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Canone Rai, la svolta è più vicina ma l’autocertificazione…

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Legge di Stabilità

Canone Rai, la svolta è più vicina ma l’autocertificazione resta un mistero

  • –di Sa. Fo.

L'accordo con le aziende elettriche sul progetto del canone Rai in bolletta è vicino. E con l'accordo anche la partenza dell'elefantiaco meccanismo, che condurrà a stringere la morsa su chi, sinora, non ha mai pagato. Il nodo è infatti il compenso per l'adeguamento informatico, con lo “storno” di chi non è effettivamente possessore di televisore e la regolarizzazione delle situazioni in cui ci sono più bollette elettriche nella stessa famiglia mentre il canone è dovuto una sola volta per ogni famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero delle sue residenze.

La soluzione che si va avvicinando (ma ad Assoelettrica, anche se ottimisti, sono abbottonatissimi, per non rovinare le trattative) è quella di usare qualche fondo giacente nel mare magnum della vecchia gestione del “bollettino”, che resta solo per il recupero dell'evasione pregressa. In ogni caso i movimenti di questi giorni servono a rendere operativo il decreto dello Sviluppo, i cui contenuti erano stati anticipati dal Sole 24 Ore del 3 marzo e che, nell'ultima bozza, è rimasto praticamente immutato. Tutto senza scomodare il legislatore, che al momento buono si era scordato di inserire una voce di spesa specifica nel bilancio dello Stato. Si tratterà di una soluzione ponte ma che permetterà di avviare l'operazione canone nei tempi previsti.

Altro nodo importante è quello dell'autocertificazione: le Entrate, cui per legge competerebbe, non hanno ancora predisposto il provvedimento direttoriale con le modalità per dichiarare di non essere possessori di apparecchi adatti a ricevere le trasmissioni televisive. Anzi, hanno fatto sapere che la faccenda è in mano al Dipartimento delle finanze, dove però non è possibile sapere a che punto siamo. Un adempimento essenziale, che riguarda il 2-3% delle famiglie italiane. Tra l'altro l'Agenzia deve trasmettere l'elenco di chi ha presentato la dichiarazione entro 15 giorni dall'emanazione del decreto dello Sviluppo. Altra impresa impossibile.

Le Entrate, comunque, non hanno solo questa gatta da pelare: per far partire la macchina occorre conoscere, tramite l'Anagrafe tributaria, chi paga il canone pur non essendo intestatario di contratti elettrici uso domestico, mentre sono disponibili solo i dati sulle forniture domestiche nello stesso luogo di residenza sino a 3 Kw (tariffa elettrica D2). A questo punto ci sarà un allineamento anagrafico tra sistemi informativi delle imprese elettriche e Anagrafe tributaria e una gestione delle variazioni. Solo dopo le Entrate forniranno all'Acquirente unico l'elenco che verrà trasmesso alle imprese elettriche perché lo inseriscano nelle bollette. Le Entrate, quindi, hanno un compito gravoso, anch'esso da adempiere entro 15 giorni dall'emanazione del decreto dello Sviluppo. L'acquirente unico trasmetterà gli elenchi ordinati alle imprese elettriche entro il 31 maggio 2016.

Le regole di base dell'ultima bozza del decreto e dei chiarimenti dello Sviluppo anticipati dal Sole 24 Ore, quindi, sono già note: il canone, di cento euro, sarà dovuto una sola volta in relazione a tutte le residenze e dimore della famiglia anagrafica: cioè un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità adozione o da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora occasionale nello stesso comune (quindi anche le coppie di fatto, se c'è l'elenco istituito dal Comune).
Le rate, dieci da gennaio a ottobre, saranno raggruppate a seconda della cadenza (bimestrale o trimestrale) delle bollette elettriche e arriveranno anche a chi non ha consumato elettricità. La prima maxirata sarà a luglio da 70 euro. La famiglia che possiede la tv ma non ha nessun contratto elettrico pagherà in un'unica soluzione tramite codici forniti dalle Entrate. Per i rimborsi dei canoni non dovuti ma addebitati in bolletta, infine, le Entrate hanno 60 giorni dall'emanazione del Dm per definire le modalità.

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