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Dossier Orlandi: pronti i nuovi modelli degli studi di settore

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Dossier | N. 6 articoliTelefisco 2016

Orlandi: pronti i nuovi modelli degli studi di settore

Entro questa sera o al massimo domani mattina saranno approvati i nuovi modelli degli studi di settore con un anticipo di quattro mesi rispetto all'anno scorso, in modo da dare a tutti il tempo per rendersi conto delle novità. L'annuncio del direttore dell'agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, è arrivato questa mattina in occasione della sua partecipazione alla venticinquesima edizione di Telefisco.

Successivamente, ha affermato Orlandi, “pubblicheremo tutta la situazione statistica degli studi con i numeri complessivi, il reddito medio, la situazione dei congrui e non congrui per ogni studio”. Per il prossimo anno l'Agenzia prevede di diminuire di almeno 10 il numero degli studi perché sono già stati decisi degli accorpamenti. “Stiamo lavorando sul piano amministrativo per dare attuazione alle indicazioni che il ministro dell'economia Padoan ha dato attraverso la direttiva al Parlamento”.

Quanto all'abolizione degli studi di settore per i professionisti anticipata nei giorni scorsi dal viceministro all'Economia Luigi Casero, Orlandi ha affermato che per eliminarli occorre una norma di governo e Parlamento. Anche una volta eliminati, comunque, le possibilità di controllo ci saranno sempre, pur all'interno di una semplificazione del rapporto tra contribuente e amministrazione.

Proprio la semplificazione è una delle parole chiave che hanno caratterizzato l'intervento del direttore dell'agenzia delle Entrate, insieme all'obiettivo di portare il rapporto con i contribuenti verso una sempre maggior compliance. Riferendosi alle grandi società, per esempio, Orlandi ha sottolineato che il clima sta cambiando perché “non essere compliant con il fisco costituisce un danno di immagine”. E per quanto riguarda la vicenda di Apple, il direttore ha tenuto a precisare che “non c'è stato accordo, non accetto la parola sconti, la società ha aderito al verbale. L'Italia per prima ha concluso un'operazione che molti altri Paesi hanno tentato di fare in questi anni, frutto anche di un lavoro di squadra con l'agenzia delle Dogane, la Guardia di finanza, la Procura di Miliano. Il nostro comportamento non cambia se si tratta di grandi o piccoli contribuenti”.

Il direttore ha poi ricordato il grande sforzo fatto con l'invio di molte comunicazioni nel corso del 2015. “Abbiamo cercato di semplificare il rapporto con il contribuente anche inducendone l'adempimento spontaneo come conseguenza della consapevolezza che il fisco conosce certe situazioni”. Per esempio le lettere collegate al 730 precompilato hanno consentito a circa la metà dei contribuenti di regolarizzare la posizione; a seguito delle 65mila lettere Iva, 47mila contribuenti hanno presentato la dichiarazione consentendo il recupero immediato di milioni di euro; lo “spesometro evidenzia moltissime anomalie su cui stiamo lavorando per individuare situazioni di tipo frodatorio e continueremo nei prossimi mesi per far capire che non registrare fatture è un comportamento sciocco perché emerge dal confronto tra banche dati”.

Apprezzamento per la linea adottata dall'Agenzia è stato espresso da Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che è intervenuto a Telefisco insieme al direttore Rossella Orlandi. “L'attività di compliance è meglio di un fisco con il mitra spianato – ha affermato” e nell'ottica di una sempre maggior collaborazione con i professionisti ha ricordato la sospensione dei termini amministrativi dall'1 al 31 agosto dell'anno scorso, che i commercialisti ripropongono per quest'anno tanto più che si tratta di un provvedimento che non comporta costi in quanto non riguarda pagamenti ma solo risposte a situazioni di irregolarità”.

Valutazione positiva anche per la prevista abolizione degli studi di settore che “va nella linea della semplificazione che abbiamo sempre sostenuto”, mentre è critico il giudizio sull'allungamento di un anno dei termini di accertamento con la conseguenza che chi commette un reato perseguibile penalmente e un contribuente onesto si ritrovano nella stessa situazione. “Non è possibile che a causa di uno 0,01% di contribuenti truffaldini, ne deva pagare le conseguenze l'altro 99,99% degli italiani. Credo che neppure le Entrate abbiano interesse all'allungamento dei termini di accertamento” ha precisato Longobardi.

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