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Addio al Pra, la partita va oltre i risparmi

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le conseguenze

Addio al Pra, la partita va oltre i risparmi

Un risparmio di 39 euro per gli utenti, fine dell’obsoleto sistema del doppio archivio e certezza di risorse per quella che oggi è la Motorizzazione e domani dovrebbe diventare agenzia per il Trasporto stradale. Ma non è detto che queste risorse certe siano anche adeguate: la quota delle entrate dell’Agenzia destinata al Tesoro viene fissata una volta per tutte senza innescare i balletti che si vedono ogni anno, ma la quantificazione deve ancora essere decisa e le esigenze della finanza pubblica sono sempre elevate.

E c’è il rischio di contenziosi con l’Aci (di fatto si ordina lo smantellamento di un soggetto di natura in parte privata e su questo può basarsi un ricorso) e irrigidimenti dei sindacati. Se il complesso assorbimento delle competenze Pra da parte della Motorizzazione/Agenzia dovesse restare come prevede la prima bozza filtrata, le prospettive sarebbero queste.

Per chi acquista un veicolo, i 39 euro di risparmio sono poca cosa, per pratiche che oggi costano dai 200 a oltre mille euro. Né può essere diversamente, perché i compensi di Motorizzazione e Pra sono solo una parte limitata del costo complessivo: pesa molto di più l’Ipt, Imposta provinciale di trascrizione, che invece resta. E, anzi, pone uno dei problemi pratici più grossi sulla strada della riforma.

Infatti, finora l’Ipt è stata riscossa dal Pra, i cui dipendenti possono maneggiare denaro. Col passaggio delle competenze a quella che oggi è la Motorizzazione, dovrebbe occuparsene anche il personale di quest’ultima, il cui contratto di lavoro però non prevede che maneggino soldi (tanto che oggi gli utenti devono presentarsi negli uffici con bollettini postali già pagati). Di qui il rischio di tensioni sindacali, che porterebbero la questione su un piano più politico. Su quello pratico per gli utenti, invece, potrebbe essere la volta buona per la diffusione della possibilità di pagare con bancomat e carte di credito, attesa invano da decenni.

La partita in corso, però, ha in gioco una posta ben più alta della comodità e del risparmio degli utenti. Qui si ridisegna (pur senza abolire il sistema del bene mobile registrato) il sistema di potere della burocrazia dell’auto, incistato da mezzo secolo sul dualismo conflittuale tra Pra e Motorizzazione. Ci sono in ballo anche appalti plurimilionari per la gestione informatica delle banche dati. E, soprattutto, c’è da dimostrare se e come la pubblica amministrazione può funzionare con più tecnologia e meno personale. Sempre che la politica alla fine non decida che ci sono troppi esuberi ingestibili.

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