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Dossier Ecco la tecnologia che salva molte vite riducendo i costi

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    Dossier | N. 101 articoli Speciale guida autonoma e sistemi ADAS

    Ecco la tecnologia che salva molte vite riducendo i costi

    La Volvo 360c, uno studio di un’auto elettrica a guida  autonoma che, del tutto priva di  conducente, ipotizza  una riformulazione degli spazi e della vita a bordo
    La Volvo 360c, uno studio di un’auto elettrica a guida autonoma che, del tutto priva di conducente, ipotizza una riformulazione degli spazi e della vita a bordo

    La sfida per i costruttori automotive non sarà più offrire le migliori prestazioni in termini di velocità o scatto da zero a 100 km/h, bensì garantire sistemi di guida autonoma e di assistenza alla marcia sempre più avanzati. Senza entrare nel campo della fantascienza con auto capaci di guidare da sole in perfetto stile Blade Runner, nei prossimi cinque anni l’avanzamento tecnologico sul fronte degli ausili alla guida segnerà una vera e propria impennata esponenziale. Tutto parte dalla necessità di migliorare la sicurezza su strada.

    Infatti la Commissione Europea si è posta l’obiettivo di dimezzare i morti ed i feriti gravi da incidenti stradali tra il 2020 e il 2030. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo è stato proposto di introdurre sulle future automobili diversi sistemi di sicurezza attiva come la frenata automatica di emergenza oppure il sistema di assistenza al mantenimento della corsia di marcia o ancora sistemi di rilevamento dei pedoni e dei ciclisti per i veicoli pesanti.

    I sistemi Adas (acronimo di Advanced driver assistance systems) sono diventati lo strumento ideale per ridurre o evitare incidenti di varia natura, dal leggero tamponamento fino all’impatto ad alta velocità in autostrada. Se Adas è diventato ormai un acronimo di uso comune al momento dell’acquisto di una vettura, il prossimo sarà legato al livello di automazione presente a bordo.

    Per distinguere i diversi livelli di guida autonoma si utilizza per convenzione la divisione realizzata dalla Sae (Society of Automotive Engineers), che nel 2014 ha realizzato delle linee guida per distinguere e identificare il livello di automazione in un veicolo. Si parte dallo zero, dove il guidatore controlla tutte le modalità di guida e i movimenti della vettura, fino al livello 5 capace di escludere completamente l’automobilista in ogni situazione di marcia.

    Senza entrare nel campo dei prototipi senza volante, è sufficiente un cruise control adattivo, il mantenimento della carreggiata e la frenata automatica con ripartenza per avere un’auto con guida autonoma di livello 2 come da tabella Sae. La vera automatizzazione parte però dal livello 3, disponibile su modelli Come Audi A8, ma non presente in commercio perché non permessa dalla legge.

    Nell’attesa che la normativa cambi, è fondamentale ricordare come chi siede al volante deve rimanere sempre vigile e pronto ad intervenire. Questa “corsa” alla guida autonoma ha portato all’interno del mondo dell’automotive aziende hi-tech che hanno capito l’importanza di sviluppare software e hardware, a partire da Harman (comprata da Samsung nel 2017 per 8 miliardi di dollari con il chiaro obiettivo di diventare leader tra le quattro ruote), fino a Waymo di Google che insieme a Fca metterà su strada migliaia di Chrysler Pacifica Hybrid a guida autonoma destinati a diventare taxi senza pilota. La guida autonoma – quella reale – non è però “dietro l’angolo” come diversi spot su sistemi di autopilota vorrebbero far credere al cliente. Il primo motivo è legato alle normative presenti. In Europa è vietato circolare senza mani e in America la situazione non è migliore.

    A fine anno infatti il Congresso degli Stati Uniti non ha accolto la proposta di legge per accelerare l’introduzione di veicoli a guida autonoma, che si è tradotto un duro colpo per le case automobilistiche che contavano su questo passaggio per lanciare i primi servizi commerciali nelle principali città. La Camera dei Deputati aveva approvato un disegno di Legge nel 2017 per accelerare l’adozione delle auto autonome, arenatosi al Senato a causa delle obiezioni di alcuni democratici che hanno accusato le case automobilistiche di non aver fatto abbastanza per risolvere i problemi di sicurezza.

    Altro punto riguarda gli investimenti necessari per una vera diffusione della guida autonoma. In tre anni gli investimenti complessivi, secondo Alix Partner, hanno superato i 50 miliardi di euro, considerando quanto stanno spendendo sia i costruttori di automobili che i loro partner informatici. E la cifra è destinata a salire.

    Non a caso i principali gruppi hanno annunciato possibili collaborazioni sullo sviluppo di sistemi legati alla guida autonoma, come nel caso di Ford e Volkswagen attraverso l’alleanza presentata al Salone di Detroit.

    A questa lunga serie di variabili si aggiunge l’arrivo della tecnologia 5G nelle comunicazioni, in grado di portare su un nuovo livello lo scambio di dati con una velocità di 10 volte superiore all’attuale 4G.

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