Norme & Tributi

Nato da due donne, ha status di figlio

  • Abbonati
  • Accedi
prima volta in italia

Nato da due donne, ha status di figlio

La Sezione famiglia della Corte d'appello di Torino (presidente Renata Silvia, relatrice Daniela Giannone, giudice Federica Lanza), per la prima volta in Italia, ha accolto la richiesta di due donne, sposatesi in Spagna (indicate come «madre A» e «madre B»), di trascrivere l'atto di nascita del figlio dato alla luce nello stesso Paese con l'inseminazione eterologa. Una delle due donne è di nazionalità italiana.

La Corte ha ribaltato l'iniziale no del Tribunale dell'ottobre 2013, ordinando all'ufficiale di stato civile del Comune di Torino di trascrivere la nascita del bambino. In primo grado era invece prevalso il principio dell'ordinamento italiano secondo cui la madre è colei che partorisce il bambino (in questo caso la cittadina spagnola) mentre la donna italiana, donando gli ovuli, non aveva titolo per essere considerata tale - non essendo stato riconosciuto un rapporto di filiazione - e quindi non poteva esercitare la genitorialità sul minore (si veda l'articolo sotto).

Al bambino è stato riconosciuto un «diritto all'identità personale », per garantirgli tutele di tipo sociale e patrimoniale, affinché possa contare sia su una rete riconosciuta di parenti sia su diritti assistenziali e patrimoniali, in particolare ereditari .
Le due donne si erano sposate in Spagna nel 2009 e hanno divorziato nel 2014, pur mantenendo la condivisione della responsabilità genitoriale. Per il ricorso si sono affidate agli avvocati Stefano Garibaldi, Giovanni Acerbi e Gerardo Fortunato Tita. Garibaldi fa presente che «i decreti si devono eseguire e che diversamente potrebbe configurarsi un reato. Se ritiene, il Comune può ricorrere in Cassazione».

La posizione del Comune
Nonostante il decreto della Corte d'appello di Torino - datato 29 ottobre 2014 ma depositato nei giorni scorsi - l'atto di nascita, almeno per il momento, non verrà trascritto. La decisione è stata presa dopo un colloquio telefonico tra i Servici civici e la Prefettura di Torino perché quest'ultima intende richiedere un parere al ministero dell'Interno. È quanto ha precisato l'amministrazione comunale, negando quindi che ci sia un rifiuto da parte degli uffici a eseguire quanto ordinato dai giudici. «Si precisa - si legge in una nota - che questa richiesta è una prassi nei casi in cui è necessario approfondire l'interpretazione delle norme, essendo gli enti locali delegati semplicemente a eseguire e applicare le norme di Stato civile».
Ilda Curti, assessore alle Pari opportunità del Comune di Torino, commentando la vicenda aggiunge che «il bambino ha diritto di avere riconosciute le due figure genitoriali di riferimento, in questo caso due madri, che lo tutelino e abbiano nei suoi confronti gli stessi diritti e gli stessi doveri di un qualsiasi altro genitore». Sulla sospensione della trascrizione, l'assessore sostiene «la necessità di avere un'interpretazione univoca della norma ma soprattutto un impianto legislativo che prenda atto dei cambiamenti sociali e civili in corso nella materia in oggetto».

Primi commenti
«La concezione comune ci dice che una famiglia è composta da una madre e un padre. E non servono interpretazioni sociologiche, ma basta andare per strada a chiedere ai passanti. Visioni diverse vanno introdotte per legge e non tramite sentenze - scrive in una nota il deputato del Pd Edoardo Patriarca, componente della commissione Affari sociali -. Molto meglio sarebbe passa attraverso un percorso parlamentare» conclude Patriarca.
Rincara la dose Eugenia Roccella, parlamentare di Area popolare (Ncd - Udc): «Non è nato da due donne il bambino che in Spagna risulta avere due madri, le quali, secondo i giudici di Torino, dovrebbero essere riconosciute anche in Italia. Quel bambino ha un padre, nascosto sotto l'espressione donatore, un padre che i magistrati accettano di negare. Se questo atto di nascita del bambino venisse trascritto, si introdurrebbe quindi, di fatto, il matrimonio omosessuale in Italia, con tanto di diritto di divorzio e di prole.

© Riproduzione riservata