
Il bonus-malus ultima versione del 18 dicembre è un'operazione da 50 milioni di euro in dare/avere, dunque sostanzialmente
in equilibrio tra maggiori entrate (malus) e incentivi (bonus), secondo le analisi del Centro Studi Fleet&Mobility.
Le circa 8.500 auto elettriche e ibride plug-in di quest'anno potrebbero facilmente raddoppiare sull'onda degli incentivi,
considerando che sono già in forte espansione.
Sul fronte del malus, è probabile una contrazione delle vendite delle auto penalizzate intorno al 20%, considerando che si
tratta di auto destinate a una clientela affluente, a cui scade il leasing o il noleggio e che potrebbero facilmente rimandare
la sostituzione, in modo da rendere meno gravosa l'imposta.
Questo, sommato al prevedibile calo intorno al 5% degli altri volumi, porta a una previsione per il 2019 di circa 1.850.000
unità, se va bene. Considerando poi che a mancare sarebbero di più le vendite di auto costose (colpite dal malus), il giro
d'affari sarebbe di oltre un miliardo in meno, con relativo minor gettito IVA sopra i 200 milioni.
Ma l'emendamento nell'ultima versione introduce anche la rottamazione per le auto vecchie, come era stato suggerito, nell'incontro con il ministro, dall'ACI e dall'Unione Nazionale Consumatori. Purtroppo interesserà poche auto, perché legato ad acquisti di nicchia (elettriche e ibride plug-in), e spreca anche risorse per rottamare le Euro4, ma resta un segnale positivo. Insomma, sembra proprio che la voce del settore sia stata ascoltata.
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