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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2014 alle ore 01:56.
L'ultima modifica è del 21 febbraio 2014 alle ore 08:24.

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Come ha efficacemente osservato la Prof.ssa Katalin Ligeti (Università di Lussemburgo), le Istituzioni dell'Unione europea si muovono su un duplice fronte: da un lato, in linea verticale, prevedono l'istituzione della nuova figura del Procuratore europeo con competenza esclusiva per perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE e con poteri investigativi esercitabili in ogni Stato membro; dall'altro, in linea orizzontale, favoriscono l'armonizzazione delle regole processuali e in particolare delle garanzie difensive, che devono trovare uguale riconoscimento in tutti i Paesi dell'Unione.
Su tale tema si è incentrato anche l'intervento dell'Avv. Alice Pisapia (Università dell'Insubria – Varese), la quale ha evidenziato che l'attività degli organi dell'UE deve rispettare i principi di sussidiarietà e di proporzionalità previsti dai Trattati dell'Unione. Proprio in relazione a questo delicato aspetto della compatibilità della Proposta della Commissione con il principio di sussidiarietà si riferiscono i primi rilievi critici presentanti da alcuni Parlamenti nazionali, ai quali è stata fornita una risposta con la Comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio e ai Parlamenti nazionali del 27 novembre 2013.
A conclusione della prima sessione, l'Avv. Paolo Bernasconi (Università di San Gallo) ha offerto il punto di vista di un Paese non appartenente all'Unione europea – la Svizzera – ma particolarmente sensibile al tema della tutela degli interessi finanziari.

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Nella seconda sessione del Convegno, diretta dall'Avv. Salvatore Scuto (Presidente della Camera penale di Milano) si è sviluppato un interessante confronto tra la prospettiva dell'accusa e quella della difesa.
Dalla parte degli organi inquirenti sono intervenuti il Dott. Filippo Spiezia (Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia, già membro di Eurojust) e il Dott. Luis Rodríguez Sol (Fiscal de la Fiscalía contra la Corrupcion y la Criminalidad Organizada – Madrid), i quali hanno trattato, in particolare, il tema dell'indipendenza del Procuratore europeo e della struttura dell'Ufficio.

Con riferimento al primo aspetto, la proposta della Commissione suscita qualche perplessità nella parte in cui, pur garantendo l'indipendenza del vertice della Procura europea e dei suoi sostituti rispetto ad ogni altra istituzione dell'Unione ovvero dei Paesi membri, affida la nomina e la revoca di tali soggetti (Procuratore e sostituti) al Consiglio, con l'approvazione del Parlamento europeo, che sono organi di natura politica.
In relazione alla struttura dell'Ufficio, la proposta prevede che il Procuratore europeo nomini i procuratori europei delegati che sono scelti tra magistrati appartenti agli Stati membri e che avranno il c.d. "doppio cappello", ossia svolgeranno le funzioni inquirenti in relazione ai reati di competenza della Procura europea restando, tuttavia, incardinati nel sistema nazionale e continuando a svolgere le funzioni di pubblico ministero nel proprio Paese.

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