
La nuova Lamborghini Huracan Evo ha scelto il tracciato del Bahrain per svelare il grande lavoro fatto a Sant'Agata Bolognese. Evoluzione del modello lanciato nel 2019, la nuova supersportiva italiana è molto di più del classico restyling di metà carriera presentando su un lungo elenco di novità soprattutto non visibili ad occhio nudo. Devo ammettere di aver avuto qualche dubbio sulla reale evoluzione prima di guidarla.
Esteticamente le novità maggiori si concentrano sulla zona posteriore, mentre il frontale ad un occhio distratto risulta praticamente
uguale al modello che va a sostituire. A bordo invece addio finalmente al tunnel centrale caratterizzato dai tasti in perfetto
stile Audi; ora svetta un maxi schermo touchscreen a sviluppo verticale da dove gestire infotainment e regolazioni vettura.
A Sant'Agata hanno quindi aggiornato la macchina montando uno schermo touchscreen e cambiando leggermente il posteriore? Al
contrario. Gli ingegneri guidati da Maurizio Reggiani hanno realizzato la nuova supercar “compatta” da battere, grazie capacità
di anticipare le richieste di chi siede al volante, al miglioramento della dinamica di guida con l'arrivo delle quattro ruote
sterzanti oltre a proporre finalmente un modello realmente connesso e che fissa nuovi standard sul fronte dell'infotainment
di bordo. Prezzo? 184.034 euro tasse escluse, che in Italia diventano circa 225.000 mila euro.
Lunga vita all'aspirato.
Prima di raccontarvi delle novità montate sulla Huracan Evo, voglio tranquillizzare puristi e innamorati del suono: sotto
al cofano della coupé italiana non è stato montato nessun turbocompressore ma svetta il V10 da 5.2 litri. Derivato dal propulsore
montato sulla Huracan Performante e abbinato al nuovo impianto di scarico dal peso ridotto, eroga una potenza di 640 cavalli
a 8.000 giri/min con una coppia massima di 600 Nm a 6500 giri/min. Le prestazioni della Lamborghini Huracan Evo sono naturalmente
all'altezza del marchio sui cofano, a partire da una velocità superiore ai 325 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h coperto in
2.9 secondi che salgono a 9 per raggiungere i 200 km/h. Sulla bilancia l'ago si ferma a 1422 kg, dato che assicura un rapporto
peso potenza di 2.22 kg/CV, mentre per fermarsi frenando a 100 km/h servono solamente 31.9 metri grazie all'impianto carboceramico
montato di serie con dischi da 380 per 38 mm all'anteriore e 356 per 32 al posteriore su pneumatici P Zero Corsa da 245 e
305 con cerchi da 20 pollici.
Nuova Huracan Evo 2019, design funzionale alle prestazioni.
La prima qualità di ogni Lamborghini che si rispetti è assicurare un piacere di guida unico, capace di creare emozioni curva
dopo curva. Partendo proprio da questo concetto è stato aggiornato il design della Huracan Evoluzione, ovvero novità estetiche
funzionali al miglioramento delle prestazioni. L'aerodinamica rinnovata, tra cui spicca lo splitter anteriore con ala integrata,
ha migliorato il bilanciamento della vettura, l'efficienza e aumentato del 16% il raffreddamento del motore. Le novità principali
arrivano dalla zona posteriore, dove lo spoiler ha un doppio effetto: la parte alta assicura la funzione di downforce, mentre
la parte centrale crea un effetto Venturi importante per il bilanciamento della vettura. Effetto generato anche dal nuovo
diffusore, mentre il sottoscocca è stato ottimizzato con deflettori aerodinamici. Come detto le novità sono tante ma non tutte
visibili a occhio nudo.
Capisce le intenzioni del pilota grazie all'LDVI.
Guidare un'auto in grado di anticipare le proprie intenzioni è il sogno di ogni pilota. Sulla nuova Huracan Evo non esistono
accessori “telepatici” ma gli ingegneri di Sant'Agata sono riusciti a creare una supercar predittiva. Tradotto? La Huracán
Evo elabora i dati in tempo reale e riconosce le intenzioni del conducente per mezzo dei segnali inviati dal volante e dai
pedali di freno e acceleratore, dalla marcia inserita e dalle modalità di guida Strada, Sport o Corsa, selezionabili tramite
il sistema di controllo Anima. Tutto questo è all'interno del nuovo Lamborghini Dinamica Veicolo Integrata (LDVI): una unità
di elaborazione centrale, abbinata alle quattro ruote sterzanti, che controlla ogni aspetto del comportamento della vettura,
integrando sistemi dinamici e assetto per anticipare azioni ed esigenze del conducente, traducendole nella migliore dinamica
di guida.
Con la sigla LPI si indica invece la Lamborghini Piattaforma Inerziale, ovvero una rete di sensori di accelerazione
e giroscopici posizionati in corrispondenza del baricentro della vettura che sulla Evo è stata evoluta alla versione 2.0.
Grazie a un nuovo sistema di controllo avanzato – combinato con trazione integrale e Torque Vectoring – la trazione può essere
indirizzata su una sola ruota a seconda delle condizioni.
E' stato migliorato anche il Lamborghini Dynamic Steering (LDS), ora in grado di garantire una maggiore reattività in curva anche con angoli di sterzata minimi.
Huracan Evo, la prima supercar connessa.
Addio vecchio sistema di infotainment in stile Audi, benvenuta nuova interfaccia uomo macchina (HMI). Facendo un salto in
avanti esponenziale rispetto alla prima Huracan, la nuova Evo diventa la prima supercar connessa prodotta da Lamborghini.
La dotazione ora comprende uno schermo touchscreen da 8.4 pollici a sviluppo verticale. Posizionato nella console centrale,
proprio sopra il pulsante di avviamento, può essere azionato anche da comandi gestuali e permette di controllare in tempo
reale le funzioni della vettura, dai sedili al climatizzatore, fino allo stato del sistema LDVI, oltre a tutte le funzionalità
legate all'Apple CarPlay per l'integrazione dello smartphone. Se ho apprezzato le funzioni di navigazione e entertainment
connesse, come web radio e lettore video, avrei preferito anche il collegamento con Android CarPlay ( in arrivo però nel corso
del 2019). Per gli amanti della guida in pista è disponibile tramite il touchscreen accedere a un sistema opzionale di telemetria
a due telecamere, con funzioni avanzate di registrazione e analisi dati.
In pista tra le curve della Formula 1.
Lamborghini ha scelto il circuito del Bahrain per presentare la nuova Huracan Evo, tracciato che dal 2004 ospita il mondiale
di Formula 1. La conformazione del tracciato, composta da 15 curve e quattro lunghi rettilinei, è perfetta per capire se il
lavoro fatto dagli ingegneri emiliani è all'altezza della sigla Evo. Prima ancora di iniziare il mio turno resto qualche minuto
ad ascoltare il “rumore” (anche se il termine adatto sarebbe sinfonia) del V10, vera e propria opera d'arte per ogni appassionato
di auto. Entrato in auto il salto in avanti rispetto alla precedente Huracan è lampante: il nuovo sistema di infotainment
è realmente intuitivo e completo, mettendo la Lamborghini in una posizione di vantaggio rispetto alle concorrenti. Fin dalle
prime curve ho la conferma di quanto mi è stato raccontato durante la conferenza stampa: la Huracan Evo è molto vicina alla
“vecchia” Performante come precisione, stabilità e velocità in curva, nonostante si tratti del modello di entrata alla nuova
gamma. Seguendo le traiettorie dell'istruttore Lamborghini che mi precede riesco a percorrere il circuito del Bahrain ad una
velocità che non mi sarei immaginato, con la Huracan che segue ogni indicazione. Sto guidando in modalità Sport e sono curioso
se la coupé emiliana apprezza il traverso, nonostante le 4 quattro ruote motrici e il controllo di trazione inserito. Anche
qui vengo colpito da un mix di eccitazione e timore di polverizzare oltre 200 mila euro di auto, mentre esco dalla curva 11
di traverso in piena sicurezza. Passando alla modalità Corsa lungo il rettilineo principale cambia la grafica della strumentazione
(ovviamente digitale) e la vettura diventa ancora più efficace e reattiva, mentre sfrutto tutto il potenziale dell'impianto
carboceramico alla staccata prima della curva 1. Tornato ai box assisto ad una scena che probabilmente non mi dimenticherò
mai nella vita. Un ragazzo arabo, insieme a dei suoi amici, si sta facendo raccontare dai tecnici la nuova nata di casa Lamborghini
prima di fare un giro in pista. Immagino che si tratterà del “solito” fortunato figlio di qualche petroliere milionario ma
non avrei potuto fare sbaglio più grande. È un vero appassionato di motori ma con solo tre mesi di vita, a causa di una leucemia
fulminante, e come desiderio ha chiesto ad una associazione di salire su una Lamborghini. Vederlo commosso accanto a Stefano
Domenicali mentre ascoltano il suono della Huracan, prima di salire a bordo ed entrare in pista, mi ha ricordato per l'ennesima
volta il potere della passione che può generare una supercar di Sant'Agata.
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