Non c'è ancora l'ufficialità del ministero dell'Interno, ma ieri in via ufficiosa è emerso che il primo turno delle elezioni comunali della primavera 2016 si svolgerà il 5 giugno, con gli eventuali ballottaggi che a questo punto andrebbero a cadere il 19. Il Viminale ha tempo fino all'11 aprile per ufficializzare la data del 5 giugno: la legge stabilisce che le elezioni devono tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno e il ministero deve comunicare la data entro il 55° giorno antecedente la votazione.
Al voto andranno 1.300 comuni, ma l'attenzione sarà tutta sulle grandi città, a partire da Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. Il 5 giugno cade alla fine di un lungo ponte che parte giovedì 2 giugno (Festa della Repubblica) e finisce proprio domenica. Non a caso, c'era chi chiedeva di votare il prima possibile e solo pochi giorni fa era stata Giorgia Meloni, candidata FdI-Lega a Roma, a scagliarsi contro l'ipotesi 5 giugno: «Il 5 giugno per noi è una data sbagliata, c'è il rischio astensionismo ed è un modo per allontanare i cittadini dal voto». Proprio per questo il governo sta valutando di tenere aperti i seggi non solo per la giornata di domenica, ma anche per la mattinata di lunedì, fino alle ore 14 o alle ore 15, come già è accaduto in passato.
Sulla bocciatura da parte dell'esecutivo della scelta di votare il 12 giugno ha pesato, spiegano fonti della maggioranza, la coincidenza della data con la celebrazione ebraica dello Shavuot (la Festa delle settimane). Una volta ufficializzata la data del 5 giugno, si metterà in moto la macchina organizzativa con le sue scadenze: pubblicazione del manifesto di convocazione dei comizi (21 aprile), presentazione delle candidature a sindaco e consigliere comunale (6 maggio).
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