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San Marino, ai raggi X i bonifici di 27mila persone: tesoretto di…

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San Marino, ai raggi X i bonifici di 27mila persone: tesoretto di 22 miliardi

ROMA - Pronti i 27mila identikit dei contribuenti italiani che dal 2009 al 2014 hanno effettuato movimentazioni bancarie e operazioni finanziarie con San Marino. A consegnarli personalmente al procuratore della Repubblica di Forlì, Sergio Sottani, titolare dell'inchiesta giudiziaria che fino a oggi ha fatto emergere redditi nascosti al fisco per oltre 850 milioni e un'Iva evasa per circa 153 milioni, è stata la Guardia di Finanza. Nel corso di un incontro avvenuto ieri a Roma in via XXI Aprile, il generale Gennaro Vecchione a capo del comando tutela economia e finanza (il nuovo nucleo voluto dal comandante generale Saverio Capolupo per le indagini integrate e che accorpa i nuclei speciali Entrate, Spesa pubblica e frodi comunitarie, Scico e Valutario) ha spiegato come si è arrivati alla “radiografia fiscale e patrimoniale” di tutti e 27mila i soggetti italiani che hanno effettuato operazioni con la Repubblica del Titano.

Dall'analisi di rischio integrato, che si sofferma contemporaneamente sugli aspetti fiscali, di antiriciclaggio e di criminalità organizzata, i 27mila contribuenti italiani sono stati suddivisi in tre tipologie di soggetti a rischio. Nella cosiddetta «fascia A» sono finiti in 7mila: si tratta di soggetti capaci di effettuare dal 2009 al 2014 operazioni superiori ai 10 milioni di euro. Nella «fascia B» sono stati fotografati, invece, tutti i contribuneti che hanno effettuato operazioni superiori al milione di euro. Nella terza e ultima fascia, che Vecchione ha definito «soggetti fiscalmente pericolosi», sono stati inseriti quei contribuenti che presentano una forte sproporzione tra redditi e patrimoni dichiarati e operazioni con San marino.

Per ognuno di questi 27mila contribuenti la Guardia di Finanza ha attribuito un indice di pericolosità alto, medio e medio basso. Sempre grazie all'approccio integrato che ha permesso di applicare a un'indagine di polizia giudiziaria la metodologia ampiamente collaudata dalle Fiamme Gialle della progettualità operativa, è emerso ad esempio che molti dei soggetti coinvolti hanno precedenti penali «di spessore» (così si limita a definirli Vecchione).

Nel mirino della Procura di Forlì e della Guardia di Finanza ci sarebbe un tesoretto di circa 22 miliardi (che sale a 33 miliardi se si sommano le operazioni dei 22mila contribuenti di San Marino o residenti all'estero al momento non “fotografata” dalla Gdf) che non sarebbe stato dichiarato al Fisco grazie ai trasferimenti dall'Italia alle banche di San Marino. Ora ci sarà da valutare quante di queste somme saranno già rientrate in Italia con l'adesione alla voluntary disclosure e ai suoi tempi supplementari che il Governo punta a concedere con la proroga del termine dal 30 settembre al prossimo 30 novembre (e fino al 31 dicembre per integrare le domande, si veda pagina 43). Certo è però che dal giorno successivo al termine dell'operazione rientro dei capitali, alle Fiamme Gialle sarà sufficiente pigiare un tasto per incrociare i 27mila identikit dei furbetti di San Marino con le domande o meno di adesione alla disclosure e, a quel punto, «tirare la rete

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