Trasporti sostenibili e intelligenti possono funzionare solo in un contesto adeguato dove anche le infrastrutture e le intere città siano pronte ad accogliere questo cambiamento. Si parla da tempo di smart cities ma il presente è ancora troppo poco “intelligente”. A nulla serve per esempio un sistema di guida autonoma o di informatizzazione a bordo se non è possibile dialogare con l’ecosistema attorno: un tema ancora più centrale se si parla di trasporto pubblico cittadino.
Connettività diffusa, sistemi di semplificazione della viabilità, infrastrutture capaci di ricevere e inviare informazioni o sistemi di parcheggio intelligenti in grado di comunicare con i veicoli su strada: sono solo alcune delle necessarie “rivoluzioni” capaci di avviare davvero il cambiamento della viabilità urbana. Per realizzarle, a volte è sufficiente sfruttare appieno la tecnologia che già oggi possediamo.
A dirlo è Smart cities: Digital solutions for a more livable future, l’ultimo rapporto del McKinsey Global Institute, secondo cui la connessione internet e lo smartphone sono già importanti chiavi di volta.
A queste si aggiungono le applicazioni specifiche, capaci di tradurre i dati in informazioni utili, e l’utilizzo reale di questi sistemi da parte dei cittadini. Per esempio secondo lo studio, se utilizzati davvero, i sistemi di guida assistita e le app che raccolgono e analizzano i dati sul traffico possono arrivare a tagliare i tempi di tragitto casa-lavoro del 15-20%.
Anche sulla sicurezza la tecnologia è cruciale e proprio il dialogo fra e con i veicoli e la capacità di analizzare i dati in tempo reale sarà fondamentale per il futuro anche senza la necessità di imponenti investimenti. L’importante è partire: solo per fare un esempio chiunque oggi abbia uno smartphone è potenzialmente in grado di sondare lo stato di salute delle strade su cui viaggia, registrando le vibrazioni di ponti e viadotti.
Lo dimostra anche il recente accordo tra l’Anas e il Senseable City Lab Consortium del Mit di Boston che prevede una prima sperimentazione che, attraverso un sistema di intelligenza artificiale, studierà i dati trasmessi dai cellulari integrandoli con quelli provenienti da sensori più sofisticati: si tratta dei 1.200 sensori fissi che entro febbraio 2019 verranno installati dall’Anas sul Grande Raccordo Anulare e sulla A91 Roma-Aeroporto di Fiumicino, e i sensori mobili presenti sulle 10 auto di servizio dell’azienda che circolano quotidianamente sulle due arterie.
Una soluzione innovativa e meno costosa, che permetterà di conoscere e valutare il “comportamento” delle grandi opere.
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