Nell’ottica di una mobilità futura sempre più snella e sostenibile, l’elettrificazione resta un tema centrale. Se però in questa direzione per il mondo dell’automotive oggi le criticità sembrano essere maggiori dei reali vantaggi, la stessa cosa non può dirsi per il trasporto pubblico urbano, dove l’elettrico sembra pronto a decollare davvero. Il motivo è semplice: a differenza delle auto private, i mezzi pubblici effettuano percorsi standard e programmati e quindi non temono la ridotta autonomia del veicolo.
Nemmeno i tempi di ricarica attuali sono un ostacolo reale: i bus cittadini possono contare su depositi dedicati dove stazionare per diverse ore a fine corsa ed effettuare il pieno di elettricità senza fermi forzati. Secondo l’Uitp, l’associazione internazionale del trasporto pubblico, nel 2030 gli autobus elettrici rappresenteranno la metà del mercato dei mezzi pubblici urbani in Europa. Bloomberg Energy News Finance calcola che con mille autobus elettrici in servizio al posto di veicoli termici, i consumi di greggio arrivano a calare di circa 550 barili al giorno, con un risparmio a fine anno di circa 279 mila barili al giorno (il fabbisogno petrolifero della GreciaI.
Come sottolinea l’ultimo rapporto realizzato dall’Uitp, i prossimi dieci anni saranno decisivi per lo sviluppo e la diffusione degli autobus elettrici anche in Europa. Attualmente circa il 98% dei 173mila bus elettrici al mondo circolano sulle strade cinesi, spinti dagli incentivi governativi. In Europa, invece, la flotta di bus elettrici conta 1.300 veicoli soprattutto nel Regno Unito, seguito da Paesi Bassi, Svizzera, Polonia e Germania. In questo scenario, l’Italia si sta muovendo rapidamente. Atm e Atb, a Milano e Bergamo, sono i primi operatori ad aver messo in atto piani concreti per la transizione. Proprio l’azienda di trasporto milanese a fine 2017 ha lanciato il suo piano “full electric” con un investimento complessivo di 2 miliardi di euro e l’obiettivo di far sparire entro 2030 il diesel dalla propria flotta per sostituirlo con 1.200 bus elettrici adeguando anche la rete di ricarica.
Il primo passo è stata l’immissione su strada di 25 nuovi bus totalmente elettrici entro la fine del 2018 che si andranno ad affiancare ai due che l’azienda possiede già da circa sei anni: i primi 10 sono stati consegnati lo scorso aprile, ed entro fine anno sarà completata anche la consegna del secondo lotto di 15. Una prima flotta verde per la quale l’Atm ha già messo sul piatto 14 milioni di euro. I bus prodotti dalla Solaris sono alimentati da batterie litio-ferro-fosforo (con capacità di 240 kWh), garantiscono un’autonomia di circa 180 chilometri, nessuna emissione inquinante (né particolato e ossidi di azoto e nemmeno monossido di carbonio o idrocarburi incombusti) e la ricarica avviene in circa 5 ore.
Già oggi treni metropolitani, tram e filobus Atm viaggiano ad alimentazione verde e la quote di percorrenza elettrica cittadina è pari al 70%, con 321 chilometri di rete elettrica totale. L’orizzonte però resta il 2030, quando anche la flotta di superficie sarà totalmente elettrica. «Un importante passo verso la mobilità sostenibile che permetterà di consumare 30 milioni di litri in meno di gasolio e ridurre la produzione di CO2 di quasi 75 mila tonnellate l’anno», spiega Alberto Zorzan, Direttore Operations di Atm. Per arrivare pronti all’obiettivo dei 1.200 bus verdi entro 2030, e dopo il primo traguardo di quest’anno, il Direttore Generale Atm, Arrigo Giana, ha annunciato poche settimane fa il lancio di una nuova gara per ulteriori 250 veicoli elettrici. Intanto, grazie agli investimenti messi in campo per il piano di conversione all’elettrico, anche le infrastrutture di Atm si adeguano, per includere colonnine di ricarica ad hoc: nasceranno infatti quattro nuovi depositi urbani, tre saranno completamente rinnovati e due depositi per bus a gasolio saranno riconvertiti all’elettrico.
© Riproduzione riservata