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Per i laureati più chance di abilitazione

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Per i laureati più chance di abilitazione

  • –Claudio Tucci

ROMA

Gli ingegneri potranno insegnare «matematica e scienze» alle scuole medie. Ai laureati in scienze politiche si apriranno le porte per accedere all’abilitazione nelle «discipline giuridiche-economiche» (finora erano esclusi).

Le classi di concorso di arte vengono accorpate per settore produttivo e nascono pure tredici classi nuove di zecca per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, tra cui la A-23, «lingua italiana per discenti di lingua straniera», fortemente voluta dal ministro, Stefania Giannini.

È in dirittura d’arrivo lo schema di Dpr di riordino delle classi di concorso (vale a dire le materie che possono essere insegnate da un docente alle medie e alle superiori - all’infanzia e alla primaria il percorso accademico, la laurea in scienze della formazione primaria, è di per sè abilitante) che vengono rese coerenti con gli indirizzi di studio della riforma Gelmini del 2010 e adeguate ai titoli universitari dell’attuale ordinamento.

Il provvedimento, salvo sorprese dell’ultima ora, dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri venerdì per il via libera definitivo, visto che sono già stati acquisiti i pareri del Consiglio di Stato e del Parlamento.

Oggi le classi di concorso sono 168; si riferiscono agli ordinamenti universitari in essere negli anni ’90; non tengono conto di alcuni insegnamenti, come quelli dei licei musicali e coreutici, e consentono una scarsissima fungibilità dei professori (in ragione del numero troppo elevato). Con il nuovo schema di Dpr le classi di concorso scendono a 114: si procede a robusti accorpamenti, per esempio la classe di concorso A-12 «Discipline letterarie negli istituti secondari di II grado» riunisce 17 percorsi di laurea magistrale, dall’antropologia culturale ed etnologica alla storia dell’arte. Cosa significa? Che i laureati in ciascuna di queste 17 discipline potranno accedere ai percorsi di abilitazione all’insegnamento di lettere alle superiori (per i laureati magistrali in antropologia, però, è previsto anche l’ulteriore requisito di aver conseguito almeno 80 crediti formativi universitari in alcuni settori letterari e storici).

Anche le attuali classi di concorso di elettronica ed elettrotecnica vengono accorpate; e la nuova classe di «tecnologie e tecniche della comunicazione multimediale» ne riunisce sei di quelle attualmente in vigore (che invece sono suddivise in funzione del mezzo di riproduzione).

È prevista una disciplina di coordinamento: i docenti già di ruolo titolari di una delle classi di concorso accorpate diventano ex lege titolari della nuova classe risultante dall’accorpamento. I prof non di ruolo, ma abilitati in una classe accorpata, avranno titolo per l’accesso a tutti gli insegnamenti della nuova classe ai fini delle procedure concorsuali.

Questo provvedimento «era atteso da sei anni - sottolinea Luciano Chiappetta, storico ex direttore generale del personale del Miur, oggi consigliere del ministro, Stefania Giannini -. Non serve per risparmiare, ma la riduzione del numero delle classi di concorso favorirà il tasso di sostituibilità degli insegnanti e ridurrà ulteriormente la platea degli esuberi» (oggi se ne contano oltre 7mila).

Lo schema di Dpr è l’ultimo atto “di peso” che manca all’appello per l’avvio del nuovo “concorsone” da più di 63mila cattedre, i cui bandi si attendono per fine mese.

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