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Elusione fiscale internazionale, l’Ue approva il pacchetto di misure

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CONTROLLI FISCALI

Elusione fiscale internazionale, l’Ue approva il pacchetto di misure

Dopo una procedura di silenzio-assenso, i Ventotto hanno approvato nella notte tra lunedì e martedì l'atteso pacchetto di misure per lottare contro l'elusione fiscale da parte delle società più internazionali. La proposta legislativa era stata presentata in gennaio dalla Commissione europea, ma la trattativa tra i ministri delle Finanze era stata ostacolata venerdì scorso dalle richieste di alcuni Paesi, a cominciare dal Belgio che aveva chiesto più tempo per valutare il provvedimento.

«La procedura di silenzio-assenso» decisa venerdì e in scadenza lunedì a mezzanotte «non è stata interrotta. Il pacchetto è quindi approvato», ha spiegato questa mattina un funzionario del Consiglio europeo a Bruxelles. In campo fiscale vale l'unanimità. Il pacchetto di misure, presentato sulla scia degli scandali internazionali LuxLeaks e Panama Papers, passa ora al Parlamento che in questo ambito ha però solo potere consultivo.

Secondo numerosi diplomatici, le misure sono state annacquate rispetto alla proposta dell'esecutivo comunitario, tutta tesa ad arginare una perdita di gettito fiscale stimata a 70 miliardi di euro all'anno. Una delle regole proponeva che il Paese avrebbe tassato i profitti di una società se questi fossero stati spostati in un altro con una aliquota del 40% inferiore a quella del paese dove il denaro è stato generato. Il tetto del 40% è stato eliminato dai governi (si veda Il Sole 24 Ore del 18 giugno scorso).

Il Belgio aveva chiesto tempo fino a lunedì a mezzanotte per dare la sua accettazione. In buona sostanza, il governo belga temeva di adottare regole più severe di quelle dell'Ocse, penalizzando le sue imprese rispetto alla concorrenza. Il nodo del contendere con il Belgio ha riguardato la proposta che limita la possibilità per le imprese di dedurre gli interessi sui prestiti tra filiali pur di ridurre la loro base imponibile. La norma doveva entrare in vigore nel 2019. È stata decisa una fase transitoria fino al 2024.

Un'altra delle regole riviste è la switch-over clause. Questa clausola prevede la tassazione di dividendi nel Paese della casa madre, e non più solo nel Paese terzo. I Ventotto hanno deciso di eliminare questa clausola per paura di imporre alle proprie aziende una qualche forma di doppia tassazione. Il dibattito ha messo in luce quanto la questione fiscale sia delicata. Da un lato, i governi vogliono lottare contro l'evasione e l'elusione. Dall'altro, vogliono anche proteggere la redditività delle loro imprese.

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