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Imu terreni, si paga il 10 febbraio

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Imu terreni, si paga il 10 febbraio

Dopo tanto penare, i terreni considerati “montani” dall'Istat diventano tali anche per il Fisco, ed escono dall'ambito di applicazione dell'Imu. Questa scelta vale anche per l'imposta del 2014, che quindi non si applica negli oltre 3.500 Comuni classificati come “montani” dall'istituto di statistica. Per gli altri, il nuovo appuntamento con l'imposta è fissato al 10 febbraio, perché la vecchia scadenza del 26 gennaio è stata resa impraticabile da un decreto presidenziale del Tar Lazio oltre che dall'inesorabile scorrere del tempo.

Nel nuovo quadro, la scadenza di febbraio riguarda i proprietari di terreni nei 652 Comuni classificati come “parzialmente montani” dall'Istat, a meno che si tratti di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. In ogni caso i contribuenti dovranno valutare attentamente la propria situazione (si veda l'articolo riportato sotto) per comprendere se e come le nuove disposizioni comportano nuovi obblighi.

A scrivere la nuova puntata del serial fiscale dedicato all'Imu agricola è stato il Governo, con un'operazione coordinata dal sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio. Operazione che, dopo un vertice mattutino, fra il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, e il titolare delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha portato a un decreto legge, in un Consiglio dei ministri convocato in tutta fretta nel primo pomeriggio. Qualsiasi altra via, del resto, era stata chiusa dal Tar, che nei giorni scorsi aveva cancellato una prima sospensiva sul criterio “altimetrico” deciso a fine novembre dal Governo mantenendo però tutto congelato fino al 4 febbraio, per la discussione in camera di consiglio di un ulteriore decreto presidenziale.

Tralasciando l'ingorgo burocratico-amministrativo provocato dalla vicenda, il Governo ha deciso di fare capo alla distinzione dei Comuni in tre fasce in base alla classificazione sintetica dell'Istat. In linea di massima, nei Comuni “montani” i terreni, coltivati e non, tornano a essere esenti, mentre in quelli “non montani” l'Imu si applica a tutti. Le novità rispetto al vecchio regime dell'Imu agricola si concentrano principalmente nei 652 Comuni che l'Istat definisce “parzialmente montani”. In questi casi, prima, l'esenzione dipendeva dalla posizione del terreno, ora invece sarà decisa dalla qualifica del proprietario: coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali non pagheranno più l'Imu sui loro terreni, mentre gli altri proprietari saranno chiamati al versamento.

Questo cambio di passo, secondo i calcoli del Governo, dovrebbe portare 270 milioni di nuovo gettito, invece dei 350 preventivati con il parametro che distingueva esenti e paganti in base alla “altitudine al centro” del Comune. I contribuenti che già pagavano in base alle vecchie regole, quelli cioè dei Comuni di pianura, dovrebbero infatti già aver regolato i conti con l'imposta 2014 lo scorso anno, secondo il calendario ordinario. I proprietari dei terreni nei Comuni montani, invece, escono dalla roulette. La girandola dei parametri che si è scatenata in questi mesi, però, ha prodotto sul territorio diversi incroci fra esenzioni perse e riconquistate, e il decreto se ne occupa stabilendo anche una clausola di salvaguardia. I contribuenti che sarebbero stati esenti in base al parametro altimetrico, ma che non lo sono più in base alla classificazione sintetica scelta dal Governo, potranno saltare l'appuntamento del 10 febbraio, e torneranno a pagare solo da giugno, con gli acconti 2015.

La decisione del Governo fa tirare un sospiro di sollievo a molti e viene apprezzata anche dai sindaci: «Il Governo ha fatto bene a correggere i criteri - spiega il presidente dell'Anci, Piero Fassino -, accogliendo le richieste di tanti sindaci e dell'associazione dei Comuni».

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