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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 21:20.
L'ultima modifica è del 17 gennaio 2014 alle ore 10:25.

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Il sottosegretario aveva tentato di esordire nel suo intervento con una battuta per stemperare la tensione («mi sento al sicuro qui, perché pur avvertendo che qui sono imputato, sono garantito da tanti difensori presenti in sala», ma il suo tentativo naufraga tra il dissenso aperto soprattutto degli avvocati legati alle sigle Toghe Libere, Magna Carta e quelli che si sono dati appuntamento a Castelcapuano via social network, in larga parte non accreditati alla conferenza Oua.

«Mi piace il confronto, la critica è giusta ma bisogna ascoltare le risposte - dice poi Ferri, quando dopo vari interventi un minimo di ordine nella sala è ristabilito - lo scopo di questo incontro è di recepire quello che non va e cercare insieme soluzioni. Sono stati fatti forse errori nel varo delle riforme, ma tutto questo ci deve insegnare a pensare dove si può migliorare, dove si può incidere, dove si possono trovare soluzioni. La vostra protesta lancia un messaggio forte e la politica deve dare risposte. Il mio impegno è di portare dentro il ministero i problemi che sono emersi qui. Quanto alla riforma della geografia giudiziaria occorre più coraggio nell'esercitare i poteri previsti dall'articolo 8». La platea in precedenza aveva accolto anche con buù di dissenso e fischi il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che pure aveva detto che «da Napoli difenderemo con i denti la libertà dell'avvocatura.

Gli autoconvocati
Un nutrito gruppo di avvocati "autoconvocati" e non accreditati dall'organizzazione ha forzato gli ingressi presidiati da un esiguo numero di rappresentanti delle Forze dell'ordine e ha rivendicato la partecipazione ai lavori.

Le proposte del Consiglio nazionale forense
«Avvocati impegnati nei tribunali per smaltire il carico giudiziario e liberare risorse per il recupero di efficienza; nuovi percorsi alternativi di risoluzione delle controversie affidati all'Avvocatura e sua partecipazione organica alla stesura delle norme». Sono queste le linee del Consiglio nazionale forense (Cnf) sintetizzate dal consigliere segretario del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin, alla riunione che ha preceduto la inaugurazione della Conferenza nazionale dell'Avvocatura di Napoli dal titolo «La giustizia umiliata: quale democrazia senza diritti?».

«Il problema dell'arretrato nel processo civile - ha detto Mascherin - è superabile solo con l'impegno dell'Avvocatura, che ha la forza numerica, le competenze tecniche e la professionalità per scrivere le sentenze, garantendo la celerità delle decisioni e dunque l'effettività dei diritti. Questo consentirebbe di liberare risorse per avviare una stagione di riforme strutturali, organiche e non estemporanee».

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