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Boeri: «Interventi drastici contro l’uso fraudolento dei…

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Lavoro occasione

Boeri: «Interventi drastici contro l’uso fraudolento dei voucher»

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Dal 2010 ad oggi l'incremento del lavoro accessorio attraverso l'utilizzo dei voucher è stato continuo, con un crescendo particolarmente intenso, in termini assoluti, nel periodo più recente. Una progressione geometrica secondo molti addetti ai lavori che è anche figlia di un utilizzo fraudolento dei voucher stessi dopo che, nel tempo, una serie di provvedimenti normativi ha ampliato le categorie dei prestatori, le attività pagabili con questi strumenti e i loro canali di distribuzione.


Critiche raccolte anche dal governo, che ha promesso provvedimenti per contenere il fenomeno, a partire dalla tracciabilità dei voucher: ogni impresa ha chiarito Poletti «dovrà inviare un sms all'ispettorato del lavoro».

Scelte che andranno fatte presto, come ha suggerito ieri il presidente dell'Inps, Tito Boeri, secondo cui «bisogna intervenire in modo draconiano, drastico, nel reprimere forme fraudolente dell'utilizzo dei voucher». Boeri, che ha evidenziato l'impegno dell'ente previdenziale anche attraverso la segnalazione all'autorità giudiziaria dei casi di frode rilevati, è intervenuto a Venezia nel corso della presentazione di un dossier statistico di Inps e Veneto Lavoro su “Il lavoro accessorio 2008-2015. Profili delle aziende e lavoratori”, il quale fotografa il fenomeno con grande chiarezza.
Alcuni numeri sono sufficienti a illustrare il fenomeno: nel 2015 – si legge nel rapporto - sono stati venduti 115 milioni di voucher (nel 2010 erano ancora sotto quota 10 milioni) e una volta riscossi daranno luogo a circa 860 milioni di compensi ai lavoratori e a circa 150 milioni di contributi ai fini previdenziali. E ancora, i committenti dei prestatori di lavoro accessorio che hanno svolto attività nel 2015 risultano 473mila; i prestatori coinvolti 1,380 milioni (età media 36 anni, in maggioranza donne), le posizioni lavorative 1,730 milioni (un lavoratore può avere prestato lavoro occasionale per più di un committente).
Grandi numeri per importi complessivamente modesti, se solo si considera che nel 2015 il valore medio è stato di 60 voucher pro capite (analogo a quello degli anni precedenti) e che i lavoratori che hanno percepito più di 1.000 euro netti con voucher (soglia pari a 133 voucher) risultano 207mila, mentre coloro che hanno percepito meno di 500 euro (soglia pari a di 66 voucher) risultano quasi un milione (tra questi 213.000 hanno percepito da 1 a 5 voucher nell'anno).
Analizzando i dati, il presidente dell'Inps ha indicato la poca incidenza della raccolta contributiva, pari a 150 milioni di euro, di fronte al fatto che lo strumento riguarda l'8% dei lavoratori in Italia. «La sensazione - ha detto ancora - è che possa essere utilizzato un solo voucher per retribuire in realtà più di un'ora di lavoro». Boeri ha anche ipotizzato la possibilità che sul piano normativo si possano di fatto ridurre i campi di utilizzo e, nel contempo, pensare a nuove strade per far emergere ulteriormente il “lavoro nero”. In settori come agricoltura o lavoro domestico, l'uso del voucher va bene, mentre in ambiti ad alta produttività – ha concluso - «appare meno necessario».

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