450 cv ed è in grado di percorrere 150 chilometri in modalità elettrica.

    La P1 sarà prodotta Cina, dove c’è il quartiere generale del gruppo Geely che dal 2010 è azionista di riferimento di Volvo Cars, e sarà venduta a partire dal prossimo anno a un prezzo di circa 150mila euro. Nel 2019 sarà presentata una berlina a propulsione esclusivamente elettrica e, nel 2020, un suv a emissioni zero. Recentemente è stato annunciato che il primo store Polestar aprirà i battenti il prossimo anno a Oslo, in Norvegia. A questo spazio ne seguiranno un’altra sessantina entro il 2020, che si affiancheranno al canale di vendita completamente digitale. Insomma, la commercializzazione delle Polestar avverrà sulla falsariga di quanto propone Tesla che, naturalmente, è il brand rivale di riferimento.

    © Riproduzione riservata