
Cammini distinti e indipendenti per commercialisti e ragionieri. La Cassa di previdenza dei dottori commercialisti e quella dei ragionieri non hanno in programma nessuna fusione e ambedue gli enti vogliono proseguire le loro attività in modo autonomo. Lo hanno affermato oggi, con una nota congiunta Renzo Guffanti e Luigi Pagliuca, rispettivamente presidente della Cassa dei dottori commercialisti e della Cassa dei ragionieri.
«Le Casse di previdenza dei dottori commercialisti e dei ragionieri - si legge nel comunicato - sono da anni impegnate nel creare valore per i propri iscritti e, come ribadito anche nel “Protocollo d'intesa” da esse sottoscritto nel febbraio 2014 - finalizzato ad incoraggiare l’adozione da parte del legislatore di un provvedimento di legge, poi di recente adottato, che consentisse agli esperti contabili, fintanto che rimangono tali, di iscriversi alla Cassa dei ragionieri - hanno da tempo concordato di proseguire le loro attività in totale autonomia».
«Non riteniamo percorribile alcuna ipotesi di fusione con la Cassa ragionieri nè con altri enti di previdenza - ha aggiunto Guffanti - in quanto ognuno ha un proprio percorso storico, diversi presupposti di base e prospettive di sviluppo delle attività di lungo periodo». Secondo il presidente della Cassa dei dottori commercialisti, «un'aggregazione, come del resto dimostrano anche alcune esperienze già effettuate ad esempio all'interno del perimetro pubblico, rischierebbe di alterare profondamente i fondamentali di tale strategia di crescita».
Per il presidente della Cassa ragionieri «la fusione delle due Casse rappresenterebbe uno dei pochi casi in cui l’unione non fa la forza. Rimanere totalmente autonomi ci consente di guardare con maggiore ottimismo a nuovi bacini previdenziali. Il bilancio tecnico della Cassa dei ragionieri, già oggi con i soli esperti contabili, dimostra come sia possibile tenere i conti in ordine mettendo al primo posto la salvaguardia delle pensioni dei propri iscritti».
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