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Tfr in busta paga, operazione al via: calcola quanto puoi chiedere di…

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in attesa del decreto con le istruzioni

Tfr in busta paga, operazione al via: calcola quanto puoi chiedere di anticipo

Parte l’operazione Tfr in busta paga. Tra due giorni (che però cadono di domenica, quindi bisognerà aspettare il prossimo lunedì 2 marzo) i lavoratori con almeno 6 mesi di anzianità avrebbero potuto richiedere al proprio datore di lavoro l’anticipo del trattamento di fine rapporto maturando nel 2015 direttamente nel cedolino mensile.

Per dare pieno avvio all’operazione, però, si attende ancora la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del Dpcm che dovrebbe contenere le istruzioni e il modello per presentare la richiesta: il provvedimento, non ancora in vigore (lo sarà appena pubblicato in Gu), contiene la disciplina della procedura di erogazione della Qu.I.R. (sigla che sta per “Quota integrativa della retribuzione”, definizione ufficiale dell'anticipo del Tfr in busta paga) e il funzionamento del Fondo di garanzia.

Nel frattempo, per mettere il lavoratore nelle condizioni più opportune per valutare la reale convenienza dell’anticipo, Infodatablog del Sole 24 Ore ha messo a punto (in collaborazione con lo Studio Rota Porta) un tool digitale per il calcolo della quota netta di Tfr che il lavoratore richiedente si vedrà anticipata in busta paga (quota mensile su 12 mensilità). Il risultato tiene conto delle imposte ordinarie che il datore di lavoro dovrà applicare sull'importo anticipato.

Vai al tool digitale: calcola il tuo Tfr in busta paga

Lo strumento, per quanto indicativo, è utile per avere un’idea dell’impatto della misura sulla propria busta paga tenendo conto dell’imposizione fiscale (escluse le addizionali regionali e comunali e le eventuali modifiche a conguaglio). Bisogna tenere conto, però, che se non venisse richiesto l’anticipo, il lavoratore sul Tfr maturato e liquidato a fine rapporto potrà applicare una tassazione più favorevole (non l’Irpef ordinaria che si applica invece sugli anticipi in busta paga). Pertanto, la reale convenienza, andrebbe valutata solo confrontando i due prelievi nel lungo termine.

Fatto sta che, effettuando una serie di simulazioni con il tool digitale messo a punto dal Sole 24 Ore, è possibile arrivare ad una conclusione: a redditi più elevati corrispondono praticamente sempre anticipi in busta paga con importi più elevati. La tassazione ordinaria (Irpef), infatti, impatta in modo progressivo all'aumentare del reddito lordo annuo, tuttavia il maggior peso della variabile fiscale non basta a favorire i redditi più bassi garantendo loro anticipi più elevati.

Dieci cose da sapere sul Tfr in busta paga (al via dal 1° marzo)

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