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Con il via al «percorso breve» un’ondata di richieste al…

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Diritto

Con il via al «percorso breve» un’ondata di richieste al giudice

L’effetto “divorzio breve” pesa sui tribunali. A un anno dal debutto della legge che ha ridotto i tempi per chiudere definitivamente il matrimonio (legge 55, in vigore dal 26 maggio 2015), sono infatti aumentate le domande di divorzio presentate agli uffici giudiziari.

Si tratta di un esito atteso. La legge 55 ha infatti accorciato la distanza tra separazione e divorzio: se fino a un anno fa era necessario aspettare tre anni, ora si può tornare in tribunale per dirsi addio già dopo sei mesi, nel caso di separazione consensuale, o dopo un anno, se l’accordo tra i coniugi non c’è.

La nuova tempistica è partita da subito e ha riguardato anche le coppie che già erano separate al momento dell’entrata in vigore della legge e che, quindi, hanno potuto lasciarsi definitivamente prima dei tre anni stabiliti dalla normativa precedente. Un impatto molto ampio, che ha determinato l’incremento delle domande di divorzio.

Il picco delle domande ai tribunali riguarda soprattutto le procedure contenziose: quelle, cioè, che coinvolgono coniugi che non si sono accordati sul divorzio e sulle sue condizioni. A livello nazionale, secondo i dati del ministero della Giustizia, i procedimenti iscritti l’anno scorso sono stati quasi il 12% in più rispetto al 2014. E sul territorio, in alcuni casi, le percentuali sono decisamente più elevate: il 42% in più a Salerno, il 47% a Genova e oltre il 50% a Foggia. Fino al +80%, registrato a Milano nei primi tre mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2015: le domande si sono impennate da 168 a 306.

Meno deciso l’impatto sui divorzi consensuali. A livello nazionale le richieste presentate in tribunale l’anno scorso sono scese del 3% rispetto al 2014. E negli uffici giudiziari dove l’aumento c’è stato, è comunque più contenuto di quello delle procedure contenziose: a Santa Maria Capua Vetere le domande di divorzio consensuale sono salite del 24% nel 2015 rispetto al 2014, a Taranto del 19%, a Cagliari del 15 per cento.

Del resto, le coppie tra cui c’è l’accordo hanno anche la possibilità di lasciarsi definitivamente con la negoziazione assistita degli avvocati o in Comune, affrontando, in quest’ultimo caso, costi minimi. E in effetti, in base ai dati forniti dalle principali città italiane (si veda la tabella in pagina), i divorzi stipulati l’anno scorso in Comune o dagli avvocati sono quasi sempre più numerosi rispetto alle separazioni: segno che l’impatto dei tempi più brevi si è fatto sentire anche fuori dai tribunali.

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