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Imprese e controlli, le agenzie alla ricerca di standard comuni

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VERIFICHE AMBIENTALI

Imprese e controlli, le agenzie alla ricerca di standard comuni

(Ansa)
(Ansa)

La Camera ha approvato in via definitiva ieri la legge che riforma le agenzie ambientali e i loro controlli.

In breve, le tre caratteristiche più rilevanti.

La legge armonizza le Arpa (agenzie regionali di protezione dell’ambiente) delle diverse Regioni, in modo da cancellare quel divario di efficienza e di costi che creano disparità nella qualità dei controlli e fra le imprese che devono ricorrervi.

Seconda caratteristica. L’attuazione sarà lunga, probabilmente molto lunga: è prevista una carriolata di decreti applicativi, i quali sono uno degli intoppi più insormontabili tra una legge e la sua applicazione.

Terza peculiarità. La legge riduce l’autonomia regionale delle singole agenzie, rafforzandone il coordinamento nazionale: ciò fa immaginare in futuro per il governo ambientale un cambiamento istituzionale radicale e profondo.

Il percorso della legge

La riforma delle agenzie ambientali nasce dalla fusione di tre differenti proposte di legge, cioè Realacci (Pd), Bratti (Pd), De Rosa (Cinque Stelle). Il testo era stato approvato all’unanimità dalla Camera in prima lettura due anni fa, ha avuto nei mesi scorsi il via libera del Senato con due modifiche (cauta la Lega Nord, attenta a non far perdere l’autonomia regionale alle agenzie) ed è tornato alla Camera per il via libera finale.

L’uniformità dei controlli

Per i cittadini che vogliono sapere la qualità dell’ambiente e per le imprese che devono ricorrere ai controlli, l’innovazione principale è l’istituzione dei cosiddetti Lepta (livelli essenziali di prestazioni tecniche ambientali) cioè i livelli minimi comuni che ogni agenzia regionale deve offrire. Standard scientifici non sempre uniformi, tariffari differenti, organizzazione difforme creano forti disparità fra le varie regioni. Per esempio quattro regioni non hanno ancora consegnato il censimento dei luoghi dove è presente amianto; in Lombardia le analisi ambientali sono a pagamento; in Emilia-Romagna una maxiagenzia va verso un organismo unico che istruisce gli iter di autorizzazione, rilascia le autorizzazioni, svolge i controlli sull’adempimento delle autorizzazioni.

Il sistema delle agenzie ambientali (articolo 3) svolge il monitoraggio dello stato dell’ambiente e la sua evoluzione; controlla le fonti e i fattori di inquinamento; conduce attività di ricerca e di informazione ambientale per i cittadini e le istituzioni; dà sostegno tecnico-scientifico alle amministrazioni pubbliche; conduce le istruttorie per il rilascio di autorizzazioni, per le sanzioni e per la stima dei danni ambientali. A capo dell’Ispra deve essere nominato un direttore generale con incarico di quattro anni rinnovabile una sola volta (articolo 8).

Le analisi ambientali possono essere affidate anche a laboratori esterni, a patto che vengano accreditati (articolo 12) e che seguano le metodiche scientifiche comuni.

Qualche commento

Molti (e ripetitivi) i commenti dei politici all’approvazione della legge. Ecco qualche passo di maggiore rilevanza. «Un altro fondamentale tassello del mosaico che sta componendo il governo per un ambiente più sicuro, più tutelato e in grado di essere elemento decisivo di crescita», afferma Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente. Una legge capace di «dare certezze a italiani e imprese», aggiunge Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera. La deputata di Sinistra italiana Serena Pellegrino: l’invarianza di bilancio «non lascia presagire nulla di buono». Per il senatore pd Massimo Caleo la riforma delle istituzioni «sta riguardando anche l’ambiente» e il presidente della Commissione Ambiente del Senato Giuseppe Marinello (Ap) «appena il ministro dell’Ambiente approverà i decreti attuativi arriveremo alla piena realizzazione del principio per cui chi inquina paga».

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