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Tax ruling, sì allo scambio dati Ue

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Lotta all'evasione

Tax ruling, sì allo scambio dati Ue

LUSSEMBURGO - I Ventotto hanno dato ieri il loro accordo politico a una proposta della Commissione europea sullo scambio automatico di informazioni nel campo delicatissimo degli accordi fiscali concessi dai governi a singole imprese, i cosiddetti tax rulings. L'intesa, che giunge in un contesto di lotta internazionale contro l'elusione fiscale, è stata possibile grazie a una serie di compromessi sulla retroattività del provvedimento e sulla soglia di fatturato delle imprese coinvolte.

«Abbiamo un accordo politico. L'Europa vuole lanciare un segnale forte», ha detto ieri durante una riunione dell'Ecofin qui a Lussemburgo il ministro delle Finanze Pierre Gramegna, rappresentante della presidenza di turno lussemburghese. Nella sua proposta, presentata nel marzo scorso, la Commissione europea aveva previsto che lo scambio automatico di informazioni sui tax rulings entrasse in vigore nel 2016 e godesse di una retroattività di 10 anni.

Il compromesso prevede invece che l'intesa entri in vigore nel 2017 e abbia una retroattività di cinque anni. Il pacchetto approvato dai ministri prevede che gli accordi finalizzati, emendati o rinnovati tra il 1° gennaio 2013 e il 31 dicembre 2013 debbano essere resi noti se ancora validi il 1° gennaio 2014. Invecese gli accordi sono stati finalizzati, emendati o rinnovati tra il 1° gennaio 2014 e il 31 dicembre 2016, lo scambio di informazioni deve avvenire anche se le intese non sono più valide. «Il compromesso può sembrare particolarmente contorto – spiega un negoziatore comunitario –. In realtà, i Ventotto dovevano trovare una intesa tra chi era d'accordo per la retroattività e chi era contrario. Il compromesso si allinea con le recenti regole dell'Ocse».

L'accordo di ieri, che richiedeva l'unanimità, è giunto dopo sette mesi di trattative. Prevede che lo scambio di informazioni riguardi le imprese con un fatturato superiore ai 40 milioni di euro. Il commissario agli affari economici Pierre Moscovici si è congratulato per il risultato ottenuto: «Non ho memoria di un progetto di direttiva approvato in così poco tempo». Il ministro delle Finanze francese Michel Sapin ha aggiunto che «l'Unione europea è esemplare nella lotta all'evasione fiscale». La scelta di puntare alla trasparenza in questo ambito è stata presa dopo lo scandalo LuxLeaks. Il Lussemburgo è stato accusato di avere concesso generosi accordi fiscali a molte società.

I tax rulings consentono in un'economia digitale di trasferire i profitti da una filiale all'altra per cercare il paese che meno tassa i risultati aziendali. In questo senso, l'accordo raggiunto ieri all'Ecofin è «un ulteriore passo avanti molto importante verso la trasparenza fiscale», secondo il ministro dell'Economia italiano Pier Carlo Padoan. La stessa Commissione europea ha aperto indagini contro tre paesi – Olanda, Irlanda e Lussemburgo – ritenendo alcuni accordi fiscali illegali aiuti di stato.

In una conferenza stampa, lo stesso Moscovici ha precisato che le informazioni non verranno rese pubbliche. Proprio su questo fronte alcuni deputati europei hanno parlato di compromesso zopiccante. Il liberale tedesco Michael Theurer ha lamentato il fatto che «la proposta iniziale è stata svuotata di sostanza poiché la Commissione è esclusa da tutti gli elementi importanti dello scambio automatico di informazioni». Tra le altre cose Bruxelles non avrà accesso al nome delle imprese.

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