Perde oltre 9 punti il mercato dell’auto in Italia nel mese di marzo. Le immatricolazioni il mese scorso sono state 193.662, il 9,6% in meno rispetto a un anno fa. E così il primo trimestre dell’anno conferma la forte flessione del mercato italiano che perde il 6,5% nel complesso, dopo le performance negative di gennaio (-7,49%) e febbraio (-2,34%). Un avvio di stagione che mette un’ipoteca sulle performance attese per l’anno in corso, tanto che i principali osservatori del comparto stanno rivedendo al ribasso le stime sulle immatricolazioni.
Regge il mercato dei privati, che nonostante il calo del mese scorso, evidenzia l’analisi di Dataforce, chiude un trimestre in crescita per quasi 5 punti percentuali (con circa 15mila targhe in più), mentre perdono quota le vendite alle aziende, -7,25 per cento. A pesare su questo risultato, fa notare Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor, il fatto che «nel 2019 non vi sono più i superammortamenti per le auto utilizzate come beni strumentali e questo fatto penalizza gli acquisti delle aziende». Gli acquisti dei privati registrano dunque una discreta tenuta, pur risentendo della demonizzazione del diesel.
Guardando alle case produttrici, pesa il risultato del Gruppo Fiat Chrysler che lascia sul terreno il 19,3% di immatricolazioni, oltre 10mila autovetture in meno rispetto a marzo dell’anno scorso, con il segno meno davanti a tutti i brand della casa tranne Lancia. Nel trimestre il calo è del 16,6% e la quota di mercato passa dal 27,5 al 24,6.
In flessione quasi tutti i principali brand automobilistici, fa eccezione Seat, che guadagna il 13,6%, Toyota (+1%), Suzuki e Volvo. Volkswagen perde il 3,3%, Renault oltre il 12%, Peugeot cala di quasi 6 punti, Mercedes del 16%, Ford chiude il mese a -20,8% di immatricolazioni. Male anche Audi e Bmw in calo di circa 3 punti.
Per il 2019 gli esperti di Dataforce hanno rivisto al ribasso le stime sul mercato dell’auto, che potrebbe raggiungere quota un milione e 835mila autovetture, in calo del 4% rispetto al 2018. I privati quest’anno sono destinati a rafforzare la loro quota di mercato, a quota quasi 60% mentre sono destinati e ridimensionarsi il noleggio a lungo e a breve termine e le auto-immatricolazioni.
Coerente con una visione di mercato in fase di contrazione anche i giudizi dei concessionari raccolti nell’inchiesta congiunturale di fine marzo fatta dal Centro Studi Promotor: soltanto il 7% degli interpellati si aspetta una domanda in crescita, il 58% ipotizza stabilità e il 35% prevede vendite in calo.
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