Norme & Tributi

Scelta giusta, debutto difficile

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Analisi

Scelta giusta, debutto difficile

Il traguardo della dichiarazone precompilata, di cui quest'anno sperimenteremo il primo passo, potrebbe cambiare il rapporto tra Fisco e contribuenti. Il conto delle imposte spedito a casa (o, meglio, inviato in un ambiente virtuale, con accesso attraverso username e password) tra qualche anno potrebbe diventare una realtà consolidata, con vantaggi per l'amministrazione e per i cittadini.

Sarà un vantaggio per l'amministrazione perché significa che gli uffici padroneggiano milioni di informazioni e, nel giro di poche settimane,sono in grado di fare il bilancio fiscale per una quota consistente di contribuenti, senza perdere per strada pezzi di imponibile o parte degli sconti fiscali, detrazioni per spese mediche e farmaceutiche comprese.
Sarà un vantaggio per i cittadini perché - in un rapporto trasparente in cui tutto è tracciato, dal mutuo ai redditi occasionali - risparmieranno tempo e denaro per effettuare gli adempimenti di routine. L'accettazione della dichiarazione precompilata dal Fisco comporta la riduzione dei controlli formali: nell'anno del debutto, questa chance è però molto limitata perché basta avere qualche fattura medica da portare in detrazione e la dichiarazione andrà integrata, con perdita dell'esenzione dai controlli automatizzati. Perché la macchina funzioni a pieno regime occorre, dunque, pazienza, caparbietà e dedizione.
Per realizzare l'operazione il Fisco ha bisogno dell'opera e della collaborazione di aziende e professionisti, che quest'anno sono sottoposti allo stress della novità con l'obbligo di certificare in tempi stretti anche i dati relativi ai lavoratori autonomi, trovando il modo di far confluire nella medesima “data room” le informazioni relative ai dipendenti e quelle sui fornitori, che finora sono state gestite, almeno nelle realtà maggiori, da unità differenti.
Come è accaduto in passato, in occasione del debutto del Fisco telematico, l'amministrazione ha tagliato i tempi e obbligato gli operatori a un tour de force. Forse la scelta può essere collegata alla necessità di “correggere” un atteggiamento psicologico insidioso, quello di rimandare l'appuntamento con il cambiamento. Se così fosse, ne prendiamo atto. Con un'avvertenza, però: la riforma che vuole portare trasparenza non può essere a senso unico ma deve essere indirizzata anche all'amministrazione fiscale. E il dividendo deve essere distribuito a favore di contribuenti, aziende e professionisti.

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