Norme & Tributi

Prove tecniche di dialogo

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IL CONGRESSO DEI COMMERCIALISTI

Prove tecniche di dialogo

Tra le cose fatte - il superammortamento al 140% «operativo da oggi stesso» - quelle in procinto di entrare nella legge di Stabilità (l’Iva detraibile sui crediti finiti nel fallimento, la riapertura dei termini per lo scioglimento o la trasformazione agevolata nelle società di comodo) e le altre promesse (dall’Ires più bassa d’Europa - ma dal 2017 - al nuovo calendario “umano” per gli adempimenti fiscali e la sospensione agostana dei termini) qualcosa si sta muovendo nel controverso rapporto tra contribuenti ed erario. Se è presto per parlare di una stagione davvero nuova, basata su cooperazione, compliance e in una parola sul “buonsenso”, certo la timida uscita dalla recessione e il nuovo rapporto con la Ue oggi consentono di guardare al futuro in modo più costruttivo e forse anche più ottimistico.

La prima tavola rotonda, nel giorno dell’inaugurazione del Congresso nazionale dei commercialisti a Milano, lancia messaggi distensivi, con un orecchio a Roma - dove il governo stava presentando la manovra - e una prospettiva focalizzata sul decalogo della categoria per la trasformazione del Fisco in qualcosa di più vicino a un servizio.

Sul palco della vecchia Fiera milanese, dopo il saluto televisivo di Rossella Orlandi («Auspico meno diffidenza reciproca tra noi, al centro del nostro rapporto stia la professionalità, nella consapevolezza che i commercialisti tutelano i diritti e gli interessi dei contribuenti») va in scena il confronto «costruttivo» tra l’Agenzia (Annibale Dodero, direttore centrale delle Entrate), il mondo delle imprese (Claudio Carpentieri - responsabile delle politiche fiscali della Cna) il Governo (Maria Teresa Monteduro, dirigente generale del dipartimento delle finanze del Mef), incalzati da Luigi Mandolesi, consigliere nazionale dei commercialisti e delegato alla fiscalità.

Il tema della tavola non può che rimandare continuamente all’attualità fiscale, o meglio alle decisioni che stanno maturando tra Governo e Parlamento proprio in queste ore. La trasformazione del rapporto con il contribuente, spiega Dodero chiamato ovviamente più volte in causa, si vede anche dalle famose 200mila “letterine” del luglio scorso, in cui l’Agenzia ha fatto una discovery in un certo senso non dovuta nei confronti di contribuenti che - in assenza di ciò - avrebbero potuto ricevere direttamente un accertamento vero e proprio: «Con le lettere siamo passati dall’inversione dell’onere della prova a quella dell’accertamento, muovendoci in un ambito di cooperative compliance» ha detto Dodero.

A Maria Teresa Monteduro è toccato, ovviamente, difendere la ratio di una manovra espansiva «che tende a incentivare i consumi e lo farà, come hanno fatti i provvedimenti dello scorso anno a cominciare dagli 80 euro in busta paga, che nel 2015 faranno aumentare la domanda quasi di un punto, il doppio del 2014». La dirigente del Mef ha tenuto il punto anche sull’ innalzata soglia dell’uso del contante a 3 mila euro, in controtendenza con la storia recente e anche con le scelte dei partner europei, negandone però implicazioni di “incitamento” all’evasione e inquadrandola invece come incentivo “psicologico” ai consumi.

Quanto all’Ires, che potrebbe scendere di 3,5 punti in due anni - ed Europa permettendo già dell’1,5% nel 2016 - la rappresentante del Mef ne ha giustificato la possibilità con il contesto internazionale, con il ruolo della Banca Centrale di Draghi in materia di quantitative easing e di interventi sui tassi, congiunture che hanno permesso di contenere per la prima volta il peso degli interessi sul debito pubblico e liberare risorse, come del resto dimostra anche la prospettata abolizione della Tasi.

Certo, sul tavolo restano temi non di dettaglio, ma se è vero che oggi, dopo 10 anni, i commercialisti sono rientrati nei luoghi dove si decide, forse è davvero il mattino che prelude al buongiorno.

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