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Il mito Mille Miglia, museo viaggiante da 250 milioni

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AUTO D’EPOCA

Il mito Mille Miglia, museo viaggiante da 250 milioni

Nella foto d’epoca la  Fiat 8V carrozzerie speciali Fiat che ha partecipato all’edizione del 1957 della Mille Miglia, guidata  da Antonio Siddi.
Nella foto d’epoca la Fiat 8V carrozzerie speciali Fiat che ha partecipato all’edizione del 1957 della Mille Miglia, guidata da Antonio Siddi.

Un museo viaggiante, capace di attraversare mezz’Italia percorrendo oltre 1800 chilometri. Si potrebbe riassumere così l’edizione 2019 della Mille Miglia, gara di regolarità automobilistica arrivata alla sua 37° edizione e pronta a partire mercoledì 15 maggio da Brescia. Se dal 1927 al 1957 la corsa più bella del mondo, come amava definirla Enzo Ferrari, era una competizione da affrontare a tutta velocità lungo il percorso Brescia-Roma-Brescia, oggi è diventata una sfida al centesimo di secondo tra 112 prove cronometrate e soprattutto un evento unico al mondo. Il motivo? Le 430 vetture iscritte portano su strada un valore di oltre 250 milioni di euro grazie a modelli unici e vere e proprie icone dell’automobilismo su quattro ruote.

Questa cifra viene da una stima prudenziale realizzata da Il Sole 24 Ore, effettuata analizzando i modelli iscritti e le relative quotazioni di mercato andando così a fare una media tra le vetture multimilionarie e quelle alla portata di un maggior numero di appassionati. Partecipare alla Mille Miglia è però tutt’altro che semplice. Oltre al costo di iscrizione pari a 9.760 euro per equipaggio, bisogna superare la Commissione Selezionatrice, impegnata quest’anno a scegliere i partecipanti tra le 725 richieste di iscrizione arrivate da tutto il mondo. I modelli ammissibili devono essere state iscritti alle Mille Miglia di velocità, organizzata tra il 1927 e il 1957 e a queste si aggiungono modelli di elevato interesse storico che non hanno partecipato all’edizione originale. In totale i 430 iscritti arrivano da 40 nazioni diverse, per un totale di 75 diversi marchi automobilistici.

Tutto questo impegno è però ripagato da un’esperienza unica, che porterà la carovana a percorrere oltre 200 località attraverso sette regioni italiane. La scelta quindi dell’auto diventa fondamentale e partecipare ad una vendita all’incanto può essere una via sicura. Se nel 2018 l’asta 1000 Finarte è stata il luogo dove trovare un’auto giusta per la Mille Miglia, la seconda edizione andata in scena ieri, due giorni prima della partenza ha portato sul palco 42 vetture di cui 39 eleggibili. Partendo dai modelli più anziani iscrivibili alla Mille Miglia, è stata aggiudicata una Lancia Lambda Torpedo del 1928 a 260.000 euro oltre i diritti d’asta. Tra i modelli alla portata di tutti è stata aggiudicata una Lancia Aurelia B21 del 1952 a 28.000 più diritti, mentre fra le più costose una Fiat 1100 Sport Ermini a 665.00 euro. Oltre alle auto iscrivibili alla Mille Miglia, il Dipartimento Automotive di Finarte ha portato sul palco vetture uniche come la Lancia Flaminia 2.8 3B Coupé Pininfarina del 1965 e appartenuta al grande attore Marcello Mastroianni e una particolare Lancia Delta Integrale entrambe non aggiudicate.

Si tratta infatti di una Lancia Delta HF Integrale Evoluzione 1 “Martini 6” del 1992, proveniente dalla collezione della famiglia Pesenti, ex-proprietari del marchio Lancia. In totale l’asta 1000 Finarte ha superato i 5 milioni di euro. L’auto d’epoca diventa quindi sempre di più una forma di investimento non solo per gli appassionati. Negli ultimi anni, infatti, il settore dell’automobilismo d’epoca ha registrato incrementi record, sia tra modelli da poche decine di migliaia fino a cifra a sei zeri. Partendo dai modelli nazionali, un’Alfa Romeo 1300 Gt Junior del 1971 in ottimo stato nel 2009 si trovava in vendita a circa 11.000 euro mentre oggi ne serve almeno il doppio. Restando in casa Alfa Romeo, una Giulietta Spider 1300 I serie del 1957 si trovava in vendita dieci anni fa a 32.000 euro; oggi sono in vendita a oltre 100.000 euro. Passando a Porsche una 356 Speedster del 1956 è arrivata ad una quotazione di oltre 400 mila euro contro i 180 di 10 anni fa.

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