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Questo articolo è stato pubblicato il 19 marzo 2012 alle ore 18:04.
L'ultima modifica è del 19 marzo 2012 alle ore 09:41.

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Quest'anno nessuno cadrà nella morsa
«Chiedo un po' di pazienza, fino al 30 giugno, per l'emanazione di un decreto» che affronti il tema. E comunque, ha sottolineato il ministro, «quest'anno non c'è nessuno che vedrà cambiata la propria posizione, l'incertezza è per l'anno prossimo. Nel 2012 nessuno cade nella morsa». Antonio Mastrapasqua, presidente Inps, ha aggiunto: «Dobbiamo lavorare per ridurre i loro problemi e l'Ente è impegnato a trovare le migliori soluzioni».

Il nodo delle lavoratrici con 57 anni di età
Altro punto delicato della riforma, le lavoratrici con 57 anni di età. Possono comunque andare in pensione, ha spiegato Fornero, purché accettino il calcolo della pensione con il sistema contributivo. «So che è penalizzante ma è la pensione pagata con i propri contributi e non con quelli altrui», ha aggiunto.

Ecco le dichiarazioni più importanti della giornata:

Tiziano Treu, Vicepresidente XI Commissione Lavoro Senato della Repubblica
Io penso che la riforma sia definitiva nella sua sostanza. Il parlamento si è trovato a interloquire aprendo dei "paracaduti", con correzioni importanti. Penso che ci siano ancora delle situazioni da aggiustare, ma tutto è legato al contributivo, e legarlo all'aspettativa di vita è stato determinante.
Le imprese? Devono pensare che i cinquantenni non sono da buttar via ma sono chiamati ancora a giocare un ruolo importante.

Giuliano Cazzola,Vicepresidente Commissione Lavoro Camera dei Deputati
Questa riforma è un segnale forte che corregge un punto critico che il governo Berlusconi non era stato in grado di risolvere, ma nemmeno il governo precedente. Ciò detto bisogna fare cassa. Io sono convinto che abolire le quote sia stato un errore, sarebbe stato meglio portare i 40 anni all'interno del sistema delle quote. Il fatto di avere gli esodati nasce dall'abolizione del sistema delle quote, che invece era più gestibile.

Antonio Mastrapasqua, Presidente Inps
Io credo che il problema degli esodati sia un problema reale. Molto spesso il sistema pensionistico, più semplice per assurdo, è stato adattato al sistema lavorativo. È stato più facile adattare il sistema delle pensioni a quello del mondo del lavoro. Si è adattato il mondo delle pensioni per non toccare il mondo degli ammortizzatori, perché era sicuramente cosa più difficile e complessa da fare.

Antonino Lo Presti, Vicepresidente Commissione Parlamentare di Controllo sull'Attività degli Enti di Previdenza e Assistenza Sociale
Il sistema contributivo delle casse di previdenza dovrà fare i conti con l'invecchiamento della popolazione, ma dovrà fare i conti anche con la diminuzione costante del reddito. Bisognerà fare una politica che faccia sì che possano migliorare i redditi dei professionisti, è questo il vero problema. Se i redditi costantemente diminuiscono diminuiscono anche le entrate contributive; ci vuole quindi una politica di sostegno delle professioni. Il sistema contributivo consente l'equilibrio del sistema medesimo, ma pone seri problemi di adeguatezza delle prestazioni.

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