Norme & Tributi

Flessibilità senza rischi

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l’analisi

Flessibilità senza rischi

È positivo che il Governo abbia aperto il cantiere per rendere flessibile l’età del pensionamento. La premessa metodologica, però, deve essere chiara.

Vanno tenuti fermi i capisaldi della riforma Fornero che si possono sintetizzare nell’allineamento dei requisiti anagrafici per la pensione all’aspettativa di vita. Le deroghe a questo principio non possono essere caricate sui conti pubblici.

Per troppo tempo la previdenza è stata un dividendo della ricchezza nazionale troppo generoso, si sono, cioè, ipotecate risorse a venire che in larga parte dovranno essere rimborsare dalle generazioni future. Invece, l’anticipo non può essere una scelta individuale sganciata dai costi.

È bene che il Governo e l’Inps conducano a questo riguardo un’operazione-trasparenza, perché non ci siano ambiguità sulle future penalizzazioni relative all’anticipo. Va chiarito che non si tratta di una tassa, ma del prezzo di un beneficio che la collettività non può pagare se non in misura esigua. Naturalmente il Governo, se si perseguirà la strada del prestito pensionistico presso banche e assicurazioni, deve farsi carico di creare condizioni sopportabili e non esose e dovrà mettere le risorse per far partire e far funzionare il sistema. Così come altre risorse il Governo dovrà mettere in campo per la previdenza complementare: la tassazione ordinaria del 27% rischia di limitare il secondo pilastro, che pure non è un risparmio speculativo. A regime, se la previdenza complementare sarà diffusa e se veicolerà importanti doti contributive, anticipare la pensione potrà essere una scelta facilitata proprio dall’integrazione della pensione.

In sottofondo resta il problema della crescita: se il Pil non migliora i contributi della previdenza obbligatoria saranno poco rivalutati, gli investimenti della previdenza complementare risentiranno del clima “mesto”, gli assegni saranno contenuti. C’è bisogno di incentivare la crescita e in questa direzione vanno allocate in modo prioritario le risorse. Una scelta diversa sarebbe irresponsabile soprattutto nei confronti dei giovani.

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