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Dossier L’elettrizzante rivoluzione della mobilità ecologica

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    Dossier | N. 33 articoliLa sfida della mobilità sostenibile

    L’elettrizzante rivoluzione della mobilità ecologica

    Mercedes EQC, il suv elettrico
    Mercedes EQC, il suv elettrico

    Un cambiamento «elettrizzante». Non è uno scontato gioco di parole, ma la precisa descrizione della situazione in atto nel mondo dell’automobile, sempre più vicino a una mobilità più sostenibile, a soluzioni tecniche che vanno lungo la strada dell’elettrificazione. E questo si traduce in veicoli 100% «alla spina», ibridi e plug-in hybrid.

    Che il momento sia effervescente, lo si deduce da numerosi segnali. Come nuovi modelli in arrivo e investimenti miliardari delle case. Un esempio? Il gruppo Volkswagen, qualche giorno fa, ha deciso di mettere sull’innovazione e sull’auto elettrica altri 10 miliardi di euro, su un piano che partiva da 34 per arrivare ora a 44 miliardi e che fa leva su una magia ingegneristica chiamata Meb, in tedesco Modularer Elektrobaukasten. Questa è la piattaforma modulare per costruire vetture 100% elettriche sfruttando sinergie tra i marchi ed economie di scala per favorire lo sviluppo di modelli che sfruttino tutte le potenzialità dell’essere «alla spina»: spazio a bordo e ridistribuzione dei volumi. Meb darà vita alla gamma I.D., composta da modelli 100% elettrici a grande autonomia (dai 400 km in su)di tutti i marchi del gruppo. Tra l’altro, Audi ha da poco lanciato il suv elettrico Audi e-tron, non basato però su Meb, in competizione con il nuovo Mercedes EQC, mentre Porsche si appresta a presentare la madre di tutte le anti-Tesla: la Taycan.

    Sono arrivate anche tante ibride plug-in e altre si preparano al lancio. Stiamo parlando di vetture di lusso o quanto meno premium: la nuova rivoluzione dell’auto alla spina, infatti, dopo le tante false partenze di qualche anno fa con citycar di alto prezzo e autonomia risibile, si sta innescando ora partendo dalla fascia alta del mercato. E il processo di democratizzazione non sarà comunque breve. Già, perché la sostenibilità non vuole dire solo emissioni zero o super basse, bensì implica anche vetture (e servizi) accessibili a tutti. Con le auto elettriche da 100mila euro (praticamente l’equivalente di 10 utilitarie Euro 6 che muovono altrettante famiglie) non si va lontano. Servono modelli più economici, con autonomia adeguata alle esigenze delle famiglie e reti idonee a ricaricare le vetture in modo semplice e veloce. Insomma, i problemi non mancano, tuttavia le tecnologie e le infrastrutture stanno migliorando. Molte speranze sono rivolte verso le batterie a stato solido che permettono di aumentare la densità energetica diminuendo volume e peso. E soprattutto costi. E qui torniamo al punto della sostenibilità ambientale, che non può essere disgiunta da quella economica. Del resto, anche le proteste in Francia dei «giubbetti gialli» devono far capire che l’accesso a vetture ecologiche deve essere equo per tutti. L’auto elettrica non può essere elitaria e lo sanno bene case come Hyundai o Nissan che propongono modelli come la Kona o la bestseller Leaf.

    Mobilità sostenibile, però, non significa solo automobili private, anzi questa si traduce soprattutto in auto condivise. Meglio se elettriche, beninteso, ma in ogni caso il car sharing aiuta a decongestionare le città.

    E qui entrano in ballo le smart city che devono essere davvero smart: è del tutto inutile immaginare un mondo di veicoli elettrici e magari a guida fortemente assistita se poi nelle città non c’è più l’onda verde dei semafori, mentre le tecnologie esistenti permettono di snellire i flussi di traffico governandoli in modo efficiente. Stiamo parlando di quello che, rientrando sotto la denominazione V2X (cioè vehicle-to-everything), connette i mezzi di trasporto tra di loro e con le infrastrutture.

    Smart city e smart car vanno dunque a braccetto ma la mobilità vede altri attori importanti: i mezzi a due ruote. Da una parte ci sono le e-bike, le biciclette a pedalata assistita, un vero fenomeno di massa (150mila pezzi venduti in Italia nel 2017, pari a un incremento del 19% rispetto all’anno precedente). Dall’altra ci sono gli scooter elettrici che vedono anche una bella presenza del made in Italy con Askoll che domina nello sharing e con l’arrivo di Vespa elettrica che potrebbe davvero scuotere il mercato. E nell’ultimo miglio? Qui entrano in ballo oggetti strani e dubbi sotto il profilo della sicurezza: i monopattini a batteria. Sono molto di moda, fino al punto che ci credono case automobilistiche come Ford, che ha acquistato l’operatore americano di sharing Spin, e Seat che ha svelato un modello con Segway. Una cosa deve essere chiara: in Italia e in altri Paesi è vietato usarli in strada e la mobilità green non può passare da un veicolo quasi giocattolo.

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