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Questo articolo è stato pubblicato il 14 aprile 2014 alle ore 06:37.

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La determinazione
Proprio alla luce dell'ultimo (e ormai consolidato) orientamento della Cassazione, le società devono porre la massima attenzione per evitare le contestazioni dal Fisco con l'adozione di delibere che stabiliscano l'importo dei compensi spettanti agli amministratori e le eventuali modifiche. Salvo che non sia già stato fissato nello statuto societario, è l'assemblea ordinaria a dover stabilire il compenso degli amministratori, all'atto della loro nomina o, successivamente, con una separata delibera assembleare, con le maggioranze per questa previste dalla legge o dallo statuto.
La determinazione dei compensi degli amministratori non deve necessariamente essere inserita tra gli argomenti all'ordine del giorno dell'assemblea, qualora questo preveda che si deliberi in materia di nomina degli amministratori. Si ritiene, infatti, che nell'indicazione dell'argomento relativo alla nomina si possa considerare implicitamente compreso quello relativo alla fissazione del compenso. Laddove, invece, la determinazione del compenso avvenga in un momento successivo alla nomina, dovrà essere espressamente posta all'ordine del giorno, in quanto tale argomento non può essere fatto rientrare nella generica indicazione delle materie «varie ed eventuali».
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I punti-chiave
L'articolo 2389 del Codice civile stabilisce che i compensi
degli amministratori devono essere deliberati dall'assemblea, sempre che non sia già stato stabilito nello statuto. In ambito tributario, invece, l'articolo 109 del Tuir stabilisce che ai fini deducibilità di un costo – come quello relativo ai compensi corrisposti agli amministratori – occorre che lo stesso sia
certo e determinabile, inerente rispetto all'attività esercitata, e imputato al conto economico dell'attività d'impresa esercitata, in osservanza del principio di competenza
Secondo l'ultimo orientamento della Cassazione, non è deducibile il compenso corrisposto agli amministratori di società laddove non sussista la delibera dell'assemblea dei soci relativa alla sua approvazione, posto che, senza delibera, non sorgerebbe alcun diritto al compenso. In precedenza, però,
la giurisprudenza di legittimità ha sancito l'indeducibilità
del compenso corrisposto agli amministratori solo nell'ipotesi in cui l'assenza di delibera configuri un intento evasivo da parte della società (Cassazione, sentenza 23872/2007)
Se non è già stato fissato nello statuto, spetta all'assemblea ordinaria stabilire il compenso degli amministratori, all'atto della loro nomina o, successivamente, con una separata delibera assembleare, con le maggioranze previste dalla legge
o dallo statuto. La determinazione dei compensi degli amministratori può non essere inserita tra i punti all'ordine del giorno dell'assemblea, qualora questo preveda che si deliberi sulla nomina degli amministratori. Se però la determinazione avviene dopo la nomina, dovrà essere posta all'ordine del giorno
In caso di contestazioni sull'entità dei compensi agli amministratori, seppur in presenza di una delibera assembleare, la difesa deve puntare sull'impossibilità per l'ufficio di operare valutazioni sulla congruità o meno solo
in base a scelte ritenute antieconomiche, come evidenziato dalla Cassazione (sentenza 24957/2010). Sarà inoltre opportuno illustrare le ragioni che giustificano il compenso regolarmente tassato in capo all'amministratore

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