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veicoli elettrici “in prestito”

Fiat Chrysler pagherà Tesla centinaia di milioni per rispettare i parametri ambientali Ue

Un’auto storica Fiat (Reuters)
Un’auto storica Fiat (Reuters)
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Fiat Chrysler pagherà «centinaia di milioni di euro» a Teslaper calcolare i veicoli elettrici del produttore americano nella propria flotta e rispettare così i parametri Ue in fatto di emissioni di Co2 previsti per il 2020. Lo riferisce il Financial Times, senza citare le proprie fonti.

Il limite previsto dall'Ue per il 2020 è di 95 grammi per chilometro: con questa operazione, che ricorda un po' quella dei certificati verdi del settore energetico, in sostanza Fca potrà compensare le emissioni di anidride carbonica dalle sue auto grazie a quelle del produttore elettrico, abbassando la sua cifra media a un livello ammissibile. Il quotidiano finanziario indica anche, come risulta dal sito della Commissione Ue, che Fca ha formato un pool aperto con Teslalo scorso 25 febbraio.

Fiat Chrysler Automobiles «si impegna a ridurre le emissioni di tutti i propri veicoli e allo stesso tempo ottimizzerà le opzioni di conformità che i regolamenti offrono», risponde la casa automobilistica italo-americana. «Dopo tutto - spiega sempre Fca - il senso di un mercato del credito CO2 è quello di sfruttare i modi più convenienti per ridurre le emissioni complessive di gas serra sul mercato. Il pool di acquisti offre flessibilità per fornire prodotti che i nostri clienti sono disposti ad acquistare gestendo nel contempo la conformità con l'approccio a costi più bassi».

Il pool che è stato stretto dai due gruppi riguarda Fca Italy, Fca Us, Alfa Romeo e, appunto, Tesla e porta la data 2019. Nel 2020, infatti, scatteranno le nuove regole, che prevedono per le auto nuove nell'Unione europea un limite di 95 grammi di emissioni di CO2 per chilometro, ben più stringenti rispetto ai 130 grammi per chilometro fissati nel 2015. Per le aziende che ritengono di non essere in grado di rispettare i limiti almeno nell'immediato, esiste tuttavia una diversa possibilità: il sistema autorizzato da Bruxelles, che ricorda un po' quello dei certificati verdi delle aziende produttrici di energia, consente alle case automobilistiche che non riescono a rispettare i parametri con le proprie forze di
comprare crediti da altre invece più «virtuose», con le quali possono dare a vita ai cosiddetti pool. In questo modo, sommando le emissioni di tutti gli attori coinvolti nel pool, si punta a raggiungere una media che si collochi al di sotto del parametro fissato.

Fino al recente passato intese di questo genere riguardavano i vari brand di un singolo gruppo, come Bmw con Rolls Royce o Volkswagen con i molti marchi che possiede (Audi, Bugatti, Seat, Skoda), ma ormai esistono anche i pool aperti tra case che si fanno concorrenza: accanto a questo formato da Fca e Tesla figura infatti quello tra Toyota e Mazda siglato nel 2018.

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