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Dossier L’automobile ora è diventata un servizio digitale

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    Dossier | N. 101 articoli Speciale guida autonoma e sistemi ADAS

    L’automobile ora è diventata un servizio digitale

    A portata di app.  Il successo del  car sharing è dovuto alla facilità di accesso garantita dalle app sullo smartphone. La tecnologia abilita cosi i nuovi servizi di mobilità urbana  condivisa
    A portata di app. Il successo del car sharing è dovuto alla facilità di accesso garantita dalle app sullo smartphone. La tecnologia abilita cosi i nuovi servizi di mobilità urbana condivisa

    Car as a service. L’auto è sempre più connessa e vetrina di servizi tanto che diventa essa stessa servizio. Ovviamente digitale.

    Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di condivisione e anche l’automobile è stata coinvolta in questo fenomeno che trasforma i consumi.

    È interessante la panoramica offerta dai dati relativi il 2017 elaborati dal Centro Studi Fleet&Mobility su base Aniasa. Da questi emerge che la formula di noleggio “a minuto” sta crescendo molto velocemente in Italia a partire dagli ultimi 3-5 anni. È sempre presente uno scarto importante tra clienti iscritti e attivi, ma chi nota una crescita con rispettivamente 1.310.000 e 820.000 utenti nel 2017 e 1.080.000 e 590.000 nel 2016.

    I due centri in cui si concentra il maggior numero di auto condivise sono Milano e Roma, con il capoluogo lombardo che gioca un ruolo di primo piano. Infatti, considerando la superficie urbana di roba molto più ampia di qualla di Milano. Ma è nel capoluogo meneghino che c’è la maggior concentrazione di car sharing: 17,1 auto per km2 contro 1,6 della capitale, circa 11 volte in più. Un dato che spiegherebbe anche la grande richiesta di mobilità di Milano che, seppur ben servita dai mezzi di trasporto pubblico, necessita ancora di mezzi free floating per raggiugnere zone della periferia o per avere maggior liberà di orario.

    I costruttori automobilistici si sono accorti da tempo della crescita di questo business e hanno lanciato servizi come Car2go (Daimler), DriveNow (gruppo Bmw) o Enjoy (Eni in partnership con Fca e Trenitalia). Questo a livello pubblico, ma è possibile anche, attraverso tecnologie abilitanti, condividere l’auto con un car sharing Peer-to-peer (P2P). Quest’ultima, una modalità di viaggio che sta colmando il divario presente tra i tradizionali modelli di car sharing e di noleggio auto. Il concetto si sta rapidamente diffondendo, come dimostra l’aumento del numero di operatori di car sharing P2P da 10 nel 2009 ad oltre 50 nel 2018. Questa escalation della concorrenza sta portando a una serie di fusioni e acquisizioni oltre che innovazioni tecnologiche per dare impulso alla crescita interna e globale. Si prevede che entro il2030 il car sharing P2P entrerà a far parte della più ampia rete multimodale integrata.

    Questa la fotografia della recente analisi di Frost & Sullivan, intitolata Strategic Insight into the Global P2P Carsharing Market, 2018, dove vengono illustrati i nuovi segmenti di mercato che si sono sviluppati per soddisfare le mutate esigenze dei clienti ed esamina in che modo il mercato sia destinato a crescere.

    Ma per poter adottare queste nuove soluzioni di condivisione e mobilità è necessario che alla base ci siano delle tecnologie abilitanti e delle polizze assicurative al passo con i tempi. Questo significa che se da un lato il mercato fa delle richieste, dall’altro c’è tutta una macchina operativa che si attiva per risponderne nel miglior modo possibile. Costruttori automobilistici, aziende di servizi, di componentistica, colossi hi-tech, agenzie assicurative e istituzioni devono prendere provvedimenti e ripensare la loro offerta o, addirittura, il modello di business. E da qui nascono hub, collaborazioni e condivisioni di conoscenze, nonché acquisizioni, che in modo rapido e tempestivo profondo soluzioni al passo con i tempi. A fianco le dinamiche chiave del settore.

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