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Questo articolo è stato pubblicato il 04 agosto 2012 alle ore 08:18.

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Roberto Orlandi Presidente Agrotecnici e agrotecnici laureati
«Impugneremo il Dpr perché è una norma scollegata dal Dpr 328, che permetteva agli Ordini territoriali di stipulare direttamente convenzioni per i tirocini con gli atenei»
Leopoldo Freyrie Presidente Architetti
«Sta a noi realizzare bene questa riforma, facendone uno strumento per alzare la qualità dei servizi professionali e non una costosa macchina burocratica»
Edda Samory Presidente Asssistenti sociali
«Ora il testo è più coerente ma non è chiaro se l'assicurazione sarà obbligatoria per tutti gli iscritti o solo per chi esercita la professione»
Giampaolo Crenca Presidente Attuari
«Si tratta di un passo importante cui deve però anche seguire la riforma complessiva dei singoli ordinamenti professionali per tutti gli ulteriori aspetti»
Guido Alpa Presidente Avvocati
«Chiediamo che l'avvocatura sia regolata da una legge. Non si può delegificare in materie in cui sono coinvolti diritti soggettivi fondamentali»
Armando Zingales Presidente Chimici
«Alcune nostre richieste sono state accolte: il tirocinio diventa compatibile con il pubblico impiego sia part time che full time»
Claudio Siciliotti Presidente Dottori commercialisti ed esperti contabili
«Finalmente si fa chiarezza sulle professioni regolamentate: la versione definitiva del Dpr esclude gli iscritti a elenchi, registri o associazioni»
Marina Calderone Presidente Consulenti del lavoro
«Bene il praticantato e la conferma del ruolo centrale del consiglio nazionale degli Ordini nella formazione. Del tutto provvidenziale anche la proroga per l'assicurazione»
Fausto Savoldi Presidente Geometri
«Presenteremo autonomamente una proposta di legge per superare il divieto di accorpare chi svolge professioni similari»
Enzo Iacopino Presidente Giornalisti
«Non è una "riforma" ma i correttivi sull'assicurazione, che esonera i giornalisti, e sulla deontologia sono passi avanti. Come tali migliorabili»
Armando Zambrano Presidente Ingegneri
«Stiamo organizzando una formazione continua capillare e a basso costo, ma nell'immediato non abbiamo intenzione di introdurre l'obbligo del tirocinio»
Andrea Bottaro Presidente Periti agrari e periti agrari laureati
«Si poteva fare di più sul tirocinio (quanto "deve" durare?) e sulla formazione, troppo burocratizzata. E sui soci di capitale meglio abbassare la soglia al 25%»
Giuseppe Luigi Palma Presidente Psicologi
«Irrisolto il nodo del secondo grado deontologico: non è stata istituita la Commissione centrale di disciplina e quindi resta sguarnita l'impugnazione»
Giancarlo Criscuoli Presidente Tecnologi alimentari
«Tutto sommato siamo soddisfatti, anche se la nostra istanza di permettere l'iscrizione all'Ordine anche ai laureati triennali non è stata accolta»
IL LUNGO CAMMINO VERSO IL RIORDINO
1997
Il primo ok dura poco
Il ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick (foto), fa approvare in Consiglio dei ministri un testo. La prima legge Bersani cancella il divieto di società tra professionisti. Ma l'Antitrust chiude l'istruttoria del '94 bocciando tutto
1983
La prima commissione
Fu Clelio Darida (foto), all'epoca ministro della Giustizia, a insediare la prima commissione di esperti per studiare la riforma delle professioni. La presiedeva
il magistrato Giacomo Perticone. Ma il Governo aveva altre priorità
1990
La conferenza nazionale
Dopo la convocazione della prima conferenza nazionale delle libere professioni, il ministero della Giustizia insedia una commissione, il cui testo è bocciato dal sottosegretario Coco prima di arrivare al ministro Martelli (foto)
1994
L'Antitrust entra in campo
L'autorità garante della concorrenza apre un'indagine conoscitiva sull'assetto delle libere professioni. L'intervento, però, non sortisce alcun effetto pratico: nessuna nuova norma viene discussa in Parlamento

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