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«Super-Tasi» solo con nuova delibera

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Manovra

«Super-Tasi» solo con nuova delibera

MILANO - Mentre è in arrivo la traduzione in commi del «pacchetto sicurezza» che destina un miliardo in dotazioni e stipendi delle forze dell’ordine e un miliardo in cultura con il bonus da 500 euro per i neodiciottenni, la legge di stabilità 2016 continua a fare passi in avanti in commissione Bilancio alla Camera non solo con l’arrivo degli emendamenti sulle banche (si veda pagina 3). Ieri infatti Montecitorio ha approvato un nutrito gruppo di correttivi.

Enti e fisco locale
Via libera al correttivo che cancella la sanatoria per le delibere fiscali tardive dei Comuni (anticipato sul Sole 24 Ore di ieri), e che annulla anche gli aumenti delle tasse locali e regionali già decise per il 2016 nella programmazione pluriennale approvata con i preventivi di quest’anno. Viene confermata la possibilità di mantenere sulle seconde case e sugli altri immobili non esenti la «super-Tasi», cioè l’aliquota aggiuntiva fino allo 0,8 per mille: per replicarla (nella stessa misura del 2015) i Comuni dovranno varare una nuova delibera, perché in questo caso l’emendamento cancella la regola della “conferma automatica” delle vecchie aliquote in assenza di nuove decisioni.

Approvato anche l’emendamento che fa crescere a 1,9 miliardi i fondi anti-debito delle Regioni, dà 900 milioni alla Sicilia e 50 alla Valle d’Aosta. Una semplificazione importante prova a spingere la centralizzazione degli acquisti da parte dei Comuni: nei casi in cui ancora non siano partiti i nuovi strumenti (unioni di Comuni, consorzi e altri soggetti aggregatori) per sfoltire la foresta dei 32mila centri di acquisto pubblici, le amministrazioni locali potranno rivolgersi alle stazioni uniche appaltanti di Province e Città metropolitane. Province e Città ottengono poi la possibilità di scrivere un bilancio solo annuale anche nel 2016 e di rinegoziare i mutui utilizzando i risparmi per finanziare anche la spesa corrente. Spuntano poi 100 milioni per la manutenzione delle strade ex Anas. Cambia infine la procedura di approvazione dei «fabbisogni standard», cioè dei livelli di spesa ottimali per i servizi locali, che continueranno a essere elaborati dalla Sose ma passeranno da una commissione tecnica di 11 membri presso il Mef e non più dalla Copaff, la commissione sul federalismo fiscale.

Autotrasporto
Cambi di regole anche per l’autotrasporto. Lo sconto sulle accise, già cancellato lo scorso anno per i veicoli «Euro 0», abbandona anche gli «Euro 1» ed «Euro 2», facendo risparmiare dal prossimo anno allo Stato 160 milioni che vengono comunque mantenuti all’interno del settore: la mossa serve infatti a finanziare un esonero triennale dell’80% dei contributi Inail a carico dei datori e una serie di progetti per sviluppare l’intermodalità. Come avverte la relazione tecnica, però, la stima di 160 milioni è «prudenziale», e gli eventuali risparmi aggiuntivi saranno destinati a nuovi mezzi di trasporto locale più accessibili per le persone con mobilità ridotta e, per il 15%, a bonus per l’acquisto di camion di ultima generazione. Torna inoltre l’obbligo di esibire in dogana i documenti relativi al trasporto internazionale di merci, che era stato cancellato con la manovra dell’anno scorso.

Le altre misure
Negli emendamenti approvati l’export trova 300 milioni in dieci anni destinati al fondo del Mediocredito. Diventa più ampio e flessibile il tax credit per il cinema (si veda la scheda), mentre l’opera di «salvataggio» delle fondazioni lirico-sinfoniche prosegue con un aiuto da 10 milioni di euro e la proroga al 2018 dei termini entro i quali gli che hanno già presentato il piano di risanamento devono raggiungere l’equilibrio strutturale. Ok anche all’emendamento sui giochi, con l’aumento del peso del fisco sulle vincite e vieta la pubblicità in tv e radio fra le 7 e le 22, e sul canone Rai che gira un terzo (e il 50% dal 2017) dell’extragettito prodotto dalla riscossione in bolletta alle esenzioni per gli over 75 con Isee fino a 8mila euro e ai fondi per il pluralismo dell’informazione radio-tv e per la riduzione della pressione fiscale. Aumenta di 23,5 milioni il fondo per le scuole statali ma slitta al 2017 lo «school bonus». L’Enit infine si salva dai tagli da 730mila euro previsti dalla spending.

gianni.trovati@ilsole24ore.com