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A Bruxelles parte il confronto con gli operatori

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i lavori

A Bruxelles parte il confronto con gli operatori

Sono ripresi, a Bruxelles, fino a venerdì 6 febbraio, i negoziati tra Europa e Stati Uniti per arrivare a un nuovo accordo transatlantico, il cosiddetto Ttip, con regole più convenienti per l'integrazione commerciale tra i due continenti. La Commissione Ue, sulla falsariga di un approccio più deciso verso la trasparenza dei negoziati (si veda l'altro articolo), ha organizzato, domani, una sessione di lavori tra i commissari di Usa e Ue e gli stakeholder.

I portatori d'interesse iscritti ai tavoli di lavoro - che si svolgeranno al Management Centre Europe di Bruxelles - potranno esprimere il loro punto di vista, per la prima volta, ai negoziatori dell'accordo. Gli stakeholder vedranno in faccia i negoziatori, avendo come temi di discussione la ricerca di un coerente sistema regolatorio orizzontale che riguardi export e import nel settore manifatturiero, le barriere tecniche al commercio, le specificità dei settori, i “nodi” dell'energia e delle materie prime. Come pure i problemi legati ai rapporti tra i due mercati agricoli e la necessità di salvaguardare le Indicazioni di origine geografica. E ancora, un tavolo tutto dedicato ai servizi, agli investimenti e agli appalti pubblici, più un quarto appuntamento focalizzato sulle regole per lo sviluppo sostenibile, sulla semplificazione di dazi e commercio e sulla libera competizione tra aziende di Stato e Pmi private.
L'ottavo round della trattativa si svolge in un contesto che sembra favorevole. Lo scorso 8 dicembre la commissaria Ue per il Commercio, Cecilia Malmstrom, incontrando a Washington il responsabile per il commercio Usa, Michael Froman, ha spiegato che entrambi erano intenzionati «a dare ai negoziati la necessaria spinta politica».

Il cambio di passo verso una nuova partnership transatlantica è uno degli obiettivi principali del neo presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker: «È anacronistico - si legge nel suo documento programmatico - che nel XXI secolo europei e americani continuino a imporre dazi doganali gli uni sui prodotti degli altri, dazi che dovrebbero essere aboliti in tempi brevi e in toto». «Sarò però indisponibile - ha precisato Juncker - a immolare sull'altare del libero scambio le norme europee in materia di sicurezza, salute, protezione sociale e protezione dei dati oppure la nostra diversità culturale. Da presidente della Commissione saranno per me non negoziabili, in particolare, la sicurezza degli alimenti. Insisterò per una maggiore trasparenza, in tutte le fasi negoziali, nei confronti dei cittadini e del Parlamento europeo che, in forza dei trattati Ue, avrà l'ultima parola sulla conclusione dell'accordo».
Da New York il direttore della sede Ice, Pier Paolo Celeste, fa notare che il vento è favorevole a un'intesa tra Usa e Ue, ma che è più facile che questa trattativa sia battuta sul tempo da quella tra Stati Uniti e Asia, che sembra interessare di più il presidente Barak Obama. «Ho motivi per dire che prima sarà conclusa la trattativa tra le sponde del Pacifico, si parla del prossimo autunno, dopo di che toccherà all'intesa transatlantica. In ogni caso - rileva Celeste - l'affermazione dei repubblicani, che spingono di più verso un accordo di libero mercato, dà slancio alla futura intesa con l'Europa. Bisogna però vedere se i repubblicani hanno interesse a spingere davvero in tal senso ora con Obama presidente o con un eventuale e prossimo loro esponente alla Casa Bianca».

All'Ice di New York fanno notare che l'abolizione o la riduzione dei dazi (non eccessivi, ora, con una media del 6%, ma con settori più penalizzati, come agroalimentare e tessile) e la revisione di formulari, certificati e analisi darebbero un ulteriore impulso a un commercio tra Usa ed Europa, ma soprattutto con l'Italia, che mostra, già oggi, trend sempre più interessanti e che marcia al ritmo di 116 milioni di dollari al giorno. Nel 2014 per l'export italiano l'area di sbocco principale è stata proprio quella degli Usa (+10%), con un +13,8 a dicembre.
Fernando Napolitano, presidente e ceo di Italian business & investment initiative, dice che, proprio in questo senso, le trattative per il Ttip sono importantissime e l'interesse degli Usa verso presenze italiane ed europee è alto, dimostrato dall'abbondanza di aree tax free messe a disposizione per insediamenti.

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