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Pensioni, così i rimborsi per fasce. Pagamenti anche agli eredi

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DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA

Pensioni, così i rimborsi per fasce. Pagamenti anche agli eredi

Estate un po’ più ricca per i pensionati italiani. L’Inps, con l’assegno di agosto, pagherà i soldi trattenuti in questi ultimi quattro anni con i tagli alle rivalutazioni, decisi dal Governo Monti nel 2011 con il Salva Italia e bocciati di recente dalla Corte costituzionale.

La “restituzione” sarà parziale e decrescente per gli assegni più ricchi e interessa le pensioni comprese tra i 1.450 ai 2.850 euro lordi mensili . A dare il via all’operazione la pubblicazione, ieri, della circolare Inps 125 che ha definito le modalità applicative previste nel Dl 65 del 21 maggio in materia di attribuzione dell’indicizzazione all’inflazione dei trattamenti pensionistici superiori a tre volte il trattamento minimo nel biennio 2012/2013. La circolare 125 prevede il ricalcolo d’ufficio (non serve domanda) degli arretrati con la rata di agosto. Il diritto al rimborso sarà riconosciuto anche agli eredi di chi, nel frattempo, è deceduto, ma solo se presentano una richiesta all’istituto entro i termini di prescrizione (di norma 5 anni).

Il decreto legge 65, ancora in attesa di conversione in legge, ha recepito gli effetti della dichiarazione di incostituzionalità della Riforma Monti-Fornero che aveva bloccato la perequazione delle pensioni. La Corte aveva ritenuto che la norma avesse leso i pensionati la cui capacità di integrare i propri redditi risulta limitata. Inoltre non era stata prevista una gradualità del blocco, ma si era stabilito che solo gli importi fino a tre volte il trattamento minimo avessero diritto a un adeguamento pari al 100% dell’inflazione mentre gli altri non avrebbero avuto niente.

La sentenza avrebbe potuto avere effetti ad alto impatto finanziario se il Governo non avesse studiato un meccanismo per mitigare il cosiddetto “effetto trascinamento”. In altri termini, l’attribuzione della perequazione sull’anno 2012, partendo dall’assegno in godimento nel 2011, avrebbe determinato a cascata una base di calcolo maggiore anche per il calcolo dell’assegno 2013 che, a sua volta, sarebbe stato calcolato sull’importo definitivo del 2012 e così via. Su questo avrebbe pesato anche l’inflazione che negli anni di “blocco” l’inflazione è stata pari al 3 % per la prima annualità e al 2,7 % nel 2013.

Il riconoscimento sulle due annualità avverrà, invece, in misura parziale. I pensionati con assegni di importo compreso tra tre e quattro volte il trattamento minimo si vedranno riconoscere una maggiorazione pari al 40% dell’inflazione piena. Quelli di importo superiore e fino a cinque volte il trattamento minimo si vedranno attribuire il 20 per cento. Tale percentuale scenderà al 10% per gli importi compresi tra cinque e sei volte il trattamento minimo mentre non sarà riconosciuto nulla per gli importi superiori a sei volte il predetto trattamento minimo. Tale modalità opera esclusivamente ai fini della determinazione degli importi arretrati relativi agli anni 2012-2013.

Tuttavia l’incremento perequativo attribuito per tali anni, che costituisce la base di calcolo per determinare gli importi mensili delle pensioni a partire dal 2014, viene riconosciuto in misura parziale. Più precisamente nella misura del 20% dell’aumento per gli anni 2014 e 2015 e nella misura del 50% dell’aumento ottenuto relativamente al 2016. Pertanto l’effetto trascinamento per gli anni successivi al 2013, sarà contenuto.

In occasione del rinnovo delle pensioni, che avverrà entro la fine di quest’anno, l’Inps provvederà a ricalcolare le pensioni a partire dal 2012, fino al 2016.

Per avere un’idea delle cifre in gioco prendiamo una pensione lorda di 1.900 euro al mese - che è poi quella che avrà l’integrazione più alta perché si avvicina ma non supera quattro volte il minimo Inps - che netti sono circa 1.500: il rimborso sarà intorno ai mille euro. L’Inps fa un esempio di calcolo su una pensione di 1.500 euro lordi: in questo caso il rimborso è di 796 euro (si vedano le tabelle riportate in pagina).

Il nuovo importo della pensione del 2016 sarà poi, la nuova base per il calcolo della perequazione a regime per le annualità successive. La “nuova” perequazione sarà attribuita a ogni singolo beneficiario in funzione dell’importo complessivo di tutti i trattamenti pensionistici in godimento, inclusi gli assegni vitalizi derivanti da uffici elettivi. Il calcolo dell’aumento di rivalutazione automatica deve essere effettuato sul cumulo dei trattamenti erogati dall’Inps e dagli altri enti, presenti nel Casellario centrale, per ciascun pensionato. Alla ricostituzione dei trattamenti pensionistici l’Istituto provvederà d’ufficio.

Sul versante fiscale, infine, le somme arretrate saranno assoggettate a tassazione separata mentre quelle di competenza del 2015 saranno assoggettate a tassazione ordinaria.

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