Norme & Tributi

La strada giusta per uscire dalla pesante eredità della crisi

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L'Analisi|L’ANALISI

La strada giusta per uscire dalla pesante eredità della crisi

L’approvazione del decreto-banche al Senato costituisce un passo avanti nella strada per ridimensionare quella che a tutt’oggi è la più dolorosa eredità dei sette anni di crisi economica. Nei bilanci delle banche italiane, infatti, vi sono tuttora, al netto delle svalutazioni già apportate, 200 miliardi di crediti deteriorati e poco meno di 90 miliardi di sofferenze. Quanto tempo ci vorrà per riuscire a smaltirle e per permettere finalmente alle imprese e alle famiglie un accesso al credito migliore? Da ieri ci vorrà un po' meno tempo, anche in Italia, e dovrebbe aumentare il valore di realizzo dei crediti deteriorati: secondo alcune stime, infatti, dai quaranta mesi mediamente richiesti oggi per le esecuzioni immobiliari si dovrebbe scendere a sette –otto mesi. E questo certamente agevola anche nel nostro paese lo sviluppo di un mercato dei non performing loans.

Concretamente, la normativa approvata a Palazzo Madama può essere suddivisa in quattro capitoli. Il primo è quello che riguarda la riduzione dei tempi richiesti per l’escussione delle garanzie. Una maggior tutela per i creditori è da tempo richiesta da tutti gli organismi internazionali (Fondo monetario, Banca mondiale) che non si stancano di mettere in evidenza il fatto che tempi troppo lunghi della giustizia civile (a seconda dei tribunali si oscilla tuttora dai 5 ai 16 anni per il recupero crediti) diminuiscono drasticamente l’appeal dell’Italia per gli investitori esteri. Il secondo capitolo della normativa offre finalmente una soluzione al problema del ristoro per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche poste in risoluzione a novembre scorso (Banca Marche, Carichieti, Carife e Banca Etruria). Al Senato sono state introdotte delle modifiche a favore dei risparmiatori. Tra i criteri di accesso al rimborso automatico per gli obbligazionisti subordinati (un patrimonio mobiliare di proprietà inferiore a 100 mila euro o un reddito Irpef inferiore ai 35 mila euro) il riferimento al reddito lordo è stato sostituito con quello al reddito complessivo: ci si baserà cioè sui redditi ante Irpef del 2014 senza considerare gli elementi a tassazione separata (Tfr, redditi finanziari). Inoltre i due criteri(reddito, patrimonio) sono da considerare indipendenti fra loro. La terza parte della nuova normativa istituisce per le banche un canone da pagare a fronte delle imposte differite attive (così com'è stato fatto in Spagna)così da poter continuare a far valere, con il benestare europeo, gli attivi fiscali differiti nei calcoli ai fini prudenziali ;il quarto capitolo porta da 5 a sette anni la durata del regime gestito dal fondo esuberi dei bancari (a carico del settore).

Gli aspetti più innovativi del decreto riguardano il fatto che anche in Italia è stato introdotto il patto marciano (a certe condizioni, la prima delle quali è il consenso del debitore). Un imprenditore può accettare contrattualmente che gli immobili dati in garanzia cioè con ipoteca (esclusa la casa di abitazione) si trasferiscano al creditore di fronte a inadempimenti significativi.

Un emendamento introdotto al Senato prevede poi che per chi abbia già rimborsato l'85 per cento del finanziamento ricevuto, l’inadempimento scatti non dopo 9 ma dopo 12 mesi dal mancato pagamento di tre rate, anche non consecutive.

La seconda novità riguarda il pegno non possessorio su cose mobili, come i macchinari o il magazzino: si tratta di regole per cui un imprenditore può dare garanzie reali sugli asset aziendali senza privarsene.

È un buon equilibrio fra le esigenze di tutela del creditore e quelle del debitore? Certamente è il migliore possibile nelle condizioni date, visto che difficilmente in questa legislatura si riuscirà ad ottenere l’approvazione del disegno di legge di riforma del diritto fallimentare.

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