Norme & Tributi

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Le lettere ricevute dai commercialisti

È ora di voltare pagina
Siamo veramente stanchi di una burocrazia che ci sta togliendo l'ossigeno. L'agenzia delle Entrate è lo specchio di uno Stato prepotente, stiamo diventando un paese arretrato, mentre i paesi prima sottosviluppati stanno guadagnando terreno sorpassandoci in civiltà. Siamo stanchi di essere servitori senza alcun riconoscimento, mentre dovremmo occuparci di aiutare con un utilizzo migliore del nostro tempo i nostri clienti, le nostre aziende. È veramente ora di voltare pagina.
Maurizio Dusi - Legnago

Da un decennio si parla di Imu ma non di crescita
È triste che in un paese per un decennio si parla e si discute, unicamente, prima di Ici e poi di Imu. Null'altro. Null'altro che possa garantirci crescita, produttività e attrattiva economica a livello internazionale. Se fosse così, noi commercialisti saremo sicuramente meno stressati.
M.T.

Cominciamo con il rifiutarci di inviare la comunicazione dei beni ai soci
Da quando ho iniziato la professione circa 25 anni fa, mi sto rendendo conto che come categoria siamo diventati i passacarte ufficiali dell'agenzia delle Entrate, a costo zero per l'agenzia stessa.
E quindi a partire dalla dichiarazione dei redditi-Iva-Irap telematica, comunicazione periodica dati Iva, variazioni anagrafiche Iva, elenchi clienti e fornitori, pagamento F24, modelli intrastat, comunicazioni enti associativi, contratti di locazione, beni in uso ai soci etc. etc. ogni qualvolta ai cari burocrati del ministero delle finanze viene in mente di acquisire qualche dato, ecco fatto che si crea l'adempimento e noi, poveri passacarte pronti a fornire il dato richiesto.
Ma c'è di più: ovviamente software aggiornamenti, carta, computer, tutto a carico nostro. E come se non bastasse, se la normativa non è chiara (il 90 per cento delle volte non si capisce bene quali dati debbano essere forniti) ci sforziamo ulteriormente in corsi di aggiornamento e convegni per capire cosa concretamente fare.
Ma vi sembra logico?
È giunto il momento di dire basta; basta innanzitutto con ogni nuovo adempimento, anzi bisognerebbe cominciare dal prossimo, dalla comunicazioni dei beni in uso ai soci, dicendo tutti insieme che la comunicazione non verrà inviata perché semplicemente ci rifiutiamo di sottoporci ad adempimenti che dopo 3 – 4 modifiche sono contorti e inavvicinabili da una persona sana di mente.
Ripeto: dobbiamo cambiare atteggiamento e anziché fare convegni per cercare di capire richieste contorte di burocrati da scrivania, dire semplicemente "NO", ci rifiutiamo.
Gaiani Remigio – Perosa Argentina (To)

La politica del breve termine uccide il futuro
Non ci può essere futuro per un Paese che proroga le scadenze sempre all'ultimo minuto con un comunicato stampa....nessun futuro per un Paese che a dieci giorni dalla scadenza alza al 128% gli acconti per banche ed assicurazioni senza pensare anche alla necessaria programmazione finanziaria...nessun futuro per un Paese che aumenta gli acconti senza pensare che poi le entrate dai saldi saranno minori ragionando sempre nel breve periodo...nessun futuro per un Paese che ragiona sempre sull'aumentare le accise sulla benzina per fare cassa...
Alberto Peroni

Adempimenti ridondanti e sanzioni spropositate
Che dire?
Anche io sono un dottore commercialista che, francamente, lavora con grande difficoltà e disagio, tra scadenze che la stessa Amministrazione Finanziaria non rispetta, ( vedi proroghe su proroghe concesse, anche se spesso non richieste), incertezza sugli adempimenti, mancanza di chiarezza da parte dell'agenzia delle Entrate.
Lavoriamo per l'Agenzia delle Entrate, senza contratto, a stipendio pari a zero, insomma assunti a nostra insaputa!
Siamo assolutamente oberati dai mille invii, spesso afferenti dichiarativi che francamente ritengo non abbiano alcuna utilità, in quanto i dati richiesti sono già in possesso dell'AdE. Vogliamo solo fare un esempio? Vogliamo parlare dello spesometro? Un dichiarativo con proroga/ non proroga, scusate "finestra temporale aperta sino al 31 gennaio prossimo, senza rischio di incorrere in una sanzione"…. che ancora non prevede un modello completo - manca il riquadro della firma -… ma non è incredibile? Ma di che parliamo? Ma non è da paese civile una cosa del genere!
Il nostro lavoro non può essere relegato al solo invio di dichiarativi; io non ho scelto questa professione solo per questo, anzi!! ma, gioco forza, tanto del tempo a disposizione viene assorbito da questi adempimenti, spesso ridondanti, ai quali spesso sono correlati anche sanzioni spropositate ….e non voglio approfondire il discorso normativa antiriciclaggio, che in quanto ad adempimenti ed a relative sanzioni è una vera e propria vergogna alla quale sarebbe necessario opporsi senza esitazione!
Non esiste un giorno di festa, i fine settimana non esistono, le vacanze estive sono un miraggio. Chi riesce a chiudere lo studio prima del 13 agosto in media? Nessuno! La famiglia è sempre all'ultimo posto, è la prima che si trascura. Prima ci sono sempre i clienti e gli adempimenti a cui far fronte, poi tutto il resto. Ma che modo di lavorare è questo? Capisco essere appassionati per il proprio lavoro, ma questo è troppo!
Quello che vorremmo sarebbe maggiore rispetto da parte delle istituzioni, maggiore collaborazione, maggiore coinvolgimento nei tavoli decisionali. Perché non veniamo mai, dico mai, contemplati? Perché tutto ci deve piovere addosso, senza che mai ci si possa ribellare? E vero, facciamo un lavoro che, se non fatto con la dovuta correttezza ed attenzione, può causare un danno al cliente, ma non mi sembra che noi ci si sia mai posti nella condizione di danneggiare i nostri clienti, anzi! Sinora, non abbiamo mai battuto ciglio, proprio perché il senso di responsabilità da parte nostra è forte, forse a questo punto esagerato, sia nei confronti dei nostri clienti, sia nei confronti della Pubblica Amministrazione con la quale siamo costretti a confrontarci. Ma è chiedere tanto essere coinvolti e rispettati?
Vogliamo parlare poi di come ci vede chi non fa il nostro lavoro? Siamo prodighi nell'aiutare gli evasori, dicono (!!), e, secondo costoro, evasori lo saremmo anche noi! Eh sì, evasori, ma con quali incassi? Ma si sa che crisi stanno attraversando gli imprenditori, piccoli e grandi che siano, gli artigiani, i commercianti? Se loro hanno difficoltà con la liquidità, è evidente che tutto ciò si ripercuote su di noi? O no? Tutti noi abbiamo difficoltà di incasso; chiaro, chi più e chi meno, ma il problema c'è, eccome, è davvero innegabile!
Come è innegabile che nell'insieme dei pagamenti a cui i nostri clienti devono fare fronte, noi non siamo proprio i primi ad essere presi in considerazione; insomma, diciamo la verità, sappiamo di essere l'ultimo soggetto che viene pagato; perché prima si pagano i dipendenti ( e questo è sacrosanto!!), poi si pagano i fornitori ( altrimenti non gli danno le forniture e non possono lavorare), poi, se ce la fanno, pagano i contributi previdenziali, poi, se ce la fanno ancora pagano le varie tasse ed imposte dovute ( anche questo è sacrosanto, ma ce la fanno sempre meno, no?) e poi, in ultimo, ma proprio in ultimo…., pagano noi. Insomma,quando è il nostro turno i soldi son finiti!
Detto tutto questo, noi oltre a rimboccarci le maniche ed a lavorare, come si è fatto sinora, di più non possiamo fare.
E' venuto il momento del rispetto. Senza se e senza ma! Uno sciopero credo sia la cosa migliore da adottare; nel rispetto di tutti, ma questa volta in primis di noi stessi; al primo posto, almeno per una volta!
Maria Antonietta Piredda - Villacidro (VS)

Consulenza impossibili a causa di una burocrazia impazzita
Sono un commercialista relativamente giovane (39 anni) che vorrebbe sentire di svolgere una professione che possa aiutare il proprio Paese a crescere.
Lo Stato, che dovrebbe assistere l'economia, la sta invece vessando non solo con le tasse ma con una burocrazia impazzita che non ci permette più di dare il nostro contributo.
Invece che studiare piani aziendali per fronteggiare il nuovo contesto in cui i miei clienti operano, mi ritrovo che, dopo aver già ricalcolato gli acconti delle tasse del 02/12/2013, probabilmente li dovrò ricalcolare un'altra volta.
Invece che aiutare gli imprenditori ad analizzare i propri flussi di cassa per capire come impostare la propria finanza aziendale, devo perdere giorni di tempo per capire come inviare uno spesometro che all'ultimo momento viene prorogato in malo modo.
Invece che comprendere come ristrutturare aziende per salvare posti di lavoro devo perdere tempo per inviare i dati dei finanziamenti fatti dai soci.
Invece che sedermi ad un tavolo con un imprenditore anche per dare un po' di fiducia nel futuro, gli devo spiegare che non so ancora se, quanto e quando pagherà l'Imu a dicembre.
Perché a 39 anni devo avere la sensazione che il bellissimo Paese in cui vivo sia attanagliato da un'orda famelica di approfittatori che stanno divorando da dentro coloro che gli stanno dando da mangiare?
Qualcuno me lo spiega perché siamo arrivati a questo punto?
Vorrei solo, nel mio piccolo, poter dare il mio apporto a questo Paese per dare un futuro ai miei figli.
Viva L'Italia - Viva L'Europa.
Flavio Frezza - Domegliara (Vr)

Effetti "mortificanti" del processo di informatizzazione
Noi commercialisti, abbiamo iniziato a scontare l'effetto del processo di informatizzazione della pubblica amministrazione iniziato dal ministro Tremonti.
Non possiamo diventare impiegati dello stato con i rischi e gli oneri di un imprenditore professionista.
Tutto a discapito della stessa professionalità .
Roberto Piccirillo - Odcec di Napoli

La categoria deve difendere la nostra dignità
Ti svegli la mattina e sei felice di andare in Studio alle 6 e 30, per lavorare in tranquillità, e poi ti accorgi che esiste un mondo politico e di "tecnici" che non hanno mai e ripeto mai messo piede in uno Studio, dove si cerca di lavorare con tranquillità e produttività , aiutando le imprese e i professionisti clienti. La tecnica legislativa per decreto legge, del provvedimento di urgenza, dei rinvii continui, dell'impossibilità di programmare il lavoro e di conseguenza la vita personale. La battaglia quotidiana con i Clienti che non capiscono e ne hanno ben diritto, questo diluvio di norme, circolari, imposte dai nomi fantasiosi che vengono prospettate all'orizzonte.
Cerchi di tenere in piedi l'attività con dignità e decoro, con il personale ridotto al minimo e fai i salti mortali per pagare tutte le scadenze che hai, e quando chiedi il tuo onorario, viene messo in coda agli altri fattori produttivi: stipendi, contributi, fornitori e banche…..
Una tristezza infinita in cui la nostra categoria deve sollevarsi e fare capire che non accetterà più questa modo di operare per vivere civile e dignitoso.
Enrico Picchioni – Livorno

Scarsa qualità della vita e guadagni insufficienti
La cosa più avvilente e mortificante è quella di dover, (ok per passione professionale e per il bene del cliente), dedicare a questa attività almeno 12 ore al giorno e non bastano....se ci sono problemi tecnici da risolvere! nella speranza (vana) di reperire i soldi necessari al mantenimento dello studio e alla copertura dei numerosi costi imprevisti. Non solo svantaggi economici, ma una scarsa qualità della vita. Per non parlare della indisponibilità e scortesia di impiegati di uffici molto spesso lenti, impreparati o assenti.
R. D.
Ho educato i miei clienti ad inviarsi l'F24
Rispondo al collega che si lamenta di portare a termine il modello F24 per conto del cliente.
Questo non è un servizio che deve fare il commercialista.
Io non ho mai effettuato un versamento telematico per conto del cliente, sin dall'inizio ho tenuto fermo,alcuni vengono effettuati dai clienti stessi,quasi tutti,qualche altro si affida
al consulente del lavoro.
S.A.

Oramai è troppo tardi
Tutto quello che è stato scritto corrisponde purtroppo a verità. Un'amara considerazione : ormai è troppo tardi, il danno all' Italia ( non solo ai commercialisti ) è stato fatto !!
Bisognava protestare anni fa
Distinti saluti
Carlo Mauri - Lentate sul Seveso MB

Scadenze ballerine e sanzioni eccessive
Mi ritrovo completamente in quanto riportato nelle vostre pagine in questi giorni; ormai siamo divenuti esclusivamente dipendenti dello Stato e ancor peggio esattori, chiaramente senza compenso o aggio che dir si voglia. Oltre agli adempimenti sempre maggiori senza nessuna regola precisa, alle scadenze
pressanti e ballerine, alla riscossione delle parcelle al lumicino, siamo sottoposti a rischi professionali, sanzioni amministrative e penali, con cui prima o poi, è matematico, dovremo confrontarci e la cosa più avvilente deriva dalla mancata considerazione tenuta nei nostri confronti dalle istituzioni ,non solo, per chi ci è più vicino (clienti, familiari), ancora siamo pur sempre commercialisti!!!
Il disagio, le difficoltà e il troppo tempo passato in studio non sono comprensibili.
Fulvio Faltoni - Arezzo

L'antiriciclaggio apoteosi della burocrazia
Di difficoltà per gli Studi Commerciali ce ne sarebbero 1000 da denunciare.. specie per chi ha vissuto tutti gli anni "bestiali" (questo penso sia il termine corretto) dal 1973 ad oggi.
Mi limito a segnalarne due:
1 – È veramente fastidioso passare in studio tutte le nottate del mese di luglio, e ora anche quelle di agosto, per le dichiarazioni dei redditi: non è concepibile ricevere il programma degli studi di settore nel mese di giugno!
2- I commercialisti non possono più andare in studio per lavorare, non ne hanno più il tempo.. devono adempiere agli obblighi "antiriciclaggio"!!! Obblighi assurdi che nel 99,99% dei casi (100% nel mio caso) sono da buttare nel cestino. Burocrazia? Con l'antiriciclaggio siamo al Top. Anche qui, è mai concepibile che uno Studio non di grandi dimensioni debba assumere una persona con un costo di €. 30.000 all'anno per adempiere a tali obblighi, senza contare il disagio abnorme del titolare dello Studio? Si sono accorte le Autorità preposte che nessuno studio può umanamente sottostare a tale normativa, per l'impossibilità di seguire pedissequamente la normativa di riferimento?
Gran parte del "merito" di questo enorme volume di carta si deve al fatto che le autorità di Polizia dovrebbero avere a disposizione subito il fascicolo con vita, morte e miracoli di ogni cliente, quando nel giro di due giorni, su richiesta, si potrebbe predisporre tutto. Così.. milioni di fascicoli per rimediare qualche centinaia di segnalazioni..
Giusta una norma "antiriciclaggio", ci mancherebbe. Ma sarebbero sufficienti almeno 1/10 degli adempimenti per raggiungere gli stessi risultati, senza tuttavia tralasciare che è eccessivo chiedere la "segnalazione" per operazioni sospette di ogni genere ed entità: dovrebbero essere posti dei limiti minimi, così come sarebbero da ampliare i casi di esenzione dalla normativa (per richiedere la Pec ad un soggetto non cliente si deve imbastire tutto l'"Ambaradan" e conservarlo per dieci anni!!!!).
Roberto Zavatta

Siamo i decifratori di un sistema normativo schizzoide
Concordo con quanto scritto da molti colleghi sulla assoluta necessità di alzare la voce e farci sentire dalle Istituzioni ma anche dare un preciso messaggio al Paese; abbiamo atteso fin troppo e subito pavidamente, si deve marcare il nostro ruolo con forza e determinazione, dobbiamo essere rispettati per quello che facciamo e per gli sforzi prodigati per decifrare un sistema normativo schizzoide, farraginoso e a volte complice dei mali che colpiscono il nostro sistema produttivo.
Rispetto e considerazione per una categoria professionale indispensabile!
Enrico Bassi, Ordine di Brescia

Per il cassetto fiscale aspetto una risposta da 22 giorni
Sono 22 giorni che ho richiesto il cassetto fiscale all'agenzia delle entrate per un mio cliente, ma
a tutt'oggi "niet".
E questa è semplificazione e velocizzazione!
P.F.

Sessant'anni di mala politica
Il settore pubblico schiaccia quello privato per via degli alti costi e della burocrazia largamente inefficiente anche per l'esistenza di molte regole che spesso confliggono tra esse stesse generando paralisi nelle decisioni.
In sessant'anni: è stato quasi azzerato il settore primario, in particolare l'agricoltura estensiva ed è totalmente scomparso il minerario; è stato scoraggiato l'artigianato tradizionale, fino alla quasi estinzione e lo stesso dicasi per la piccola distribuzione. Il tutto per favorire, ottusamente, l'industria e la Grande distribuzione e per trasferire risorse umane altamente produttive nel settore pubblico altamente improduttivo determinato soprattutto da esigenze politiche clientelari, ma, in parte, giustificate fino alla caduta del Muro di Berlino, e da una classe sindacale in buona parte senza scrupoli.
I risultati di quanto molto sinteticamente rappresentato sopra sono evidenti, come:
- alto rischio di crollo del sistema;
- inquinamento ambientale elevatissimo;
- mancanza, da tempo, delle condizioni per fare impresa (intendo: piccolissima, piccola e media);
- fisco opprimente e asfissiante, che per inseguire il 5% di evasori sostanziali sta distruggendo il residuo 95% di operatori economici onesti che per mantenere gli impegni hanno esaurito le riserve e si sono indebitati, con il risultato che saranno costretti a chiudere ugualmente e a non pagare più le imposte senza che l'apparato burocratico possa fare qualcosa di concreto per riscuotere ciò che in larga parte non sarà di fatto riscuotibile.
La classe politica al potere o si illude(improbabile) sulla reale situazione del Paese o è sganciata dalla realtà (probabile). Perché non viene detta la verità su ciò che sta accadendo e sui quasi certi rischi che si corrono, senza temere la perdita del consenso? Ritengo che senza la verità dietro accennata, il rischio per la classe politica e dirigente di questo Paese sarà elevatissimo, perché la gente, che pure è responsabile di quanto accaduto in sessant'anni, si rivolterà con conseguenze da Piazzale Loreto.
Giovanni Maisano

Lo Stato che divora i suoi figli
Solo chi è in malafede o è lobotomizzato non ha capito che questo crescente groviglio di norme (confusionarie), adempimenti (complicati) e controlli (spietati) sono le tre teste del mostro statale che in tal modo vuole portare il cittadino, anche quello più onesto e dotato di buona volontà a cadere in errore e di conseguenza a pagare, perché parliamoci chiaro, il compito del mostro è fare cassa. Ed il mostro, lo Stato, sta facendo come il Conte Ugolino, per fame sta divorando i suoi figli.
Ricordiamoci che ogni rivoluzione è partita dal basso, dal coraggio di chi non avendo più nulla da perdere ha messo in gioco tutto per cambiare le cose. O si fa tabula rasa e si riparte da zero riprogettando uno Stato a misura di cittadino o tra pochi anni saremo costretti tutti (anche coloro che ora sono dalla parte dei controllori e che non avendo più nessuno da controllare saranno inutili) a dover cercare fortuna altrove, lasciandoci alle spalle le rovine di quello che un tempo era definito il paese più bello del mondo.
Nicola Daloiso

La rassegnazione ha sostituito l'entusiasmo
Non credo di poter aggiungere o togliere nulla a ciò che è già stato detto.
Se non che guardo con un po' di stupore ed invidia (bonaria) chi ancora, dopo tanti anni di lavoro, conserva un barlume di entusiasmo. Io non riesco a fare altro che a provare disgusto! Sentendomi affranto e rassegnato al peggio.
Perché scrivo? Per dare almeno l'apporto numerico a qualsiasi iniziativa.
Giuseppe Corti - Lanciano

Troppe incombenze spesso inutili
Svolgo la professione da vent'anni e più si va avanti più gli adempimenti per noi commercialisti aumentano!
Tante le "dichiarazioni inutili", tante le incombenze (tra cui F24 telematici, Comunicazione dati Iva, comunicazioni beni soci...ecc.ecc.) ma poche le entrate!
Si cerca di tutelare il clienti mentre noi siamo tartassati dai contributi della cassa di previdenza, assicurazioni su visto di conformità e chi più ne ha più ne metta, senza valutare caso per caso se un commercialista, piccolo come me, può permettersi di continuare a pagare l'elevata somma di contributi e a lavorare sempre di più perché il governo ad oggi non fa altro che aumentare le scadenze!
Questa professione sta diventando assurda!
Barbara Paniccia

Il legislatore ignora quanto facciamo
Chi lavora tutti i giorni negli studi professionali sa perfettamente di cosa sto parlando.... I problemi continui di sapere come riuscire a superare l'ostacolo di sempre più numerosi e nuovi adempimenti, attendendo in tempo reale chiarimenti che in genere arrivano all'ultimo istante oppure anche dopo la scadenza fatidica; il personale alle dipendenze che fa del suo meglio ma ciò nonostante non è mai abbastanza; i clienti da rincorrere, oltre che per il versamento di quanto dovuto anche per il pagamento del nostro onorario; le risposte che vorremmo poter dare con certezza e che invece hanno come minimo cinque opzioni tutte non molto chiare.
E poi, da ultimo, abbiamo sempre torto: per il contribuente perché secondo lui collaboriamo con l'Erario, per l'Erario perché è opinione risaputa che aiutiamo a pagare meno o addirittura ad evadere!!!
A questo punto un invito a coloro che producono le norme, emanano i decreti attuativi ed i regolamenti, che variano le scadenze del calendario fiscale e scrivono le istruzioni per la compilazione di modelli dichiarativi, a coloro insomma che in qualche modo contribuiscono, magari loro malgrado, a tutti i nostri disagi e problemi quotidiani: andate negli studi e state accanto a noi per qualche giorno, possibilmente nei dintorni del 16 del mese oppure in concomitanza con le dichiarazioni dei redditi o il pagamento dell'Imu; non sarà necessario tanto tempo per capire quello che intendiamo ed il modo in cui viviamo ogni singola giornata!
E vi accorgerete in brevissimo tempo che non chiediamo molto, ma solo l'indispensabile: la chiarezza e la certezza delle norme unite agli strumenti necessari affinché sia possibile adempiere nel migliore dei modi agli obiettivi della nostra professione; in due parole: a lavorare bene!
Di questi tempi vi pare poco?
Maura Martini - Pistoia

Siamo diventati dipendenti dell'agenzia delle Entrate "a gratis"
Quale intermediario Entratel sono soggetto al controllo Audit vengono a controllare e verificare perché ci sono delle dichiarazioni tardive .
E' una cosa schifosa inaudita ed avvilente
Non sono un pubblico ufficiale non sono un notaio non ho prerogative …. Qualsiasi abusivo può fare il mio lavoro
Ma il consiglio nazionale dove è cosa fa ?
Se devo fare l'intermediario "a gratis" perché non consegniamo le dichiarazioni cartacee come si faceva una volta poi se le inseriscono loro
Meglio no !!!
Viviamo in un Paese di buffoni fiscali
Antonio Ranghino - Milano

Riprendiamoci il nostro ruolo
Sono un "giovane" dottore commercialista di 37 anni, ho aperto un mio piccolo studio da quasi quattro anni.
Vorrei esprimere pieno appoggio alla protesta in corso. Anzitutto vorrei che gli ordini territoriali e il Consiglio nazionale si muovessero facendo sentire la propria voce in maniera sempre più decisa. Dobbiamo ragionare come categoria, applicare la deontologia non solo a parole ma in pratica. Dobbiamo riprenderci un ruolo che abbiamo già di consulenti, non già solo di fiscalisti. Un ruolo di garantisti del rispetto della legge e delle normative e non dei complici di evasione ed evasori. Che dire degli adempimenti antiriciclaggio? Viviamo nel continuo dubbio e timore che ci sfugga quel particolare che, in caso di controllo, avrebbe conseguenze disastrose per la sopravvivenza stessa dell'attività già appesa a un filo per i mancati pagamenti delle parcelle. Oltre naturalmente alle difficoltà nell'organizzare in maniera efficiente le scadenze vista la loro continua mobilità! Inoltre credo che la professione debba essere riconosciuta come l'unica ad avere competenze specifiche e non permettere a pseudo professionisti che svolgono nostre attività in perfetta concorrenza e con minori rischi....
Non mi sento di dover essere negativo per il futuro al quale come giovane professionista, nonché padre di famiglia, devo guardare con positività e propulsione.
Alessandro Vanni - Santa Maria a Monte (PI)

Incertezza diffusa e perdita di senso e di tempo
Agenzia entrate , Inps , Equitalia....se c'è un problema gli operatori addetti non sanno mai nulla , tante funzioni telematiche (civis) non servono e siamo costretti a ritornare con il cartaceo negli uffici , costretti a dire ai clienti "gli uffici non sanno il perché di questa cartella è del 2002 non hanno più nulla ti conviene pagare".
I call center degli uffici pubblici sono sempre occupati oppure, se ti va bene, dopo che rispondono cade la linea, se ti va ancora meglio rispondono alla tua richiesta ma ogni operatore la interpreta in modo personale ...nell'incertezza normativa.
In caso di controllo i funzionari dell'Agenzia Entrate riportano a reddito qualsiasi cosa , tanto poi si fanno i ricorsi ....la correttezza non esiste più.
Studi di settore ....richieste di dati senza senso...tanto se ti controllano c'è sempre qualcosa che non va bene ...devono giustificare l'accesso...
Scadenze accavallate, mole di lavoro telematica che aumenta a dismisura senza un senso logico ...aumentano le ore di lavoro le parcelle rimangono le stesse da anni e spesso non vengono onorate.... ma anche io devo vivere ,mangiare, pagare l 'affitto , pagare l'unica dipendente che mi posso permettere....per continuare a far girare questo sistema marcio...che è lo Stato Italiano...
Perfigli Sabrina – Genova

Troppi interrogativi e nessuna risposta
Sono un giovane dottore commercialista : sono stanco, non ne posso più. Perché le banche non accettano nemmeno le pratiche garantite dal confidi di categoria ? Perché solo dal 2014 potremmo accedere, sul piano teorico , ai fondi europei? Perché devo soffrire se sono contrario al lavoro nero? Letta si è dimenticato anche di chi lo ha votato. Si vergogni.
Mauro Angelo Ruocco – Procida

Il legislatore è scollegato dalla realtà
Per l'impegno sul posto di lavoro ho perso la famiglia, mia moglie avvocato non capisce come sia possibile che io sia sempre in studio a lavorare, e ora non posso nemmeno staccare per alcuni giorni perché le scadenze e le modifiche sono un continuo susseguirsi.
Chi decide certe cose, e con la tempistica e le modalità scelte, non ha più alcun contatto con la realtà e questo ne è la prova.
Alessandro Nachira - Bolzano

Siamo al culmine dell'insoddisfazione
Sono più di trenta anni che faccio il commercialista e Vi posso assicurare che oramai siamo arrivati al culmine della insoddisfazione sia economica che lavorativa.
Tutto il lavoro che una volta facevano gli uffici finanziari ora è stato riversato su di noi, incombenze di ogni genere e che francamente non possiamo ne ci sentiamo di chiedere il giusto corrispettivo ai ns. clienti già fra l'altro abbastanza tartassati. Troppe scadenze, troppi adempimenti tanto da non avere più tempo di aggiornarci com'è giusto che sia per le continue regole che vengono cambiate in corsa.
Tanto per fare un esempio : l'acconto di Novembre io come credo tanti altri commercialisti, profittando dei pochissimi ritagli di tempo,li avevamo preparati,stampati e consegnati ai clienti. Poffete'!!!! aumento della percentuale e tutto da rifare povero uomo, quindi richiamare i clienti ricalcolare l'acconto e rifare la stampa dei modelli.
Altro esempio: Ai comuni è stato dato tempo sino al 09 Dicembre 2013 per fare le delibere se modificare o meno le aliquote per il calcolo dell'Imu, il 16/12/2013 scade il termine per pagare e a noi quindi restano appena sette giorni per aggiornarci sulle delibere dei comuni fare i calcoli e consegnarli ai clienti ricevendo in cambio le loro lamentele perché giustamente si devono sobbarcare lunghissime code alle poste o alle banche per potere pagare.
Le case di software a causa delle tante modifiche continuamente ci inviano aggiornamenti dei programmi e che noi a parte i costi in continuo aumento, ormai ci siamo ridotti a installare di notte o nei giorni festivi.
Esempi come questi ne abbiamo in quantità non indifferenti e pertanto noi chiediamo è mai possibile lavorare in questo modo?
Antonino Zimmardi

Quando una procedura funziona… si cambia
Vado subito al sodo con un paio di esempi. Che senso ha far fare lo spesometro ad un agricoltore esonerato?
Che senso ha cambiare la procedura per le deleghe al cassetto fiscale? Prima si poteva accedere un secondo dopo aver presentata la delega in Ade ora la mia prima delega risale al 15 ottobre 2013 e sto ancora aspettando un pin di attivazione che dovrà essere spedito al mio cliente.
Mi fermo qui ma potrei continuare per ore!
Alessandro Caruso - Trapani

Bisogna battersi per la semplificazione
Siamo l'ultima ruota del carro!!!!! Quelli che da un lato vengono accusati di favoreggiamento ed istigazione ad evadere e dall'altro quelli che fanno pagare le tasse!!!
Non siamo ne rappresentati adeguatamente a livello istituzionale, il nostro vecchio presidente era un notaio, e non siamo considerati degni neppure di rappresentare i nostri clienti nei vari uffici, ad esempio nell'Agenzia delle Entrate di Viterbo possiamo prendere solo tre bigliettini al giorno e registrare contratti entro questo limite; non possiamo salire all'Inps e parlare con un impiegato se non previo appuntamento a discrezione dell'Ente Inps; mandiamo documentazione alla CCIAA in formato digitale (ovviamente poco pesante sennò viene rigettata!!!) e non possiamo parlare con gli impiegati ma solo con il call center. Dobbiamo adeguarci a tutte le nuove incombenze derivanti dai nostri politici, ormai non possiamo più programmare nemmeno le ferie!! E dobbiamo farlo sempre a pochi giorni della scadenza.
Basta basta basta! Una sola parola "semplificazione"! Ma vogliamo farla noi, suggerirla noi.
E per essere ascoltati dobbiamo scendere in piazza e nel caso estremo scioperare massicciamente i giorni di pagamento dei contributi!
I malati di SLA hanno dovuto staccare il respiratore (con tutte le dovute scuse per l'esempio!!) , noi dobbiamo staccare il respiratore dei versamenti. E queste sono solo le prime cose che vengono in mente, ma ce ne sono un'infinità!!!
Proietti Renato - Viterbo

Lo stress aumenta e la remunerazione cala
Lavoro da ormai sette anni in un piccolo studio commercialista nella provincia di Milano e ormai la situazione è diventata insostenibile. Il nostro stress/mole di lavoro è diventato inversamente proporzionale alla nostra remunerazione e solvibilità dei clienti perché anche quelli onesti e precisi non riescono più a far fronte alla pressione fiscale e quindi anche alle nostre parcelle. Bisogna cambiare questo trend, bisogna snellire la burocrazia e soprattutto mettere nelle posizioni strategiche di chi legifera gente qualificata e che conosce le problematiche della nostra professione; ultima dimostrazione di incompetenza e menefreghismo del nostro lavoro è stato il discorso Spesometro che tutti conoscono.
Naturalmente il tutto correlato da un abbassamento della pressione fiscale che ha ormai superato il limite della sopportazione.
Davide Giorgi - Cesano Boscone (MI)

Ora dobbiamo anche fare i programmatori
Voglio raccontare quanto accadutomi il 21/11/2013 , giorno del mio compleanno, alle ore 19:04 volendo adempiere all'invio delle comunicazioni dei modelli polivalenti ( spesometro ) ,in quanto non fidandomi delle varie comunicazioni ,e varie faq ,in cui si dice o si scrive che non saranno applicate sanzioni ecc.per gli invii fino al 31/01/2014. Ho proceduto ad elaborare il file , a fare il controllo con la versione Entratel ( NSP DEL 07/11/2013) , e autenticare il file.
Mi collego al sito dell'agenzia delle entrate e vedo che bisogna scaricare l'ultima versione ( NSP00101) del 21/11/2013 , motivo : "Questa versione contiene le seguenti modifiche e integrazioni corretto un errore che dava controllo positivo anche per file creati con una non corretta sequenza dei record ".(Cosa vuol dire ?) cerco di contattare il programmatore ,ma alle 19,30 era andato via , cerco in internet per capire ,ma purtroppo non riesco a districarmi. Però penso visto che per i mensili non ho avuto problemi, andrà bene anche per i trimestrali , ed invio il file autenticato con la versione precedente anche per evitare altre perdite di tempo. Sorpresa il 22/11/2013 trovo che le comunicazioni sono state scartate per le seguenti motivazioni : Versione del modulo di controllo non aggiornata. Quindi noi commercialisti, oltre ai vari adempimenti , e di come siamo trattati , cose di cui su questo giornale si sta ampiamente discutendo , dobbiamo anche imparare a fare i programmatori!

Lavoriamo nel caos più assoluto
Io non sono commercialista ma tributarista: comunque siamo sempre a dover lavorare nel caos più assoluto.
L'errore più grave che da anni continuano a fare i nostri politici è di scrivere le leggi in quanto tecnici senza nemmeno domandarsi come fare ad applicarle nella realtà delle situazioni........Tanto ci siamo noi che tra una incazzatura e l'altra le facciamo sempre tutte come bravi servitori dello stato a costo "zero" mettendoci in cattiva luce di fronte ai nostri clienti esausti ma che sono e rimangono quelli che ci danno da mangiare.
Per non parlare delle ore di formazione obbligatorie all'esercizio della nostra professione che a mio avviso sono perdita di tempo, perché anche gli oratori professionisti qualificati sono impotenti di fronte al marasma di leggi e emendamenti da far girare la testa. Quindi se una volta i corsi erano ore di grande aiuto e crescita professionale ora ribadisco sono perdite di tempo che a mio avviso le ore di formazione le dovrebbero fare i nostri parlamentari ....tutti.....
Manuela Mori – Castelnuovo di Garfagnana (Lucca)

Non c'è rispetto per il nostro lavoro e per i nostri clienti
Svolgo la professione da 28 anni e mai come in questo momento mi sento impotente e frustrato innanzi al comportamento del Governo e dell'agenzia delle Entrate; oggi 25 novembre, a una settimana dalla scadenza , non sappiamo quando e quanto dovranno pagare di acconto i nostri clienti, non sappiamo nulla della seconda rata Imu e, se tutto va bene, avremo 5 cinque giorni per calcolare il saldo Imu e consegnarlo ai clienti. Tutto questo tra Spesometro, Beni ai soci e saldo Tares.
A tutto ciò si aggiunga che l'Agenzia, a causa dell'esigenza sempre più pressante di fare cassa, ci ha inondato di accertamenti il più delle volte discutibili, utilizzando sempre più l'abuso del diritto, il concetto di antieconomicità e presunti comportamenti elusivi. Tutto ciò in spregio dello Statuto del contribuente. Non c'è rispetto non solo per il nostro lavoro (e di centinaia di migliaia di nostri collaboratori ) ma soprattutto nei confronti dei nostri clienti già provati dalla crisi economica e tartassati da una pressione fiscale tra le più alte al mondo. Probabilmente è arrivato il momento di una protesta forte e unita.
Paolo Giaroli – Carpi (Mo)

All'abuso del diritto rispondiamo con l'abuso del potere
Penso che ci si renderà conto che questa nostra professione svolga una "funzione sociale" , ben diversa da quella che intendono i nostri cari governanti e legislatori. Se avessimo avuto più coraggio negli anni passati non saremmo certo in questa condizione di "intermediari fiscali" , facendo risparmiare alla pubblica amministrazione tempistica della quale solo noi ne paghiamo le conseguenze, sotto ogni profilo. Purtroppo i nostri rappresentanti, ammaliati dalle poltrone romane, hanno avuto più a cuore gli incarichi istituzionali e i gettoni del Consiglio nazionale che la "vera" tutela di questa professione, ormai a ridosso delle più "scalcagnate". Se andiamo di fronte all'Amministrazione non formalmente, ma sostanzialmente ci disprezzano, se andiamo in Commissione tributaria molte volte chi giudica non conosce l'evoluzione della materia, e naturalmente ci dà torto perché nel dubbio difendiamo sempre gli evasori e gli "assassini".
Tant'è che qualche mente eccelsa si è inventata l'abuso del diritto, fattispecie mai contemplato dal legislatore. Cari miei professori se è per questo noi ci siamo inventati l'abuso del dovere e non parlatemi di scioperi perché la nostra categoria è formata da gente troppo pavida per compromettersi... se esistesse un vero fronte comune per difendere la nostra dignità professionale qualche "papavero eccellente" comincerebbe seriamente a riflettere.
Renzo Amanzio Regni - Gubbio (Pg)

È una schizofrenia delirante di adempimenti
Lo studio e il sottoscritto sono sommersi da richieste di adempimenti di poco conto dal punto di vista della remunerazione, ma di forte impatto per la gestione: registrazione contratti di locazione; elenco "spesometro"; versamenti F24; invio telematico dei modelli dichiarazione. È una schizofrenia delirante di adempimenti conseguente anche alla sgangherata procedura di legislazione (in spregio allo statuto del contribuente, alla norma, alla civile convivenza). In Francia e in Svizzera, a titolo di esempio i contratti non conoscono né registrazione, né tassa di bollo e non pare che la evasione sia più elevata che in Italia, anzi. In quei paesi non si assiste alle code (con anche molte persone anziane) davanti agli uffici dell'agenzia per far registrare i contratti, per le cessazioni, variazioni eccetera ... Perla di buon senso: ma chi può aver pensato che con il passaggio dalla carta da bollo alla ,arca da bollo, la stessa debba avere data coincidente a quella dell'atto. Ma se il problema (angheria ) è incassare per un (dis)servizio, non basta che sia "appiccicata" al momento della presentazione all'ufficio? Fateci pagare le tasse, ma con sicurezza, senza perdite di tempo e con dignità !
Paolo Scartozzi - Torino

Ci vorrebbe ogni giorno un corso di aggiornamento
Sciopero. Assolutamente d'accordo. Sono commercialista da poco più di un anno. Ho dovuto pagare già quasi 7mila euro di contributi alla Cassa di previdenza, devo comprare un software per la gestione delle contabilità e ogni giorno che passa si inventano balzelli burocratici da strizzacervelli per gestire i quali occorrerebbe ogni giorno un corso di aggiornamento, ovviamente a pagamento. Poi se vogliamo aggiungere che le scadenze continuano puntualmente a essere variate e che il sito nonché i software dell'agenzia delle entrate sono a dir poco fatiscenti, il quadro è completo. Senza contare che tra i clienti purtroppo c'è sempre chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Barcamenarsi in questo mare in burrasca è proprio da incoscienti e irresponsabili. Al diavolo gli adempimenti sorti in corso d'anno. Vogliono che vengano rispettati gli adempimenti: ce li dicano almeno con un anno di anticipo. Altrimenti se li facciano loro. Grazie e scusate per lo sfogo ma credo che siamo proprio al caffè.
Massimo Guida

Non sopporto più di fare questo lavoro che è diventato sempre più insostenibile
Sono una commercialista e svolgo la professione dal 1982 e come potete facilmente immaginare, sono passata attraverso numerose riforme, controriforme, ma soprattutto, tantissime promesse disattese. Scelsi di fare questo lavoro per passione. Ho sempre lavorato tantissimo, mai meno di 16 ore al giorno. Ho lavorato fino all'ultimo giorno di gravidanza, senza peraltro percepire alcuna indennità, dal momento che all'epoca non esisteva tale diritto per noi. Sono tornata a lavorare in studio già dal giorno successivo alla dimissione dall'ospedale. Ho cresciuto due figlie cercando di dare loro il massimo senza mai trascurare lo studio e miei assistititi. Ho lavorato sempre con la massima coscienza cercando di educare i miei clienti alla legalità e soprattutto al buonsenso. Ora sono stanca, non immaginate quanto! Soprattutto considerando le condizioni in cui siamo costretti a lavorare. Senza la Fornero avrei potuto andare in pensione quest'anno, invece mi tocca lavorare ancora per altri nove anni. Non ce la faccio più! Non sopporto più di fare questo lavoro che è diventato sempre più insostenibile, che mi ha risucchiato tutte le energie e tutto l'entusiasmo. Non ho più alcuna motivazione per quello che faccio. Tutto ciò grazie alla nostra classe politica che ha portato il nostro Paese a questo stato di degrado, permettendo a pochi di arraffare denaro pubblico senza alcun pudore, a discapito dei tanti lavoratori onesti.
Ora basta! È ora di finirla! Riprendiamoci questo Paese e mandiamo via questa classe politica incompetente e incapace che pretende da noi di restare a lavorare per 50 anni prima di avere una pensione, mentre loro continuano, nonostante tutto ciò, a percepirla dopo un solo mandato. Una classe politica che non è capace di fare una riforma elettorale, che non è capace di fare tagli alla spesa. Persino una casalinga dotata di buon senso saprebbe fare meglio!
Rita Saracino

Bullismo istituzionale
Siamo alle solite, nonostante le nostre proteste l'amministrazione finanziaria persevera nel modificare le carte in tavola all'ultimo minuto: questa volta ci toccherà rielaborare gli acconti già inviati ai contribuenti. Purtroppo non è la prima e l'ultima volta che succede. Questa è bullismo istituzionale fatto di un'arroganza e maleducazione che non rispetta minimamente i cittadini/contribuenti. La pessima consuetudine di cambiare le regole, di non avere certezze nemmeno nel breve termine, non è certo un elemento distintivo per il Paese, i cittadini non meritano questo sistema di continue incertezze. Ormai la professione è diventata una discarica di adempimenti, molti dei quali inutili. Un esempio su tutti è lo Spesometro: cosa serve inviare i dati delle transazioni tra imprese quando la maggior parte dell'evasione è verso il consumatore finale? Si sbaglia bersaglio ma sempre a caro prezzo per imprese e professionisti, e pensare che doveva essere un adempimento tale "da limitare al massimo l'aggravio per i contribuenti": infatti è stato prorogato a fine gennaio 2014. Non parliamo poi di provvedimenti dannosi per l'economia quali il redditometro: spesso i clienti chiedono se possono o meno investire su immobili, cambiare auto e via dicendo perché preoccupati di incappare in eventuali accertamenti. Anche questi elementi di incertezza, uniti all'attuale crisi economica e di liquidità, uccidono i consumi e gli investimenti con ciò che ne consegue negativamente sull'ormai povero tessuto imprenditoriale italiano e di conseguenza sul gettito fiscale. L'impressione è che in nome di una lotta all'evasione fiscale – che è sempre più un gioco di numeri basato su metodi di calcolo dalle gambe di argilla – la cura sia peggio del male. Immagino un legislatore finanziario che davvero rispetti i contribuenti ed i professionisti come cittadini e non come sudditi, che consenta di fare impresa, che consenta di fare il professionista e non l'arrampicatore di specchi, un legislatore che non trasforma gli inadempimenti formali senza danno per l'erario in sanzioni mostruosamente spropositate (per esempio le sanzioni sul reverse charge e mancato invio comunicazioni di intento), un legislatore che sia comprensivo in periodi di crisi come questa in corso e non che vada nel senso contrario con norme che trasformano le imprese in perdita in società di comodo o che non dia scampo a chi, trovandosi suo malgrado in crisi di liquidità, deve anche subire la gogna di una denuncia penale se non riesce a versare i tributi. Ma forse tutto questo è un paradosso in un Paese dove una legge come lo Statuto del Contribuente vale meno della carta straccia.
Roberto Lijoi

Rapporto coi clienti messo a dura prova ogni giorno
È frustrante, complicato e dispendioso dover lavorare di continuo nell'incertezza, alle prese con obblighi inutili che nemmeno chi li ha inventati riesce a spiegarci a che cosa servano esattamente! E ora, non solo il contenuto degli adempimenti diventa poco chiaro, anche le scadenze (una volta esisteva un calendario fiscale ben pianificato) sono un'illusione che vengono modificate all'ultimo minuto, facendosi beffa di chi ha fatto le corse per terminare il lavoro in tempio tra mille difficoltà, magari pagando anche gli straordinari ai dipendenti. Per non parlare del rapporto coi clienti che, nostro malgrado, viene messo a dura prova ogni giorno con i continui cambiamenti (a volte paradossali) che siamo tenuti a spiegare. Voglio invitare uno dei nostri cari politici a trascorrere una giornata nel mio ufficio, seduto alla scrivania e con la penna in mano, per vedere come ne esce la sera: sicuramente ubriaco senza aver bevuto un goccio di alcool, come succede a noi tutti i giorni.
Roberta Jacobone - Crema (Cr)

Non varrebbe la pena di istituire un'agenzia delle Uscite?
Un'amministrazione finanziaria che detta leggi nebulose, in continuo aggiornamento interpretativo e evolutivo, con scadenze sempre prorogate all'ultimo minuto, si permette di trattare una categoria importante come la nostra con la sufficienza con cui un sovrano tratta dei sudditi. Anche le continue verifiche, del tutto legittime nelle intenzioni, non fanno che appesantire un clima tutt'altro che sereno. I pochi che in questo paese lavorano veramente si sentono come limoni da spremere, ma ormai è rimasto poco. Accanto ad un'agenzia delle Entrate sempre più efficace ed attenta, non varrebbe la pena di istituire un'Agenzia delle Uscite? Che protesta sia, sempre troppo debole ed in ritardo rispetto a tutti i torti che stiamo subendo da tempo.
Giorgio Bortolaso

Ci vengono richieste sempre più ore e sempre meno pagati
Il mio è un grido disperato che forse rappresenta il 99% dei dipendenti degli studi commercialisti. Siamo allo stremo, non è più possibile stare dietro a tutti i repentini cambiamenti di queste demenziali procedure fiscali. Siamo stufi di dover correre dietro a tutti gli arzigogoli fiscali, sprecando il nostro tempo rincorrendo le innumerevoli date di scadenza (è mai possibile che non si possano uniformare le date ad un solo periodo dell'anno?), gli aggiornamenti incomprensibili e senza certezza, a complesse istruzioni per redigere le dichiarazioni dei redditi, senza considerare la spunta degli scontrini fiscali dei medicinali (arrivano clienti con centinaia di scontrini da pochi euro), tutte incombenze che portano via tantissimo tempo senza tradursi in compensi. Ci vengono richieste sempre più ore e sempre meno pagati. Abbiamo stipendi da fame a discapito di una professionalità richiesta sempre maggiore e sempre meno ottenibile. Imparare la gestione di nuovi software rottamando i vecchi, che poi verranno riaggiornati e poi verranno nuovamente accantonati. Vogliamo dire basta a questo schiavismo. Fermino tutte le incombenze per 6 mesi e mettano a posto una volta per tutte il sistema fiscale, coordinandosi con i nuovi strumenti informatici. Siamo diventati una "tastiera" umana dove la macchina statale sempre più burocratizzata schiaccia selvaggiamente i suo tasti inermi (cioè noi dipendenti e commercialisti).
Roberta Regis

Sciopero!
Sono un commercialista di 50 anni e svolgo la professione da 25. Ritengo che la protesta che sta montando in questi giorni, sia arrivata in ritardo, poiché la nostra categoria, oggi, è sempre più "vessata" da adempimenti, che nulla hanno a che fare con il nostro lavoro. Abbiamo iniziato con i modelli F/24, le dichiarazioni, i bilanci, le pratiche camerali e oggi, tutto, ma proprio tutto passa dal nostro Studio per giungere a una qualche amministrazione pubblica. Tutto questo non riconosciuto e gravato anzi, da penalità a nostro carico in caso di inadempienze.
Quanto descritto è assurdo e non riscontrabile in nessun altra categoria professionale (gli avvocati scioperano almeno 10 volte l'anno...); i nostri rappresentanti, nulla hanno fatto perché ciò non accadesse. Peraltro viviamo ormai da 10 mesi in un limbo, dove non sappiamo ancora chi sono i vertici che dovrebbero perorare le nostre cause... Tutta la categoria incroci le braccia, abbiamo il diritto a essere più tutelati e meno massacrati. Sciopero SACROSANTO.
Giuseppe di Francesco

Mi sento un dipendente a titolo gratuito di tutta la pubblica amministrazione
Ho, sempre e orgogliosamente, svolto il mio lavoro con molta passione e senso del dovere verso i miei clienti, ma negli ultimi anni (molti in verità) vivo con disagio la mancanza di considerazione per chi, come me, applica e interpreta norme scritte in modo frettoloso e confuso: sento di essere diventato un dipendente a titolo gratuito di tutta la pubblica amministrazione, per qualunque adempimento da effettuarsi c'è il commercialista! Tanto cosa importa del commercialista! Credo che per la nostra categoria sia arrivato il momento di dire basta. Anzi, BASTA, al proliferare di adempimenti, talvolta inutili, e a norme confuse e contraddittorie, emanate all'ultimo momento con evidenti disagi per tutti, commercialisti e contribuenti; non se ne può più, la misura è colma. Basta lavorare con un'imminente scadenza che ci pende sul capo. Prima di scrivere una norma sarebbe buona prassi consultare chi poi la deve applicare e trasmetterla ai contribuenti-destinatari. Non se ne può più. Ho da poco calcolato e consegnato i modelli F24 per gli acconti delle imposte in scadenza il 02.12.2013 e già leggo dal Sole che la percentuale da versare è di nuovo variata e che per sapere definitivamente sull'Imu dovrò attendere ancora : ma a chi mi chiede di sapere con congruo anticipo quanto deve pagare ( e con la crisi attuale non è cosa da poco) cosa rispondo ? Che pur avendo assistito per tutta l'estate al teatrino dell'Imu sì, Imu no, deve pazientare ancora per qualche giorno prima di conoscere la situazione definitiva sull'Imu perché nel nostro Governo ANCORA non si sono messi d'accordo ? Ma in che Paese viviamo?
Giuseppe Pezzulo

God only knows
Non saprei da dove iniziare, tale è ormai il marasma in cui ci troviamo: adempimenti tributari sempre più gravosi e inutili, scadenze incerte con le finestre temporali, uso ridicolo e imbarazzante del vecchio redditometro (ho un caso a studio a dir poco lunare), con la mediazione tributaria che è una farsa, accertamenti 41 bis a soggetto privato, per affitti commerciali non dichiarati perché mai riscossi (con il funzionario delle entrate che al telefono ti da' ragione, ma dice, purtroppo la norma non gli consente l'annullamento in autotutela), accertamento 36 ter su master conseguito all'estero con richiesta della traduzione dall'inglese all'italiano, dell'elenco delle materie studiate... e tanto altro. Come andrà a finire? God only knows, cantavano i Beach Boys. Comunque ho una proposta: mandiamo per un po' di tempo i nostri Burocrati Fiscali in giro per il mondo, non sentiremo la loro mancanza e torneranno con idee più chiare, sopratutto in termini di rispetto del Cittadino.
Costantino Coppacchioli

Un cliente è uscito di buon umore dal mio studio
In questi giorni un artigiano amministratore di una srl mi ha chiesto spiegazioni sulla logica della misura dell'acconto Ires al 101% (e dico poco). Mi ha detto "E' come se presentassi un preventivo per lavori da eseguire ad un cliente. Chiedo al cliente pagami in anticipo il 101% del preventivo poiché ho urgente bisogno di denaro, poi se il valore dei lavori é pari al mio preventivo ti restituisco l'1%. Per chiederlo dovrei quasi essere al collasso finanziario. Il cliente per darmi avanti più denaro del preventivo dovrebbe essere un fesso". Gli ho risposto (da "Patch Adams" fiscale) che l'esempio non é calzante, in quanto lo Stato italiano non é quasi al collasso finanziario, inoltre noi italiani non siamo fessi, il nostro dovere é quello di pagare le imposte nella misura in cui ci vengono richieste e, comunque, i denari non saranno sperperati, ma miglioreranno la qualità della nostra vita: servizi, sanità, scuola, misure contro la disoccupazione giovanile, sostegno alle imprese, sostegno alle famiglie. Abbiamo sorriso insieme, finalmente un cliente esce di buon umore dal mio studio. Non credo, nonostante i miei sforzi, che verserà l'acconto Ires di prossima scadenza nella misura richiesta.
Giovanni Emmi - Linguaglossa (Ct)

Troppo tempo perso per operazioni di scarsa utilità
Sono un commercialista iscritto all'Ordine da più di quarant'anni. Devo purtroppo ammettere che gli inconvenienti, che via via sono sempre aumentati nel tempo, ci costringono a trascurare il lavoro svolto quotidianamente per i nostri clienti. Infatti sono costretto a telefonare in continuazione ai predetti comunicando loro le somme che devono versare sui conti correnti in occasione delle numerose scadenze fiscali. Sono costretto e risentirli per verificare se hanno provveduto ai versamenti in modo che possa effettuare le trasmissioni telematiche all'agenzia delle Entrate degli F24 con conseguente scarico delle ricevute. Sono costretto a controllare se i pagamenti hanno avuto esito positivo e scaricare ancora le rispettive ricevute da conservare. Se l'esito è negativo sono il primo a sapere che i conti correnti sono scoperti con buona pace della privacy e, di conseguenza, avvisarli. Tutto questo occupa buona parte della giornata. Ora chiedo che vengano presi provvedimenti affinché la categoria venga esonerata da questo "triangolo" e che il rapporto sia diretto tra banca e contribuente al quale provvederemo a dare i modelli F24. Così facendo lo Stato eliminerebbe la perdita di tempo legata alla mancata disponibilità sui conti correnti e noi avremmo più tempo per svolgere la nostra professione. Spero aver evidenziato uno tra i tanti inconvenienti con i quali la categoria è alle prese ogni giorno.
Prof. Fiore Guarriello - Ferentino (Fr)

Una professione ad alto livello di "insoddisfazione"
Oggi la professione si svolge così: scadenze, leggi farraginose, cavilli, adempimenti inutili e complessi, clienti che già alla canna del gas non pagano più e noi quasi ""Caritas"" continuiamo a somministrare consulenze e servizi con la speranza (vana) di riuscire un giorno a recuperare qualcosa. Non vedo l'ora di arrivare alla famosa età pensionabile e dopo una vita di contributi versati mi aspetto di prendere una pensione di poche centinaia di euro. Penso di essere ormai arrivato al limite di sopportazione verso tutti quelli che mi stanno attorno e, questo non dipende certamente da me ma dall'insoddisfazione che ormai ripongo nell'attività !!!!
Maurizio Gatti

Tutta la società civile dovrebbe scioperare contro lo strapotere della burocrazia
Leggendo l'articolo del 20 novembre mi sento unito alle difficoltà che provano tutti i colleghi ogni giorno, penso che qualunque commercialista non possa che sottoscrivere in pieno quest'articolo! È una fotografia reale per nulla eccessiva della situazione in cui versiamo, ci troviamo ad essere nodo nevralgico in cui si scaricano le inefficienze della nostra burocrazia con l'aggravio dell'inderogabilità degli adempenti.La nostra categoria deve scioperare! È l'unica possibilità che abbiamo di fronte allo strapotere delle burocrazie. Tutte le associazioni della società civile dovrebbero farlo per quelle che sono le loro competenze altrimenti continueremo ad essere sudditi e non cittadini. La burocrazia deve essere leggera e al servizio del cittadino., è arrivata l'ora di dire basta! Dobbiamo svegliarci....chi sa questo non sia l'inizio....
Alessandro Motta

Non siamo un paese civile
È da paese civile che alla fine di una verifica fiscale, il funzionario nell'evidenziare il maggior reddito ripreso a tassazione riferisca al dottore commercialista:"non si preoccupi tanto la società sua cliente vincerà il contenzioso". È da paese civile che nel corso di una verifica fiscale il funzionario precisi di avere un budget (in termini di maggior reddito, vero o presunto, da accertare) che deve rispettare ? È da paese civile che un funzionario dica al dottore commercialista:"lei ha ragione ma abbiamo delle direttive" ? Così tanto per fare alcuni esempi..
P.T.

Quesiti esistenziali da professionista
Perché se un commercialista ha il sospetto di un'evasione di un suo cliente ha l'obbligo di inviare una segnalazione alle autorità competenti, pena sanzioni amministrative e penali, ed un avvocato che difende un cliente che gli confessa di aver commesso un omicidio non ha alcun obbligo?
V.B. – Napoli

Bisogna recuperare il senso della nostra attività
Ho avviato la professione quando la nostra creatività e competenza poteva essere messa a tempo pieno al servizio di una sana crescita delle imprese dei nostri clienti. Ciò faceva la differenza tra buono e cattivo commercialista, e il cliente lo percepiva. Oramai da troppo tempo, il diluvio normativo e degli adempimenti, accompagnato da responsabilità che sovente siamo chiamati impropriamente ad assumere, mortificano la parte più nobile della nostra professione. Serve una svolta per sottrarci a questo inevitabile declino di burocrati per conto dell'Amministrazione e recuperare il vero senso del nostro operare.
Resto orgoglioso della mia professione, ma per quanto ancora ?
Leonardo Mottolese - Milano

Anche i nostri rappresentanti sono refrattari al cambiamento
Fino a quando negli ordini, in generale, non ci sarà un cambio continuo generazionale dei rappresentanti credo che tutto sarà atavico. Non appare possibile che un ordine professionale sia rappresentato sempre dalle medesime persone, un ordine professionale è di tutti gli iscritti, ne consegue che tutti gli iscritti devono essere parte elettorale attiva e passiva, indipendentemente dalla loro origine regionale. I consiglieri e il presidente di un ordine possono rimanere in carica per due, massimo tre mandati (che comunque già troppo), ma no vita natural durante. Basta!!! La mancanza poi di un Consiglio nazionale con un suo presidente (da 11 mesi il Consiglio è commissariato, n.d.r) dimostra la scarsa volontà e tendenza al cambiamento strutturale, che la norma nuova non ha inciso.
È solo per il gusto del potere ? Sono iscritto da 40anni per il semplice e solo motivo che è obbligatorio, dato che l'iscritto non è per nulla tutelato anzi, regna sovrana la legge della giungla: mors tua vita mea. Non solo, non abbiamo alcuna influenza per modificare o incidere sugli adempimenti, come dimostra per esempio l'ultimo nuovo redditometro.
Francesco Jerace Bio

Un mestiere ad alto rischio…
Il 29 maggio 2012, ultimo giorno per l'invio dei bilanci Ue: alle 9 del mattino applico il lettore della smart card al pc per la firma digitale, non funziona. Prova e riprova, non va, sembra che il lettore non legga la card. Chiamo il numero verde e dopo lunghe attese mi rispondono che il modello del mio lettore non va più bene. "Ma come?", obietto, "ho inviato pratiche telematiche cinque giorni fa e funzionava..e poi sul sito di Infocamere e Telemaco non c'è nessun avviso di scadenza di questi lettori". L'operatore mi conferma che il mio lettore non funziona più e che devo acquistare l'ultimo modello "xy"..Intanto arrivano le 11 del mattino e monta l'ansia: se non trovo un lettore entro oggi devo rifare tutti i bilanci utilizzando il termine lungo per l'approvazione altrimenti sono inviati in ritardo. Chiamo la Cciaa di Verona e mi dicono di avere l'ultimo lettore disponibile, allora corro a Verona, parcheggio in divieto e salgo le scale. Sono le 11.45, entro, mi consegnano il lettore e sto per pagare, ma...."mi dispiace", dice la segretaria, "non posso accettare denaro, le do questo bollettino postale, lo compili, vada in posta a pagarlo e me lo riporti". "A che ora chiudete?" chiedo. "Alle 12.15" risponde. "£ se non ce la faccio a tornare?". La segretaria alza gli occhi al cielo e allarga le braccia. Corro giù dalle scale e, sempre di corsa vado all'ufficio postale, distante fortunatamente solo 400 metri. Entro senza più fiato, solo due persone davanti a me....ce la posso fare....pago...riparto a tutta velocità e arrivo allo sportello alle 12.10...ce l'ho fatta!!!!!!...Se non muoio d'infarto....
Cristiano Sprea - Raldon (Vr)

Lo sciopero oramai è inevitabile
Finalmente la categoria decide di muoversi con uno sciopero nazionale. Questa iniziativa è ineludibile, abbiamo aspettato anche troppo tempo. È da anni che questa situazione di incertezza normativa va avanti, con un aumento vertiginoso degli adempimenti a carico degli studi. Si sono moltiplicati gli adempimenti, spesso inutili e sempre in condizioni di emergenza, con conseguente aggravio di costi e di responsabilità. Come professionisti siamo messi nelle condizioni di sbagliare e di essere inadempienti, sempre sotto schiaffo dall'agenzia delle Entrate da una parte e del cliente, dall'altra. Non è possibile continuare a svolgere la nostra professione in questo modo.
Angelo Paone – Rimini

Validi motivi per scioperare:
1) Sono un consulente tributario e confermo che lo sciopero per bloccare la burocrazia assurda e inutile è indispensabile.
L. Benedetti
2) Braccia incrociate tutti a Piazza San Pietro ad oltranza . Basta !
Anthony Astolfi
3) A proposito di validi motivi per scioperare, vogliamo parlare degli adempimenti relativi alla normativa sull'antiriciclaggio? Organizziamoci in fretta! Alziamo la testa!! È ora!
Giulia Liboni - Grottammare (Ap)
4) Forza ragazzi è ora di far valere i nostri diritti e quelli dei contribuenti-cittadini. Uniti non per cominciare ma per preservare.
Antonio
5) Ora sono impegnata con la scadenza dello spesometro... e non ho il tempo di scrivere tutte le mie lamentele! Intanto ringrazio chi, ogni tanto, manifesta il nostro malessere mettendo in evidenza le numerose criticità del nostro lavoro. Mi unirò ad ogni forma di protesta perché sono stanca di trascorrere anche l'estate e le feste di Natale nello studio lontana dalla mia famiglia e dai miei figli!!!
Antonella Lupinacci - Cosenza

Non siamo la longa manus dell'agenzia delle Entrate
A volte scherzando dico che il mio lavoro ha una funzione sociale, infatti molto spesso mi trovo a spiegare ai miei clienti la "ratio" di norme che sembrano assurde o a cercare di spiegare i motivi delle pretese degli uffici. Ad esempio spiegare a un cliente perché l'agenzia delle Entrate aveva purtroppo tutti i diritti di chiedere spiegazioni sui suoi movimenti bancari oppure spiegare anche ai amici perché l'agenzia delle Entrate gli ha inviato un atto di ben 20 pagine, se si sono dimenticati di dichiarare un CUD nel modello 730. La reazione del contribuente alle richieste dell'Agenzia è sempre negativa e spetta a noi mediare, spiegando e chiarendo quali sono diritti e obblighi. Purtroppo alla fine si rischia di essere visti dal cliente come "un collaboratore dell'agenzia delle Entrate". Agli occhi dei più il commercialista è quello che vuol fare pagare le imposte e per l'agenzia delle Entrate siamo quelli che aiutano il contribuente a evadere le imposte. Poi ci sono le difficoltà operative quotidiane: norme in continuo cambiamento da applicare e interpretare, adempimenti da fare (vedi spesometro) il cui costo può essere addebitato solo in parte sul cliente, perché quest'ultimo non ha di fatto nessun servizio utile per lui. Sarebbe veramente auspicabile avere un canale di dialogo aperto soprattutto con l'agenzia delle Entrate, per i funzionari in primis sarebbe un buon feed back per capire l'operatività dei diversi adempimenti fiscali, così si eviterebbero situazioni tipo "comunicazione over 3.000" che invece di semplificare complicava ancora di più il lavoro. Però anche se ci sono le buone intenzioni da parte della pubblica amministrazione poi di fatto qualcosa non funziona, ad esempio ieri mi è arrivata una mail per dare una valutazione del servizio CIVIS. Si fa la login nel sito del MEF, si inizia a compilare il questionario ma dopo alcune pagine dà errore. Ecco un esempio lampante!
Silvia Rossini – Verona

Soffocati da uno Stato che ci sommerge di adempimenti
Sono titolare di un piccolo studio e condivido pienamente le doglianze della categoria. In particolare ci sentiamo "soffocati" da uno Stato che poco riconosce il nostro ruolo di consulenti e ci attribuisce sempre nuovi e maggiori adempimenti "delegati" da espletare a costo zero. Si arriverà al paradosso che lo Stato ridurrà drasticamente il personale dell'agenzia delle Entrate, delegando a noi (sotto il macigno di pesanti responsabilità) tutta una serie di funzioni: non saremo più i consulenti dei nostri clienti, ma diventeremo travet di stato. Chiariamo subito che non chiediamo elemosine (come il compenso di 0,50 euro per ogni modello dichiarativo trasmesso), ma collaborazione da parte dello Stato. Si potrebbe partire dal mettere a disposizione della categoria, in tempi utili per l'espletamento degli adempimenti fiscali, il software . Per facilitare il lavoro di travaso dati, la Sogei dovrebbe anche provvedere a metterci a disposizione un programma per la contabilità (tutti gli adempimenti dei titolari di partita Iva sono in qualche connessi alle elaborazioni contabili). Ciò consentirebbe al dottore commercialista di tagliare alcuni costi di studio (quelle delle licenze del software) e di non lasciare in "balia" del software-house il piccolo studio. Ogni nuovo adempimento introdotto dal legislatore comporta per lo studio un onere aggiuntivo in termini di software a cui , vi posso assicurare, che non sempre corrisponde un maggiore introito viste le difficoltà finanziarie delle nostre imprese.
Torquato Galasso - Torre Annunziata

La categoria sopravvive solo se sopravvivono le aziende
Sono d'accordo con il decalogo pubblicato in data 20 novembre, ma vorrei mettere al primo posto la grave crisi di liquidità che interessa tutti i miei clienti e il mio studio, piccolo e certo non strutturato. Sicuramente una politica seria che elimini gli adempimenti inutili ed obblighi al pagamento di fatture e parcelle pena la chiusura dell'attività potrebbe essere un segnale forte di cambiamento. È naturale che la sopravvivenza della nostra categoria sia strettamente legata alla sopravvivenza delle aziende italiane, perché nessuno parla di politica estera, di Europa e di globalizzazione, perché non si regolamenta la delocalizzazione?
Silvia Gamba - Avigliana (To)

Imu, altro lavoro inutile e non fatturabile
Oggi dovrebbero approvare il decreto che cancella la seconda rata Imu 2013. È allo studio un ulteriore provvedimento che contiene la clausola di salvaguardia collegata all'abrogazione della prima rata che prevederebbe, tra l'altro, l'aumento di 2 o 3 punti percentuali degli acconti Ires e Irap in scadenza il 2 dicembre 2013 e un intervento al rialzo sulle accise sui carburanti a partire dal 2014. Ce l'hanno fatta anche questa volta! Abbiamo appena consegnato tutti gli acconti ai clienti. E vabbe' per quest'anno mancato incasso! Forse a forza di gettito inferiore magari lo capiscono; e se arriveranno le sanzioni facciamo come tutti ...chissenefrega.
Ferdinando Croveri – Chieri

Subiamo perché manca una rappresentanza
Concordo con il collega di Napoli che si ritiene un parasubordinato dell'agenzia delle Entrate a costo zero per lo Stato. È vero che quando non siamo impegnati in invii vari lo siamo in accertamenti dove la nostra figura è assimilata, a prescindere, a chi aiuta gli "evasori". È anche vero che l'agenzia delle Entrate interpreta il diritto facendo sorpassi a destra e contro mano e che il Mef ci ha obbligato a svolgere attività investigativa in tema di riciclaggio. Siamo una categoria non adeguatamente rappresentata nelle sedi istituzionali, pertanto ci meritiamo questo e, sicuramente altro.
Vitale Cangiano – Frosinone

In mestiere che si barcamena tra ottusità, burocrazia e volontariato
Di cosa vogliamo parlare? Degli invii telematici gratuiti; di come una prima casa di 120 metri quadri con 1000 euro al mese di mutuo sviluppi 64 mila euro di reddito l'anno per il Fisco; oppure di come l'Ufficio possa disconoscere 100mila euro di costi per un errato numero civico riportato sulle fatture di acquisto. O ancora di come l'Inps approva la Cig ormai con due anni di ritardo, oppure di come un ispettore dell'Inps possa disconoscere un rapporto di apprendistato di 48 mesi perché il lavoratore per un mese, molto tempo prima, aveva svolto un lavoro generico con lo stesso datore di lavoro? È ora di dire basta !
Anthony Astolfi